Naspi ai 525 addetti di Ati Ifras
pPrimo giorno da disoccupati per i 525 lavoratori dell’Ati Ifras, l’associazione temporanea d’imprese che, in virtù di una convenzione con la Regione, ha operato sino al 31 dicembre in diversi centri della Sardegna sia nei siti archeologici sia nel campo degli interventi ambientali. I licenziamenti collettivi, annunciati con l’avvio della procedura a ottobre, sono esecutivi dal primo gennaio e per i lavoratori si apre ora la strada degli ammortizzatori sociali. «Proprio in queste ore – spiega Salvatore Corriga della Rsu – siamo impegnati con le pratiche per la Naspi che durerà due mesi, speriamo solo che dopo questo periodo ci sia la ricollocazione come previsto». A far spera- re i lavoratori, che non nascondono le critiche per «l’eccessivo ritardo accumulato», l’accordo sottoscritto il 30 dicembre alla Regione che prevede, tra le altre cose, la definizione delle «modalità di inserimento - con contratto a tempo determinato -, dei lavoratori in Igea ( azienda in house della Regione) e presso i Comuni o gli Enti Pubblici che hanno nei loro territori cantieri aperti (che già impiegavano parte dei lavoratori), nonché le modalità di presentazione dei piani di attività, da parte degli stessi enti che prenderanno in carico gli addetti».
Una soluzione provvisoria per il “periodo ponte” che intercorre «dal 1 gennaio fino alla conclusione delle procedure ad evidenza pubblica». «A seguito di tali procedure, verrà individuato il soggetto imprenditoriale a cui sarà affidato il Piano del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna – scrive in una nota la Regione -, e che dovrà farsi carico degli stessi addetti attualmente parte del bacino occupazionale». Dal 31 dicembre è i n pubblicazione l’avviso che dà il via alla procedura di evidenza pubblica per individuare il gruppo imprenditoriale che dovrà attuare il nuovo Piano con la presa in carico dei lavoratori. «Ciò che a noi preme rimarcare – prosegue ancora il delegato Rsu – è che non ci siano più tempi morti e che quindi per le professionalità acquisite nel corso degli anni ci sia la possibilità di un impiego concreto e non assistenziale». A sollecitare “tempi certi” anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che rimarcano la necessità di «garantire continuità lavorativa alle maestranze».
LA RICHIESTA I sindacati chiedono tempi certi per la necessità di garantire continuità lavorativa alle maestranze che sono impiegate