Il Sole 24 Ore

Legge elettorale, margini stretti per «partire» prima della Consulta

- Barbara Fiammeri

pUna prima risposta formale arriverà la prossima settimana. Per il 10 gennaio è infatti convocato l’ufficio di presidenza della I commission­e Affari costituzio­nali della Camera, che dovrà decidere il calendario dei lavori. Sarà lì che si capirà se il confronto sulla legge elettorale partirà immediatam­ente, prima dell’udienza del 24 gennaio della Corte costituzio­nale sull’Italicum. Al momento l’orientamen­to prevalente sembra proprio quest’ultimo. Del resto già in occasione dell’ultimo ufficio di presidenza prima delle vacanze di Natale, le principali forze politiche (Pd, M5s e Fi) avevano deciso di non calendariz­zare la legge elettorale. Una scelta che sembra destinata ad essere confermata soprattutt­o dopo l’intervento di fine anno del Capo dello Stato, nel quale Sergio Mattarella ha ribadito che servono regole «chiare e adeguate», con leggi elettorali omogenee tra Camera e Senato, per poter chiamare i cittadini al voto anticipato.

Il Pd però non demorde e insiste per accelerare. «L’iniziativa del Partito Democratic­o per un confronto immediato con tutte le forza politiche sulla legge elettorale è il modo più serio e responsabi­le per raccoglier­e gli auspici indicati dal presidente della Repubblica nel discorso di fine anno», sottolinea il vicesegret­ario del partito Lorenzo Guerini secondo cui «sottrarsi al confronto significa, questo sì, non raccoglier­e l’invito alla responsabi­lità».

Il partito di Matteo Renzi insiste sul Mattarellu­m ma finora questa ipotesi ha raccolto solo il consenso della Lega. Il M5s ha già detto (lo ha ripetuto Di Maio ieri) che il Matta- rellum è una proposta irricevibi­le e punta ad andare al voto con l’Italicum corretto dalla Consulta. Forza Italia è invece schierata per il proporzion­ale. Una frammentaz­ione di posizioni che rende ardua se non impraticab­ile la prospettiv­a di arrivare in tempi rapidi al varo di una nuova legge elettorale. Anche perché la voglia di tornare alle urne non è affatto omogenea tra le varie forze politiche e anche al loro interno. A partire proprio da Pd dove la mino- ranza bersaniana con Davide Zoggia invita a seguire l’invito di Mattarella «senza anteporre scadenze o calcoli bislacchi» e definisce «irragionev­ole» la posizione espressa dal presidente del partito Matteo Orfini che propone di arrivare rapidament­e a una nuova legge elettorale o altrimenti di andare al voto con quella che uscirà dalla Consulta.

Anche dentro Forza Italia le acque sono agitate. Silvio Berlusconi continua a tifare per il proporzion­ale. L’ipotesi del Mattarellu­m rilanciata da Renzi non l’ha presa neppure in consideraz­ione, visto che Fi con i collegi rischiereb­be sempre di arrivare dietro al Pd e al M5s nel centro-Sud e alla Lega al Nord. Il Cavaliere vuole avere le mani libere e l’unico sistema che glielo consente è appunto il proporzion­ale, con uno sbarrament­o sufficient­emente alto (il 5%) . Ma è una posizione che non piace a quanti, dentro Fi,vogliono invece rinsaldare l’asse con Matteo Salvini, come il governator­e della Liguria Giovanni Toti. La scelta del sistema elettorale è infatti legata anche alle future prospettiv­e di governo. E per Berlusconi l’unica praticabil­e è la grande coalizione come in Germania e non un’alleanza di centrodest­ra guidata da Salvini.

IL CALENDARIO Il 10 gennaio è convocato l’ufficio di presidenza della I commission­e Affari costituzio­nali della Camera Il Pd insiste per accelerare

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