Da Quarto a Roma, i «casi» nel Movimento
pQuando gli amministratori locali del Movimento 5 Stelle hanno avuto a che fare, direttamente o indirettamente, con la giustizia, la parola d’ordine dei pentastellati è stata una sola: valutare caso per caso.
Più o meno in questi giorni, un anno fa, i 5 Stelle dovevano fare i conti con il caso di Rosa Capuozzo, sindaca di Quarto (Napoli): a dicembre 2015 il consigliere comunale M5S Giovanni De Robbio è indagato per presunte minacce rivolte proprio alla sindaca. Il 12 gennaio il blog di Grillo comunica l’espulsione della sindaca: «Dovere di un sindaco del M5S è denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve». Capuozzo prima annuncia le dimissioni da sindaco il 21 gennaio, poi le ritira il 9 febbraio (ultimo giorno utile prima che queste diventino irrevocabili).
Pochi mesi dopo, a maggio, scoppiano i casi paralleli dei primi cittadini 5 Stelle di Livorno e Parma, rispettivamente Filippo Nogarin e Federico Pizzarotti. Il 7 maggio Nogarin è indagato per concorso in bancarotta riconducibile all’inchiesta sull’Aamps, l’azienda pubblica di rifiuti cittadina. Cinque giorni dopo la notizia dell’avviso di garanzia per abuso d’ufficio a Pizzarotti per le nomine al Teatro Regio. Il giorno dopo Pizzarotti è sospeso dal M5S, Nogarin no. A spiegare la diversa valutazione è il deputato Roberto Fico: «Pizzarotti è stato sospeso perché per tre mesi ha tenuto degli avvisi di garanzia nel proprio cassetto, senza informare prima di tutto i cittadini di Parma e poi il Movimento». Il caso del sindaco di Livorno Filippo Nogarin è diverso: «Ci ha comunicato tutto sin dal primo momento, e a comportamenti diversi corrispondono valutazioni diverse», ha osservato Fico. Il 5 ottobre sarà poi Pizzarotti a lasciare i 5 stelle.
A fine novembre non sono salvati dalla sospensione, per il caso delle presunte firme false di Palermo, i deputati Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita e la ex collaboratrice del gruppo M5S all’Ars, Samantha Busalacchi. La motivazione della scelta presa dai neonati probiviri: non aver accolto l’invito all’autosospensione e aver danneggiato l’immagine del Movimento. Pur avendo comunicato di aver ricevuto il provvedimento di convocazione quali persone indagate, a far accelerare la pronuncia del nuovo organo del M5S è stata la scelta in procura a Palermo da parte di Nuti e Mannino (già operata da Busalacchi) di avvalersi della facoltà di non rispondere e di rifiutate la perizia calligrafica.
L’anno si conclude con il caos a Roma:le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro (dopo l’avviso di garanzia) e l’arresto del dirigente del personale Raffaele Marra. Un terremoto seguito, dopo i contrasti con l’ala dura del movimento, dalla rinuncia da parte di altri due fedelissimi della sindaca Virginia Raggi: Daniele Frongia ha lasciato l’incarico di vicesindaco, mentre Salvatore Romeo ha lasciato quello di capo segreteria della sindaca. La stessa Raggi ha spiegato: «Se mi arriverà un avviso di garanzia? Valuterò».