Trump recita in tv il ruolo del populista
Un recente articolo del Washington Post sulla Polonia, dov’è al potere un partito di destra, anti- intellettuali e nativista, che gode di un ampio consenso tra la cittadinanza, fa scendere un brivido lungo la schiena a quanti di noi temono che il trumpismo possa davvero segnare la fine della democrazia negli Stati Uniti. I sostenitori del partito Diritto e giustizia in Polonia assomigliano molto ai proletari bianchi che stravedono per Donald Trump. Significa che l’America è destinata a percorrere la stessa strada? ( L’articolo lo trovate qui: wpo. st/ ndiO2.)
C’è una differenza importante, un pizzico di eccezionalismo americano se vogliamo. I partiti populisti europei sono effettivamente populisti. Propugnano politiche che aiutano realmente i lavoratori, a patto che siano dell’etnia giusta. Come ha detto qualcuno, stanno «vendendo» agli elettori uno Stato sociale per la «razza superiore». Il partito Diritto e giustizia ha aumentato il salario minimo e ridotto l’età di pensionamento, e in Francia il Fronte nazionale sostiene le stesse politiche.
Trump, però, è differente. Durante la campagna elettorale ha detto tantissime cose, ma le sue scelte personali indicano che nella pratica sarà il classico repubblicano intransigente della destra economica. I suoi alleati parlamentari non vedono l’ora di smantellare la riforma sanitaria di Obama, privatizzare il Medicare (il programma sanitario pubblico per gli ultrasessantacinquenni) e aumentare l’età pensionistica. L’uomo che ha scelto per il ruolo di segretario del Lavoro, Andrew Puzder, è un magnate dei fast-food che vede gli aumenti del salario minimo come il fumo negli occhi. E l’uomo che ha scelto come principale consulente economico, il presidente della Goldman Sachs Gary Cohn, è il re delle teorie economiche del trickle-down.
Ma allora in che senso Trump è un populista? Sostanzialmente recita quel ruolo in televisione: sostiene di essere dalla parte dell’uomo della strada, denigra le élite e fa strage della correttezza politica. Ma è tutta una posa: quando si arriva ai fatti, fa di tutto per favorire le élite.
È esasperante e sconcertante che sia riuscito a farla franca alle elezioni. Ma quelle erano soltanto chiacchiere. Che cosa succederà quando la realtà comincerà a farsi sentire? La cancellazione dell’Obamacare infliggerà danni enormi proprio alle persone che con più entusiasmo hanno sostenuto Trump, gente che pensava, chissà su quali basi, che i suoi benefici non sarebbero stati toccati. Che cosa succederà quando si renderanno conto del loro errore?
Vorrei poter confidare nell’imminente arrivo del momento della verità, ma non ci riesco. Se la storia è di insegnamento, possiamo aspettarci uno sforzo imponente per cercare di far passare in qualche modo la devastazione che si prepara per i lavoratori come responsabilità della sinistra, e per quello che ne so potrebbe anche funzionare. (Basti pensare a come i tories, in Gran Bretagna, sono riusciti a far ricadere la colpa dell’austerità sulla mitologica irresponsabilità finanziaria del Partito laburista.) Ma di certo si profila un’opportunità per i Democratici.
E la strategia politica raccomandata è chiara: la paternità di tutti i patimenti che Trump e compagnia si apprestano a infliggere deve ricadere su di loro.