Popolare di Vicenza e Veneto Banca, arriva il piano dei rimborsi per i soci
Lunedì i cda delle due banche approveranno il ristoro per gli azionisti «azzerati»
pLa conciliazione riguarderà i soci che hanno comprato azioni negli ultimi 5-7 anni e sarà fatta una valutazione caso per caso. La somma ristorata, infatti, potrà beneficiare di benefit di natura commerciale - agevolazioni in base alla tipologia di portafoglio del socio - e sarà agganciata a valori medi coerenti tra le due banche (si deve tener presente che il prezzo di recesso è diverso, per la Popolare di Vicenza 6,3 euro per azione e per Veneto Banca 7,3, e che la valutazione e il percorso verso i piani di rimborso ha avuto nelle due banche modalità e tempi diversi). La somma che sarà messa a disposizione per i ristori beneficia non solo delle somme già accantonate in bilancio, ma anche di parte della liquidità che entro il prossimo giovedì il fondo Atlante si è impegnato a immettere in un’unica soluzione: precisamente, si tratta di 310 milioni per la Popolare di Vicenza e 628 per Veneto Banca; circa un miliardo versato come anticipo di aumento di capitale dal fondo proprietario delle due banche, sia per rafforzare i coefficienti patrimoniali che per soddisfare le richieste di liquidità della Bce. All’incirca, la somma destinata ai ristori potrebbe aggirarsi sui 600 milioni di euro complessivi ma dipenderà dalla quantità di consensi da parte dei soci al prospetto che si offre loro; molta della responsabilità, in questo senso, sarà appannaggio del «front office» delle due banche che avrà il compito di convincere i risparmiatori della bontà dell’operazione. Per quanto riguarda la tempistica, dalla presentazione dell’offerta di ristoro,all’incasso vero e proprio passeranno probabilmente alcuni mesi. L’apertura del tavolo di conciliazione non potrà, in ogni caso, prescindere dall’accettazione da parte dei soci 7 Il warrant è uno strumento derivato molto simile ad un'opzione che conferisce al possessore una facoltà di acquisto (call) o di vendita (put) da esercitarsi a oppure entro una certa scadenza su una determinata attività sottostante e ad un prezzo prefissato. Il warrant si differenzia dall'opzione per il fatto di essere un titolo (e non un contratto), per una maggiore durata e per la mancanza di un sistema di margini della rinuncia ad attivare qualsiasi azione legale nei confronti della banca. Accanto alla proposta di ristoro potrebbe essere offerta ai soci anche la possibilità di accedere allo strumento finanziario del warrant - che permetterebbe di acquistare o vendere una determinata quantità di azioni ad un prezzo prefissato - che potrebbe portare il rimborso ad aumentare anche di un ulteriore 10%.
L’obiettivo del piano ristori è di raggiungere almeno 90100mila risparmiatori, riducendo così l’ammontare dei ricorsi e il rischio cause, riconquistando credibilità sul mercato e rendendo il nuovo soggetto bancario che nascerà dalla fusione più stabile e affidabile per eventuali acquirenti. C’è poi la partita delle obbligazioni: entro i primi tre mesi del 2017 scadono obbligazioni per 970 milioni per Veneto Banca e 880 per la Popolare di Vicenza. La BpVi ha deciso di rimborsare le obbligazioni subordinate scadute lo scorso 31 dicembre: una comunicazione arrivata direttamente dalla banca informa che si può scegliere tra un rimborso economico, che dovrebbe oscillare tra l’85 e il 93% del capitale inizialmente investito, oppure effettuare nuovi investimenti nell’istituto.
Sullo sfondo, restano gli appuntamenti con la fusione e con la necessità di nuovo capitale per sopperire alla svalutazione dei crediti deteriorati. Àncora di salvezza sarà il fondo salva-banche da 20 miliardi appena varato dal Governo, che però potrà intervenire solo se non andranno a buon fine le operazioni di pulizia, cessioni di asset e definizione di un piano industriale sostenibile. Il quale, intervento, non «nazionalizzerà» il sistema bancario veneto solo nel caso in cui, in sede di nuovo aumento di capitale, ci sia apporto di capitale privato, cioé ci sia una valida risposta dal territorio per far rinascere gli istituti. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca insieme hanno bruciato 11,25 miliardi di capitale, più di un quarto dei 43 miliardi complessivi che le banche italiane quotate hanno perso nel 2016.
Altre due sono le questioni aperte che troveranno sviluppi nel 2017: da una parte il nodo degli esuberi (circa 2.500 complessivi), che ha avuto come apripista la firma in BpVi per l’uscita volontaria di 234 dipendenti, dall’altra le novità che arriveranno dal fronte degli iter giudiziari. Per quanto riguarda Veneto Banca, la Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta e ora si attende il rinvio a giudizio per l’ex ad Vincenzo Consoli, gli ex presidenti Flavio Trinca e Francesco Favotto e altri 12 indagati. Consoli, i cui arresti domiciliari scadono il prossimo febbraio, promette battaglia. A Vicenza, l’ex presidente Gianni Zonin si è difeso dall’azione di responsabilità votata dall’assemblea dei soci agendo contro la stessa banca e declinando ogni responsabilità del disastro che ha portato al default la Bpvi.
IL NODO La proposta punta a rimborsare attorno al 15% del valore dell’azione al momento dell’acquisto: target raggiungere 90-100 mila risparmiatori