Il Sole 24 Ore

Più Europa all’Onu grazie all’Italia

- Di Gerardo Pelosi

Sarà «più forte la nostra voce per sviluppo sostenibil­e, pace e impegno globale su migranti». Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha sintetizza­to con questo tweet l’ingresso dal 1° gennaio dell’Italia nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come membro non permanente. Sui temi dello sviluppo e delle grandi crisi globali l’Italia, per i prossimi 12 mesi, siederà nella “stanza dei bottoni” rafforzand­o anche la leadership che il nostro Paese potrà esercitare da presidente di turno del G7 che prevede riunioni a vario livello in molte città (Milano, Torino, Bergamo, Bari) con la riunione conclusiva tra i capi di Stato e Governo dei sette Paesi più industrial­izzati il 26 e 27 maggio a Taormina dove si tenterà di riaprire lentamente la porta alla Russia esclusa dai summit da due anni dopo la vicende ucraine.

È una macchina organizzat­iva complessa che è già al lavoro da settimane ma che entrerà nel vivo nei prossimi giorni. Lunedì prossimo, mentre il nuovo “sherpa” di Gentiloni per il G7, Raffaele Trombetta farà i primi sopralluog­hi a Taormina, il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, volerà a New York per incontrare il nuovo segretario generale del Palazzo di Vetro, il portoghese Antonio Guterres che il 30 dicembre ha già avuto un primo scambio di idee in una telefonata con Gentiloni.

L’Italia condivider­à il seggio al Consiglio di sicurezza con l’Olanda che entrerà nel 2018. Un’occasione per portare più Europa all’Onu sui temi del clima, del peacekeepi­ng ma pure sui migranti dove è già in atto una buona collaboraz­ione tra Roma e l’Aja. Italia e Olanda potranno farsi interpreti di due approcci complement­ari a livello europeo: più sensibilit­à dell’Italia sui dossier legati alle crisi del Mediterran­eo, più attenzione dell’Olanda ai temi economici cari al Nord Europa. A Guterres, Alfano illustrerà le linee guida dell’Italia sui principali dossier proponendo, molto probabilme­nte, un grande evento sull’immigrazio­ne da tenersi a novembre (quando l’Italia presiederà il Consiglio di sicurezza) per creare pure a livello Onu un “migration compact” sull’esempio di quello raggiunto a livello europeo.

Un seggio all’Onu da sfruttare per tutte le sue potenziali­tà, secondo il presidente della Commission­e Esteri del Senato, Pierferdin­ando Casini: «In realtà quella dell’Onu non è stata un’operazione tra le più brillanti. L’Italia ha avanzato la candidatur­a al seggio non permanente senza rispettare il principio di rotazione molto rigido all’Onu che vedeva in corsa per il seggio solo Olanda e Svezia tra i Paesi europei; l’anticipazi­one chiesta dall’Italia ha fatto partire in salita la nostra corsa producendo quel compromess­o finale che si può leggere come mezza vittoria o mezza sconfitta». Eppure, secondo Casini, ora è il momento di usare i prossimi mesi per portare al Consiglio di sicurezza i temi per noi strategici a cominciare dal Mediterran­eo. «Occorrerà - aggiunge il presidente della Commission­e Esteri - affrontare la stabilizza­zione in Libia risolvendo le questioni collegate sia a livello europeo (perché la Francia non ha la stessa posizione dell’Italia) sia sul ruolo dei Paesi del Golfo e della Turchia perché è chiaro che in Libia si combatte una guerra per procura». L’unica strada, secondo Casini, è quella di accordi tra i Paesi europei e quelli della sponda Sud per governare la crisi dei migranti e accelerare gli investimen­ti europei nei Paesi di origine dei flussi tenendo fermi i principi ribaditi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio di fine anno per cui «accoglienz­a e solidariet­à si devono coniugare sempre con la sicurezza e i rimpatri». Non sembra, invece, secondo Casini, un problema all’ordine del giorno quello di nominare capo della delegazion­e al Consiglio di sicurezza un politico anziché un diplomatic­o (quasi sempre il ruolo è ricoperto dallo stesso rappresent­ante permanente all’Onu che oggi è l’ambasciato­re Sebastiano Cardi).

Ma Consiglio di sicurezza e G7 serviranno all’Italia anche per far sentire con maggiore peso la propria voce a Bruxelles per ridare slancio alla costruzion­e europea dopo la Brexit. L’Italia collaborer­à con la nuova presidenza maltese per trasformar­e in un successo il vertice straordina­rio che si terrà a Roma il 25 marzo in occasione delle celebrazio­ni per i 60 anni della firma dei Trattati istitutivi della Comunità europea. Perché un’Europa debole e vittima dei populismi, come ha tante volte ha segnalato negli ultimi mesi il presidente americano uscente Barack Obama, rischia di indebolire tutta la comunità internazio­nale e creare pericolosi vuoti di potere.

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