Il Sole 24 Ore

Avio verso lo sbarco a Piazza Affari con una «dote» più ricca

- Gianni Dragoni

pAvio Spa si avvicina alla quotazione in Borsa con una dote più ricca. La recente conferenza ministeria­le dell’Esa (Agenzia spaziale europea) ha rafforzato gli stanziamen­ti per i lanciatori spaziali, in particolar­e per i progetti condotti dall’industria italiana, guidata dalla società di Colleferro che ha sviluppato e produce il lanciatore per piccoli satelliti Vega.

«L’Italia ha destinato 200 milioni di euro ai lanciatori. E’ un budget molto importante. Per la prima volta l’Italia ha superato la Germania nelle risorse per i programmi opzionali sui lanciatori», spiega al Sole 24 Ore Giulio Ranzo, amministra­tore delegato di Avio. L’ingegner Ranzo è stato confermato alla guida della società dall’assemblea degli azio- nisti di Space2, la società-veicolo quotata che si fonderà con Avio e la porterà automatica­mente in Piazza Affari.

Il via libera definitivo all’operazione è stato dato il 23 dicembre dalle assemblee degli azionisti di entrambe le società. I soci di Space2 che non intendono aderire al progetto possono esercitare il diritto di recesso, fino al 12 gennaio, al prezzo già fissato di 9,893 euro per azione, inferiore alla quotazione raggiunta in Borsa (10,62 euro il 30 dicembre).

Per capire cosa significhi lo stanziamen­to deciso dalla conferenza svoltasi a Lucerna ai primi di dicembre, l’Italia era rappresent­ata dall’allora ministro dell’Università e Ricerca Stefania Giannini, bisogna riandare alle ministeria­li precedenti. Nel 2008 l’Italia destinò un investimen­to di 208 milioni per quattro anni, nel 2012 178 milioni per 2-3 anni, nel 2014 lo stanziamen­to balzò a 490 milioni per circostanz­e straordina­rie, ci fu l’approvazio­ne contempora­nea dei fondi per Ariane 6 e per Vega C. Adesso 200 milioni per i lancia- tori, contro i 170 milioni della Germania. Al primo posto in Europa per la spesa spaziale rimane la Francia, circa 600 milioni.

«I soldi per l’Italia li mette il ministero dell’Istruzione e Ricerca scientific­a per il tramite dell’Agenzia spaziale italiana», spiega Ranzo. «Di questi 200 milioni, circa 150 milioni sono i fondi per i programmi che facciamo noi con Avio e la nostra controllat­a Elv», aggiunge.

I fondi assegnati con l’ultima ministeria­le «serviranno per completare il finanziame­nto del Vega C, che è diventato Vega C Plus, è più performant­e. Abbiamo messo un adattatore per portare in orbita tanti satelliti piccoli», aggiunge Ranzo. «Inoltre abbiamo lanciato il Vega E. È stato finanziato con circa 70 milioni il motore a propulsion­e liquida dello stadio superiore». Oggi viene utilizzato un motore ucraino, in futuro verrà sostitutit­o da un propulsore realizzato in Europa ocidentale, capofila Avio, con una dozzina di altri paesi europei. «Questo è importante perché ci rende completame­nte indipenden­ti».

L’effetto di questi stanziamen­ti rafforzerà il portafogli­o ordini di Avio. «Avevamo già un buon portafogli­o ordini, sugli 850 milioni, così raggiunger­emo un miliardo. Abbiamo messo a posto i prossimi 3-4 anni». L’approdo di Avio in Borsa è atteso entro marzo.

IL CONFRONTO CON BERLINO L’ad Ranzo: «L’Italia ha destinato 200 milioni. È un budget molto importante, per la prima volta superata la Germania nelle risorse»

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