In arrivo il primo decreto sulla liquidità
È atteso a giorni, già entro questa settimana, il primo decreto attuativo del «salva risparmio». Si tratta del decreto dell’Economia sulla liquidità, il primo dei tre ombrelli pubblici che si aprirà nel salvataggio dei
Montedei P aschi. Solo dopo potranno infatti scattare gli altri due: l’aumento di capitale con fondi dello Stato e l’eventuale garanzia pubblica Gacs.
I vertici di Mps e i tecnici del Tesoroda giorni lavorano ai meccanismidei titoli che saranno accompagnati dal sostegno pubblico e che quindi avranno un rating uguale a quello dello Stato garante. Un lavoro, questo, che ora dovrebbe sfociare nel decreto del Mef che farà partire la garanzia. In pista c’è l’emissione di 15 miliardi di bond con l’obiettivo di riportare nel 2017 l’istituto ai livelli di cassa di fine 2015. Con il primo dei prestiti obbligazio- nari che potrebbe essere piazzato già questo mese.
A questo obiettivo sarà dedicata la prima fetta del fondo da 20 miliardi stanziato dal decreto «salva risparmio» e finanziato con la quota una tantum del debito pubblico aggiuntivo. Ma le risorse pubbliche da mettere in gioco per coprirne una quota sono molto più ridotte. Dalla Ue è stata infatti da poco approvata la proroga fino a giugno 2017 dello schema di garanzie pubbliche fino a 150 miliardi di euro. E il forte effetto leva (si stima fino a 1/40) dovrebbe limitare drasticamente il ricorso ai fondi pubblici effettivi da utilizzare a copertura che si dovrebbero aggirare in alcune centinaia di milioni. Che nella prima fase sono solo una tutela potenziale perché si tradurranno in spesa effettiva solo se la garanzia andrà effettivamente esercitata perché Siena non riuscirà a far fronte da sola ai prestiti. Altro nodo, non di poco conto, è poi il nuovo piano industriale che sarà riscritto in paio di mesi, ossia entro marzo, ma con una bozza pronta entro fine di gennaio. La strada è stretta anche perché le nuove linee strategiche dovranno passare attraverso le maglie del negoziato con Bruxelles a cui spetterà, peraltro, l’ultima parola sull’intervento dello Stato. Solo a questo punto potrà aprirsi l’ombrello della ricapitalizzazione precauzionale con l’intervento del Tesoro.
IL PRESTITO In pista c’è l’emissione di 15 miliardi di obbligazioni con l’obiettivo di riportare già quest’anno l’istituto ai livelli di cassa di fine 2015