Volkswagen, in Germania al via prima class action sul Dieselgate
«Volkswagen, Audi, Skoda e Seat. Lo scandalo delle emissioni truccate. Il vostro diritto è denaro. Vale la pena! Fino a 5mila euro di danni o il riacquisto del vostro veicolo fino a 5mila euro. Nessun rischio, nessuna spesa legale». Con questi titoli slogan il portale tedesco di consulenza giuridica MyRight.de ha avviato una chiamata alle armi dei clienti del gruppo Vw - simbolo dei simboli della corporate Germany - in difficoltà anche a casa sua per il Dieselgate. MyRight che ha avviato la prima class action in terra di Germania contro Volkswagen. Un esposto in tal senso è stato presentato oggi al tribunale della città di Braunschweign - fascicolo numero 2010Vw Eos - per il tramite dello studio legale americano Hausfeld, lo stesso che ha portato avanti la class action i ntentata negli Stati Uniti dai clienti Volkswagen. La notizia è stata confermata dal grupo tedesco. Il portale non ha precisato il numero dei clienti Volkswagen che hanno aderito all’azione legale - c’è chi parla di 10mila, chi di 100mila - «per non scoprire subito le carte». Diversamente da quanto avvenuto negli States, la casa tedesca ha finora negato un qualsiasi indennizzo o il riacquisto delle vetture incriminate ai suoi clienti in Germania e in Europa, avanzando l’eccezione della diversità delle normative tra Ue e Stati Uniti. Ora il sito tedesco chiede al gruppo automobilistico di risarcire gli acquirenti coinvolti con un rimborso di 5mila euro o di riacquistare le auto “incriminate”. La casa di Wolfsburg ha replicato «di aver preso atto che MyRight ha annunciato il 3 gennaio 2017 di aver avviato un’azione legale» legata al Dieselgate, ma ha aggiunto di non poter dire di più in quanto «non ci hanno ancora inoltrato i documenti e quindi non possiamo commentarne il contenuto».
Il gruppo tedesco ha concordato con le autorità Usa un risarcimento totale pari a quasi 15 miliardi di dollari a causa del Dieselgate. La class action avviata in Germania rischia di essere un caso di scuola per migliaia di altri automobilisti interessati in Europa e in Italia.E potrebbe rivelarsi anche un colossale boomerang per il più grande produttore di auto europee considerando gli 8,5 milioni di veicoli diesel, potenzialmente interessati dallo scandalo emissioni, ancora circolanti nelle strade del Vecchio C0ntinente.