Il Sole 24 Ore

Volkswagen, in Germania al via prima class action sul Dieselgate

- Riccardo Barlaam

«Volkswagen, Audi, Skoda e Seat. Lo scandalo delle emissioni truccate. Il vostro diritto è denaro. Vale la pena! Fino a 5mila euro di danni o il riacquisto del vostro veicolo fino a 5mila euro. Nessun rischio, nessuna spesa legale». Con questi titoli slogan il portale tedesco di consulenza giuridica MyRight.de ha avviato una chiamata alle armi dei clienti del gruppo Vw - simbolo dei simboli della corporate Germany - in difficoltà anche a casa sua per il Dieselgate. MyRight che ha avviato la prima class action in terra di Germania contro Volkswagen. Un esposto in tal senso è stato presentato oggi al tribunale della città di Braunschwe­ign - fascicolo numero 2010Vw Eos - per il tramite dello studio legale americano Hausfeld, lo stesso che ha portato avanti la class action i ntentata negli Stati Uniti dai clienti Volkswagen. La notizia è stata confermata dal grupo tedesco. Il portale non ha precisato il numero dei clienti Volkswagen che hanno aderito all’azione legale - c’è chi parla di 10mila, chi di 100mila - «per non scoprire subito le carte». Diversamen­te da quanto avvenuto negli States, la casa tedesca ha finora negato un qualsiasi indennizzo o il riacquisto delle vetture incriminat­e ai suoi clienti in Germania e in Europa, avanzando l’eccezione della diversità delle normative tra Ue e Stati Uniti. Ora il sito tedesco chiede al gruppo automobili­stico di risarcire gli acquirenti coinvolti con un rimborso di 5mila euro o di riacquista­re le auto “incriminat­e”. La casa di Wolfsburg ha replicato «di aver preso atto che MyRight ha annunciato il 3 gennaio 2017 di aver avviato un’azione legale» legata al Dieselgate, ma ha aggiunto di non poter dire di più in quanto «non ci hanno ancora inoltrato i documenti e quindi non possiamo commentarn­e il contenuto».

Il gruppo tedesco ha concordato con le autorità Usa un risarcimen­to totale pari a quasi 15 miliardi di dollari a causa del Dieselgate. La class action avviata in Germania rischia di essere un caso di scuola per migliaia di altri automobili­sti interessat­i in Europa e in Italia.E potrebbe rivelarsi anche un colossale boomerang per il più grande produttore di auto europee consideran­do gli 8,5 milioni di veicoli diesel, potenzialm­ente interessat­i dallo scandalo emissioni, ancora circolanti nelle strade del Vecchio C0ntinente.

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