Il Sole 24 Ore

Ferragamo sceglie il «patent box»

Firmato l’accordo sulla quota detassata

- Marta Casadeiu

La Salvatore Ferragamo Spa, cui fa capo il Gruppo Salvatore Ferragamo, è tra le aziende italiane, una tra le pochissime nel settore moda-lusso, che, a conclusion­e del 2016, hanno scelto il “patent box.” Un regime di tassazione agevolata che, inserito nella legge di Stabilità 2015, determina benefici per le imprese che producono redditi attraverso l’uso diretto o indiretto (come la concession­e a terzi: le licenze, ad esempio) di diritti di proprietà intellettu­ale. Le imprese del lusso made in Italy, apprezzate in tutto il mondo per accessori e dettagli iconici, sono sicurament­e tra queste.

Il gruppo Ferragamo, che ha chiuso i primi 9 mesi del 2016 con ricavi sostanzial­mente stabili (- 0,7%) poco sopra il miliardo di euro, ha annunciato lo scorso 29 dicembre l’accordo siglato dalla propria controllan­te con l’agenzia delle Entrate al fine di definire il metodo di calcolo della quota di reddito esente da Ires e Irap ai fini del patent box.

Nel caso della società fiorentina, quotata a Piazza Affari, per la base di calcolo delle agevolazio­ni complessiv­e, alla quota di reddito relativa all’utilizzo diretto degli intangibil­i si sommano le royalties percepite attraverso i prodotti in licenza: occhiali, profumi e orologi a marchio Ferragamo sono tra questi.

Gli “intangibil­i” in questione, infatti, sono marchi e design, inclusi alcuni prodotti figurativi che, nel tempo, si sono affermati come vere e proprie icone dell’estetica Ferragamo. Tra questi, l’inimitabil­e fiocco in gros grain che nel 1978 personaliz­zava le Vara, uno dei mo- delli senza tempo della maison fondata nel ’27. Il medesimo fiocco, infatti, diventato un segno distintivo della creatività legata alla maison fiorentina, oggi personaliz­za borse e accessori, ma anche profumi. Come Signorina, fragranza femminile ormai iconica.

Nel dettaglio, Salvatore Ferragamo ha esercitato opzione per gli anni di imposta 2015-2019 e potrà presentare istanza per un rinnovo quinquenna­le a partire dal 2020. Il beneficio per l’anno 2015 – l’azienda non lo comunica, ma in una nota definisce «significat­ivo» l’ammontare dalla somma dell’agevolazio­ne spettante per l’uso diretto ed indiretto dei propri marchi – è stato determinat­o escludendo dalla base imponibile il 30% del reddito riconducib­ile all’utilizzo di “intangible­s” agevolabil­i e sarà messo a bilancio nel 2016. La quota detassabil­e relativa al 2016 sarà invece pari al 40% mentre per il triennio 2017-2019 salirà al 50%.

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Il fiocco. È tra i beni «intangibil­i»

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