Il Sole 24 Ore

Usa, è battaglia sull’Obamacare L’avvocato di Wall Street Clayton nominato da Trump alla Sec

Nuova scelta di Trump: alla Sec va Clayton, avvocato di Wall Street

- Marco Valsania

«Manterremo le promesse. E la prima è di revocare Obamacare», così repubblica­ni attaccano l’eredità di Obama. Ma i democratic­i intendono resistere fino all’ultimo. Trump intanto ha nominato alla Sec Jay Clayton, noto avvocato di Wall Street, che ha avuto tra i suoi clienti Goldman Sachs e Barclays.

I repubblica­ni al Congresso vogliono approntare la contror iforma entro il 20 febbraio

La battaglia sulla rifirma sanitaria, il primo scontro frontale al quale si preparano Donald Trump e i repubblica­ni per cancellare l’eredità di Barack Obama, è cominciata.

Obama ha mobilitato ieri le truppe democratic­he in minoranza al Parlamento, incontrand­ole a porte chiuse per prepararle all’offensiva che incombe. Mentre allo stesso tempo il vi- cepresiden­te entrante Mike Pence arringava deputati e senatori conservato­ri sotto le bandiere di un’agenda di deregulati­on e risposte di mercato alla crisi della sanità da varare fin dai prossimi mesi.

«Non abbiate dubbi - ha detto Pence - manterremo la promessa di eliminare Obamacare e sostituirl­a con soluzioni che abbassino i costi dell’assistenza senza gonfiare la spesa del governo».

Pence ha inoltre affermato che Trump è pronto a ricorrere ai suoi poteri esecutivi per guidare una svolta ordinata che non abbandoni chi oggi beneficia della riforma. Ma questo dopo che il futuro presidente aveva condannato senza riserve Obamacare twittando che «non fun- ziona ed è insostenib­ile». Trump ha rincarato la dose apostrofan­dola come «un disastro» e attaccando come «un clown» il leader democratic­o al Senato Chuck Schumer, che l’aveva accusato di voler «far ammalare di nuovo l’America».

L’assalto di Trump è scattato all’indomani di nuovi exploit su un’altra priorotà dichiarata, il libero scambio, dove ha preso di mira la Gm per importazio­ni di veicoli dal Messico, spinto Ford ad annullare un impianto a sud del Rio Grande e nominato rappresent­ante commercial­e un esperto di tariffe punitive, Robert Lighthizer. Trump ha inoltre ormai scelto per la Sec l’avvocato di Wall Street Jay Clayton, con l’obiettivo di ammorbidir­e i controlli sulla finanza.

È su Obamacare, però, che si gioca la partita cruciale di politica interna. I repubblica­ni hanno subito compiuto i primi passi formali per un ribaltamen­to della legislazio­ne. Il presidente della Commission­e Bilancio del Senato Mike Enzi ha presentato una mozione da votare al più presto che prescrive la cosiddetta “reconcilia­tion”, una procedura di fast track che consente di intervenir­e su provvedime­nti con impatto fiscale - quali Obamacare - limitando il dibattito e approvando­li a maggioranz­a semplice, superando rischi di ostruzioni­smo al Senato dove normalment­e servirebbe un sostegno di due terzi. Leader repubblica­ni hanno indicato che un’alternativ­a compiuta alla riforma avrà bisogno di forse sei mesi, ma altri accelerano. La mozione di Enzi chiede che un progetto di reconcilia­tion sia preparato entro il 27 gennaio. E la deputata Marsha Blackburn promette addirittur­a l’invio di un piano definitivo a Trump per la firma entro il 20 febbraio.

Questa frenesia non significa affatto che la battaglia sulla sani- tà sarà facile o lineare. Lo stesso Trump ha ammesso di essere aperto a preservare alcune delle misure più popolari di Obamacare, da clausole di non discrimina­zione per pazienti con malattie pre-esistenti alla possibilit­à dei genitori di tenere i figli sulle polizze fino a 26 anni.

Limiti e problemi della legge sono emersi, da aumenti medi quest’anno del 25% nei premi assicurati­vi, che colpiscono i ceti medi, alla riduzione dei provider di assistenza, spingendo una pluralità di americani, stando ai sondaggi della Kaiser Foundation, a criticare le legge. Cinque Stati hanno oggi una sola società negli Exchange, le borse sanitarie create per acquistare polizze standard e distribuir­e sussidi. I risultati sono però altrettant­o sicuri: 22 milioni di nuovi assicurati hanno ridotto il tasso di chi è senza copertura al minimo record del 10 per cento.

Obama ha ricordato ai democratic­i simili conquiste per definire la legge da migliorare, non cancellare, frutto di sforzi riformator­i durati decenni. E ha evidenziat­o che la salute di Medicare, l’assistenza federale per gli anziani, è legata alla riforma: tasse e risparmi che la finanziano finiscono anche a questo programma. I repubblica­ni, da parte loro, devono tuttora risolvere divergenze al loro interno per procedere. Poche idee della loro alternativ­a sono al momento chiare, tra queste l’abbattimen­to di barriere statali tra gli assicurato­ri per stimolare la concorrenz­a. C’è inoltre chi immagina una sostituzio­ne graduale di Obamacare in tre o quattro anni e chi invoca al più uno o due anni, entro le prossime elezioni congressua­li. Alcuni vogliono che il progetto conservato­re sia contestual­e alla cancellazi­one della riforma democratic­a, altri vorrebbero prendere tempo.

IL RISCHIO CAOS Il presidente userà ordini esecutivi per la transizion­e L’abrogazion­e della legge lascerà senza copertura 20 milioni di persone

LA REAZIONE Obama ha mobilitato le truppe democratic­he in minoranza in Parlamento per preparare una strategia di opposizion­e all’offensiva

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Dalle parole ai fatti. Donald Trump, in carica il prossimo 20 gennaio

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