Taranto riparte: dal governo fondi per un miliardo
Vale un miliardo di euro il pacchetto di interventi postato dal Governo su Taranto con le misure extra Ilva. Ovvero potenziamento della sanità per fronteggiare meglio le patologie, soprattutto oncologiche, riflesso di anni di inquinamento industriale, sostegno al disagio sociale, cantierizzazione dei progetti pubblici per lungo tempo rimasti sulla carta e, infine, aiuti alle imprese che intendono innovare o ampliare la loro attività. Il mix è dato dal Contratto istituzionale di sviluppo con 882 milioni di euro di finanziamenti assegnati in precedenza all'area e ora riprogrammati, dal decreto legge dell'antivigilia di Natale che prevede 70 milioni per la sanità e 30 per il sostegno sociale, e dagli interventi per l'area di crisi industriale complessa: 30 milioni per le imprese.
Per il decreto legge ultimo, i 70 milioni per la sanità sono ripartiti in due tranche: 50 in quest'anno e 20 nel prossimo. Il progetto riguarderà sia il potenziamento delle apparecchiature nell'area formata da Taranto e da altri quattro Comuni vicini, che la formazione e l'aggiornamento del personale. Lo metterà a punto la Regione Puglia e il ministero della Salute lo approverà dopo aver sentito il parere del Tavolo istituzionale che sovrintende al Contratto di sviluppo.
Il sostegno sociale e assistenziale alle famiglie disagiate (anche qui interessati Taranto e quattro Comuni vicini) avrà invece una dote di 10 milioni annui per tre anni a partire da questo. La definizione dell'intervento è affidato all'amministrazione straordinaria dell'Ilva, d'intesa con gli enti locali, la quale già dalla prossima settimana individuerà il gruppo di lavoro. La copertura dei 100 milioni sarà garantita dalla restituzione da parte dell'Ilva del prestito da 800 milioni in due tranche (600 più 200, anche se materialmente erogati solo in parte) ottenuto dallo Stato per far fronte al risanamento ambientale del siderurgico con la legge 13 del 2016.
Il Contratto istituzionale, invece, che nasce con la legge 20 del 2015, su 882 milioni di budget, ne vede 144 già erogati, 225 avviati e in fase di finalizzazione altri 400. Il recente decreto «Mille proroghe» ha intanto messo in sicurezza per il 2017 oltre 200 milioni di risorse destinate alla costruzione del nuovo ospedale di Taranto, «San Cataldo», anch'esso compreso nel Contratto di sviluppo. Tempi stimati per l'opera: entro l'estate il bando per l'affidamento dei lavori, entro l'autunno l'apertura del cantiere, entro la fine del 2021 il collaudo.
Per le altre iniziative, relativamente alla valorizzazione museale della parte dell'Arsenale militare non usata per le lavorazioni navali, ministeri Difesa e Beni culturali hanno raggiunto l'intesa sul progetto. Ora i prossimi passi sono firma del relativo Dpcm e passaggio al Cipe per l'individuazione delle risorse. Per l'uso della ex stazione torpediniere dalla Marina in Mar Piccolo come approdo delle navi da crociera, l'accordo è vicino e prevede che la forza armata lasci la banchina e utilizzi per le sue necessità operative alcune strutture preesistenti in Mar Grande da sottoporre a lavori di adeguamento.
Una commissione sta poi lavorando sulle selezione finale delle proposte arrivate per il concorso internazionale di idee sul recupero della parte antica di Taranto. I lavori termineranno tra il 10 e il 15 marzo. Infine scadono il 3 febbraio i termini entro i quali le imprese interessate ai 30 milioni per l'area di crisi industriale complessa devono presentare la loro domanda al Mise per gli investimenti da agevolare. I 30 milioni vengono dal plafond di 165 tra Fondo di crescita sostenibile e Pon Imprese 2014-2020. La quota di Taranto è già riservata.
L’ORIGINE DELLE RISORSE Il mix è dato dal Contratto istituzionale di sviluppo, dal decreto legge di Natale e dai fondi per l’area di crisi industriale complessa