Prezzi agricoli 2016 in calo (-5,2%)
pAnche nelle campagne il 2016 chiude con una variazione negativa dei prezzi. Lo rileva l'Ismea sulla base dei conteggi di fine anno che indicano una flessione del 5,2%, rispetto al 2015, delle quotazioni alla prima fase di scambio per l'insieme dei prodotti agricoli.
La deflazione, in linea con la dinamica dei prezzi al consumo diffusa nei giorni scorsi dall'Istat, rappresenta per l'agricoltura una riedizione di quanto già si era ve- rificato nel 2014 con un calo più marcato, pari al 5,8%, delle quotazioni all’origine.
Da inizio millennio, spiega l’Istituto per i servizi al mercato agricolo e alimentare vigilato dal Mipaaf, si tratta del sesto episodio deflativo nelle campagne italiane. Il calo più accentuato ha coinciso con l'anno della grande recessione del 2009, quando i prezzi all'origine dei prodotti agricoli subirono, in base ai calcoli Ismea, una fles- sione dell'11,4 per cento.
L'evento deflativo del 2016 è il risultato di una correzione al ribasso piuttosto netta (-6,7% rispetto al 2015) dei prezzi delle coltivazioni vegetali e di un contemporaneo calo del 3,1% delle quotazioni del comparto zootecnico.
A determinare il risultato del 2016, osserva l'Ismea, hanno concorso in particolare gli sviluppi negativi sui mercati cerealicoli e il brusco rientro delle tensioni dei prezzi per gli oli di oliva, dopo i forti rincari del 2015 determinati dall'eccezionale deficit produttivo di quell'anno.
Sul fronte dei costi a carico delle imprese agricole, le stime preliminari elaborate da Ismea per l'intera annata 2016 rivelano una riduzione nell'ordine del 2,2% rispetto al 2015. Un calo determinato principalmente dalla dinamica negativa dei costi energetici e dalla flessione dei prezzi dei mangimi, correlata al deprezzamento dei prodotti cerealicoli.
La prossima settimana riaprono le principali Borse merci nazionali. Il mercato dei cereali resta caratterizzato da un’offerta abbondantemente superiore alla domanda; sul mercato lattiero, che negli ultimi mesi ha registrato una ripresa delle quotazioni, va rilevata la battuta d’arresto dei listini del latte spot, commercializzato al di fuori dei contratti di fornitura. Alla Camera di commercio di Lodi il prodotto nazionale a fine dicembre ha chiuso le contrattazioni con un calo del 6,5 per cento.