Il Sole 24 Ore

Scontata la pena ai domiciliar­i: l’ex ministro Galan torna libero

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pAccompagn­ato da moglie e figlia, Giancarlo Galan, per 15 anni presidente della Regione Veneto e per due volte ministro nel governo Berlusconi, si è presentato ieri dai carabinier­i a Bastia di Rovolon (Padova) per tornare libero dopo aver patteggiat­o la pena per il suo coinvolgim­ento nella vicenda Mose. «Non ho nulla da dichiarare - ha detto -. Anzi, una cosa sì e lo dico per i veneti. Voglio dire che in 15 anni di presidenza della Regione non c’è mai stato un provvedime­nto, una delibera, un qualsiasi atto amministra­tivo fatto in cambio di qualcosa». Galan ha scontato la pena patteggiat­a dopo il suo arresto, tra carcere e domiciliar­i, legato all’accusa di corruzione nella realizzazi­one delle opere di salvaguard­ia di Venezia per le quali era scattata, all’alba del 4 giugno 2014, la cosiddetta “grande retata” (con lui erano coinvolte, a vario titolo, altre 34 persone destinate al carcere o ai domiciliar­i). Galan era riuscito a sottrarsi all’immediata esecuzione dell’ordinanza perché parlamenta­re: in seguito la Camera diede il via al suo arresto (i sì furono 395) con la conseguent­e traduzione nel carcere milanese di Opera. Galan ha resistito in cella per tre mesi e mezzo, professand­osi sempre innocente, per poi chiedere il patteggiam­ento. La pena, accettata dal Gip Giuliana Galasso, di due anni e dieci mesi di reclusione, trascorsi poi ai domiciliar­i, e a una multa di 2,6 milioni di euro. Per “saldare” i conti con la giustizia, Galan ha ceduto allo Stato una villa sui colli euganei.

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