Il Sole 24 Ore

Al «Futsal» ora giocano in più di 100mila

Dal 2008 i tesserati del Calcio a 5 sono quasi raddoppiat­i, ma resta grave la carenza degli impianti

- Tiziana Pikler

pP iù di 100mila tesserati, 2.500 società, tre milioni e mezzo di praticanti. Sono solo alcuni dei numeri della Divisione Calcio a cinque, o futsal dalla crasi Futebol de Salao (calcio da sala), che riparte da Andrea Montemurro, il nuovo presidente eletto lo scorso 19 dicembre, succeduto a Fabrizio Tonelli, in carica per diciannove anni.

La Divisione Calcio a cinque, che dal 1989 fa parte della grande famiglia della Lega Nazionale Dilettanti insieme all’attività maschile e femminile di calcio a 11 e al Beach Soccer, gestisce i campionati nazionali di Serie A (girone unico a 12 squadre), di serie A2 (due gironi, 28 squadre), di Serie B (7 gironi, 94 squadre), Serie A Elite Femminile (2 gironi, 17 squadre), Serie A Femminile (3 gironi, 38 squadre) e Under 21 (181 squadre).

Dal punto di vista sportivo, nel 2012 la nazionale maschile ha raggiunto il terzo posto all’Europeo in Croazia e al Mondiale in Thailandia, nel 2014 ha conquistat­o la rassegna continenta­le in Belgio. Lo scorso anno, invece, l’eliminazio­ne ai Mondiali per mano dell’Egitto negli ottavi di finale. Risultato poco lusinghier­o per un movimento che, negli ultimi nove anni, ha visto crescere in maniera importante il numero dei tesserati: dai 60.970 del 2008, è stata superata la soglia dei 100.000 nel 2015 (100.500), fino a raggiunger­e i 105.420 nel 2016. La regione che, nello stesso lasso di tempo, ha registrato l’incremento maggiore è il Lazio, passato dai 6.590 tesserati del 2008 ai 14.335 del 2016.

Dalla stagione sportiva 2011/2012 è stato istituito anche il primo Campionato nazionale di Serie A femminile, per un movimento in rosa che oggi conta circa 400 società con oltre 7mila tesserate.

Delle 2.500 società presenti in Italia, più di mille svolgono attività anche nel settore giovanile che, dal 2009 a oggi, ha visto un incremento del 13% delle squadre juniores, del 34% degli allievi e del 32% dei giovanissi­mi, con oltre 390 scuole calcio sul territorio nazionale.

«Lavorerò sulla centralità delle società, sull’aumento della visibilità mediatica e sulla ricerca delle risorse economiche attraverso sponsor – spiega il neopreside­nte Montemurro –. Dobbiamo ritrovare l’efficienza della Divisione Calcio a cinque nei confronti delle società, andare sul territorio attraverso le consulte regionali, capendo i problemi delle società e agendo in maniera efficace».

Un altro impegno sarà trovare un title sponsor per i campionati di serie A, maschile e femminile. «È un obbligo e un obiettivo che mi sono prefissato in campagna elettorale, fondamenta­le per la Divisione e per i campionati. Ci troviamo in una situazione in cui la stagione è già avviata, quindi non è facile cambiare. Alcuni contratti non verranno toccati fino a fine stagione. Il prossimo anno avremo un main sponsor per ogni categoria e uno per la Divisione», aggiunge Montemurro.

Rilevante anche il discorso legato all’impiantist­ica che ancora oggi presenta un deficit importante. «Credo che le società debbano cercare di ritrovare la propria territoria­lità. Dobbiamo aiutarle a costruire la loro casa. Le squadre che migrano devono essere un fenomeno in riduzione. Se dovessi costruire il palazzetto dei miei sogni, sarebbe fantasmago­rico. Mi immagino l’entusiasmo all’interno della struttura, perché quando le persone vengono a vedere il futsal devono essere attive e non passive», spiega ancora Montemurro.

A leggere i dati del primo conto economico del calcio italiano, presentato dalla Figc lo scorso mese di ottobre, il settore del calcio dilettanti­stico, nel corso della stagione sportiva 2014/2015, ha prodotto un fatturato aggregato di circa 913,3 milioni di euro con un ammontare dei costi di 919,9 milioni che ha quindi prodotto un risultato negativo di quasi 6,6 milioni di euro, dovuto per lo più ai risultati dei campionati di calcio a 11 maschile (-7.912.651) e femminile (-163.435).

In controtend­enza, invece, il risultato totale netto dei campionati di Calcio a cinque che hanno registrato un +212.658 euro, suddiviso in 45.826 euro per la serie A maschile, 38.791 euro per quello femminile a 22 squadre e 128.040 per gli altri campionati nazionali per un totale di 152 squadre. Il campionato con il miglior risultato netto medio per società è rappresent­ato dalla Serie A di Calcio a cinque maschile (4.166 euro), con un ricavo medio di 195.228 euro a fronte di un costo di 191.062 euro.

In termini generali, i ricavi medi di un’associazio­ne sportiva di calcio sono pari a 68.406 euro, dato superiore rispetto al fatturato medio di un’associazio­ne sportiva non calcistica (50.315 euro, in base ai dati Istat aggiornati al 20112012) ma significat­ivamente inferiore rispetto ai ricavi medi delle istituzion­i no-profit operanti al di fuori del settore sportivo (284.133 euro). Un ulteriore elemento di riflession­e per il nuovo presidente della Divisione Calcio a cinque, un movimento che si muove al confine tra il dilettanti­smo e il profession­ismo.

GLI IMPEGNI Per il neo presidente Andrea Montemurro è necessario trovare un title sponsor per i campionati di Serie A

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