Il sogno di Bono e il primato europeo
Il primo tentativo risale a dieci anni fa. Quando Giuseppe Bono, ceo di Fincantieri, evidenziò con forza la necessità di fermare con «un campione europeo dei mari» l’avanzata coreana nella cantieristica da crociera, uno dei pochi settori industriali in cui il Vecchio Continente è leader indiscusso. Ora come allora, il sogno del manager, che prima e più di altri ha capito l’importanza di consolidare un mercato globale come quello delle navi, si misura con Parigi. Nel 2007, però, l’ostracismo dei francesi ebbe la meglio e agevolò quei coreani che hanno spinto gli ex cantieri dell’Atlantique su un pericoloso crinale evitato solo grazie a ricche commesse. Adesso Bono ci riprova, convinto come dieci anni orsono che le vagheggiat e nozze preserverebbero il primato europeo sia nel settore passeggeri che nel militare, sfruttando l’eccellente know how delle due sponde. Un vantaggio per tutti, insomma. Sempre che il nazionalismo francese non resti ancora prigioniero della sua miopia. (Ce. Do.) strerebbe che un vero piano del breve raggio ancora non esiste. La compagnia ribatte che il piano che sarà illustrato al governo è un documento di 150 pagine, già approvato dal cda. Alle richieste delle banche di nominare due nuovi advisor “indipendenti” per valutare il piano, la compagnia fa notare che ci sono già tre consulenti (Sabre, Bain e Lazard). Ball lunedì indicherà una rosa di tre advisor, fra i quali le banche ne sceglieranno uno (tra i papabili McKinsey o Boston consulting group). Ieri tra le prime voci per la carica di nuovo a.d. di Alitalia è circolato il nome di Corrado Passera, l'ex ministro del governo Monti ed ex a.d. di Intesa che pilotò l'operazione Alitalia-Cai del 2008, che si rivelò un flop.