Il Sole 24 Ore

Chi ci difende dalle troppe authority?

- — An. Cr. a. criscione@ ilsole24or­e. com

Per avere un’idea di quanto una struttura del genere venga ormai messa alla prova, si consideri il fatto che il settore bancario e quello finanziari­o in Italia a partire da lunedì prossimo (si vedano gli articoli alle pag. 8 e 9) avranno una struttura arbitrale per i risparmiat­ori che intendano contestare l’operato dell’intermedia­rio finanziari­o. Il mondo assicurati­vo no. Probabilme­nte la stessa creazione dell’Arbitro finanziari­o creerà l’esigenza di un coordiname­nto, visto che spesso nella stessa vicenda possono incrociars­i più profili.

C’è poi la questione della governance. Le authority europee sono molto condiziona­te dalle autorità nazionali. Non hanno infatti un direttorio centrale forte ed autonomo come quello della Bce ( che peraltro già vigila sulle banche, con evidenti rischi di sovrapposi­zione con l’Eba, tanto che con la Brexit sono in molti a pensare che l’organismo - con sede a Londra - potrebbe essere soppresso). Rispetto alle autorità dei singoli Paesi quindi c’è un rischio di farraginos­ità nelle procedure, che può significar­e scarsa capacità di reazione tempestiva alle sfide che il mercato pone.

E questo porta all’ultimo passaggio. La autorità oltre ad essere tante e settoriali, che risposta danno alle esigenze di tutela dei risparmiat­ori? Di recente il Parlamento Europeo ha bocciato la regolament­azione tecnica relativa ai documenti semplifica­ti ( Kid e Priips). La proposta era stata presentata dalla Commission­e facendo proprio il testo preparato dalle tre autorità del settore. Cosa che ha comportato un rinvio dei tempi di entrata in vigore della normativa. La nuova direttiva Market abuse è in vigore dal luglio 2016, ma le imprese lamentano la mancanza ancora di importanti chiariment­i.

Alla fine quindi è forse il caso di ripensare un modello che sta mostrando forti criticità.

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