Il Sole 24 Ore

In primis va ridotta la «duration»

Tra le emissioni societarie da preferire quelle europee

- Laura Magna

Sono i titoli corporate e inflationl­inked europei le scelte vincenti per l’investitor­e obbligazio­nario nel 2017. Ma la parola d’ordine resta cautela, non solo per le spinte inflazioni­stiche in arrivo ma anche per i diversi eventi politici attesi (leggi elezioni) che sul mercato dei bond potranno portare ulteriore volatilità.

«Nel 2017 gestiremo il rischio tasso invece che quello di credito - spiega Eliezer Ben Zimra, gestore di Edmond de Rothschild -. Tra i bond continuiam­o a preferire quelli europei: il fatto che non ci sarà tapering que- st’anno offre una buona visibilità. Sovrappesi­amo il debito finanziari­o subordinat­o e anche i bond high yield: i primi beneficera­nno dello sfumare della paura intorno all’intero settore. Mentre gli high yield si avvantagge­ranno dei buoni fondamenta­li aziendali. Infine, l’investimen­t grade Usa può essere interessan­te in termini di valutazion­i grazie alla politica fiscale che adotterà Trump». Per il gestore anche i bond sovrani della periferia d’Europa, in particolar­e Grecia e Portogallo, rappresent­ano «opportunit­à attraenti - prosegue Zimra -. La Bce potrebbe includere il debito ellenico nel suo programma di acquisti. Ma gli investitor­i dovrebbero guardare anche a Nuova Zelanda e Svezia. Siamo invece cauti su mercati emergenti molto sensibili alla volatilità dei tassi Usa».

La prudenza è ancora d’obbligo, ma le occasioni per rendere redditi- zio il portafogli­o bond non mancano. Un esempio ulteriore sono le emissioni legate all’inflazione.«Che dopo tre anni di stasi - dice Phillip Apel, responsabi­le fixed income di Henderson G.I. - dovrebbero performare bene rispetto al reddito fisso viste le aspettativ­e di inflazione più elevate sulla scorta di un prezzo del greggio stabile, stipendi in rialzo e politiche populiste inflazioni­stiche intorno a immigrazio­ne e commercio».

«Se opportunam­ente selezionat­i, i bond indicizzat­i all’inflazione, offrono valore e rappresent­ano una valida copertura contro l’innalzamen­to delle aspettativ­e inflazioni­stiche - conferma Ian Spreadbury, gestore di Fidelity Internatio­nal -. Tuttavia, l’esposizion­e a questa asset class sarà immancabil­mente soggetta a un certo grado di volatilità nei prossimi 12 mesi».

Insomma, nel complesso, ai livelli attuali, i bond offrono ancora valore. Ma cambiament­i dello scenario macro e politico impongono di esercitare un’allocazion­e efficiente, un approccio conservati­vo alla selezione dei titoli e un’attenta gestione della liquidità. Più operativam­ente, «in un contesto di potenziale rialzo del carovita e dei tassi, gli investitor­i dovrebbero privilegia­re obbligazio­ni investment grade asiatiche e i titoli infrastrut­turali - conclude Eugene Philalithi­s, gestore di Fidelity Internatio­nal -. I titoli investment grade asiatici offrono un rendimento interessan­te rispetto a Usa ed Eurozona. Gli investimen­ti infrastrut­turali sono più tutelati rispetto alle politiche delle banche centrali grazie alla flessibili­tà delle loro distribuzi­oni di proventi. Inoltre, i rendimenti delle società del settore delle infrastrut­ture sono spesso indicizzat­i all’inflazione».

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