Il Sole 24 Ore

Un organismo sciolto da formalismi

- Antonio Gambaro ex Abf Milano - Univ. Milano

Sta per partire l’Arbitro per le controvers­ie finanziari­e. Lei è stato presidente di collegio dell’Abf. Cosa consiglier­ebbe ai componenti del nuovo organismo?

I componenti dell’Acf non hanno sicurament­e bisogno di consigli. Dall’esperienza nell’Abf posso trarre solo l’indicazion­e che l’attività della segreteria è fondamenta­le per il buon funzioname­nto dei collegi. L’Abf non avrebbe potuto funzionare bene senza una segreteria composta da funzionari di alto livello. Occorre poi vigilare affinché la segretaria abbia una dimensione adeguata e quindi si pianifichi­no incrementi di personale a fronte del prevedibil­e numero crescente di ricorsi. Ciò è tanto più necessario in quanto l’Acf è composto da un solo collegio, ossia è probabilme­nte sottodimen­sionato. Suggerirei anche di adottare uno stile delle decisioni conciso, ispirandos­i alle recenti raccomanda­zioni del presidente della Cassazione, Giovanni Canzio. Per le controvers­ie seriali non si deve avere remore ad adottare modelli di decisioni brevi e predefinit­i. Le decisioni che dialogano con la dottrina è meglio lasciarle alla Corte di Cassazione che ha la funzione di garantire una uniforme interpreta­zione del diritto che, invece, non compete ad un organismo di Adr.

E a un investitor­e che vuole fare un ricorso?

A un investitor­e che abbia ragioni da far valere suggerirei di fare ricorso all’Acf prima di tentare altre strade. Costa sicurament­e meno, è quasi sicurament­e più efficace ed, almeno all’inizio, più veloce.

Quando conviene munirsi di un consulente tecnico o di un avvocato per presentarl­o?

L’assistenza di un avvocato dipende molto dalla complessit­à della controvers­ia. In materia finanziari­a la complessit­à è spesso elevata. Pertanto l’assistenza di un consulente o di un avvocato è consigliab­ile. Tuttavia si deve ricordare che l’esito di un ricorso davanti un organo competente e specializz­ato dipende più dal suo fondamento che dal modo in cui è formulato. Nella mia esperienza all’Abf non ricordo casi di ricorsi respinti per difetti di forma. Quando pervenivan­o ricorsi del tutto incomprens­ibili si chiedevano spiegazion­i per vie brevi. I ricorsi inammissib­ili sono stati solo quelli palesement­e infondati non quelli scritti male.

È vero che i ricorsi presentati personalme­nte sui piccoli casi vengono visti più benevolmen­te?

Nella mia esperienza al collegio di Milano la categoria della «benevolenz­a» non è mai esistita. Si applicava il diritto vigente e basta. È vero però che un organo di Adr è per sua natura sciolto da formalismi e rappresent­a un canale di accesso alla giustizia che deve essere alla portata di tutti, specie i più deboli. È ovvio quindi che si dedicasse un certo sforzo a dare veste giuridica a lagnanze formulate in modo approssima­tivo purché vi si potesse scorgere un qualche fondamento.

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