Dal lavoro le sfide sulle pensioni
Il lavoro oggi è molto diverso da quello di venti ani fa. Oggi è molto meno probabile che si spenda l’intera carriera lavorando per un’unica azienda o amministrazione, o anche solo facendo un solo tipo di lavoro. Tecnologia in accelerazione e pressione competitiva impongono ristrutturazioni, chiusure, riforme che richiedono ai lavoratori altrettanti adattamenti, spesso piuttosto marcati. È molto probabile che un giovane cominci come impiegato nel pubblico per finire come piccolo imprenditore privato, e in mezzo più esperienze di lavoro dipendente. Qual è la probabilità che un dentista fra 15 anni debba riconvertirsi e fare un altro mestiere? Oggi sicuramente molto più elevata di quanto non fosse nel 1970. E questo vale per tutte le altre professioni, inclusa quella del giornalista. In un mondo siffatto, non ha senso avere casse pensionistiche separate, ognuna con le sue regole e con barriere alla trasportabilità delle contribuzioni. Sarebbero un grave impedimento a questa mobilità, con grave pregiudizio per l’efficiente allocazione delle risorse (un lavoratore potrebbe non cambiare lavoro e farne uno dove è più produttivo, perché troppo costoso dal punto di vista pensionistico). L’ideale sarebbe una cassa unica dove tutti versano – per la pensione pubblica – o pensioni private facilmente trasferibili da un gestore a un altro. L’unificazione di Inps e Inpdap va in questa direzione, ma lascia un’eredità da gestire per tutti coloro che hanno avuto carriere mezzo pubbliche e mezzo private. Ricongiungere le contribuzioni è stato finora oneroso perché basate su regole diverse. Una buona notizia è che nella nuova legge finanziaria il governo esteso il cosiddetto cumulo gratuito, la possibilità di riunire i contributi maturati presso gestioni diverse in un’unica gestione e usare questa somma per definire i requisiti di pensionamento della vecchiaia. Aspetto importante, queste estensioni si applicano alle casse professionali, e quindi anche al dentista dell’esempio di cui sopra. A regime, la pensione che una persona otterrà da qualunque istituto sarà una pari alla rendita del cumulo dei contributi ovunque versati. È un passo importante nella direzione giusta.