Lettore vuole chiarimenti sul Fi sco dello zero coupon
Chiedo il vostro giudizio circa l’esattezza dell’ammontare della tassazione effettuata dalla mia banca sulla seguente operazione: acquisto il 10 ottobre 2006 di uno zero coupon Deutsche Bank (51.645,00 euro di nominale) al corso di 28,61 euro per un costo totale di 14.776,00 euro; vendita dello zero coupon il 14 luglio 2016 al corso di 74,68 per un ricavo di 38.569,00 euro e con una plusvalenza (interessi maturati) quindi di 23.793 euro. Su detta plusvalenza la banca ha trattenuto a titolo di imposta 5.943 euro, corrispondenti ad un’aliquota del 24,98%. La cifra non mi torna considerando che l’aliquota in essere fino al 1° gennaio 2012 era il 12,50% e che la stessa da tale data veniva elevata al 20% fino al 1° luglio 2014 e che in seguito è infine passata al 26%. Inoltre va tenuto presente che la valorizzazione del titolo in oggetto effettuata dalla banca stessa risultava essere al 1° gennaio 2012 pari a 21.593,00 (pari al corso del titolo di 41,81 moltiplicato per 51.645) con una plusvalenza maturata quindi di 6.817,00 ( 21.59314.776) e relativa imposta al 12,50% di 852,13. Al 1° luglio 2014 invece la cifra era pari a 40.563 euro (corso del titolo 78,54), superiore quindi a quello del 2016, per cui riportando lo stesso al prezzo poi effettivo di vendita di 74,68, la plusvalenza maturata, e tassabile a tale data nella misura del 20%, risulta in 17.050 euro (39.56821.593) per un importo di 3.410 euro. Pertanto l’ammontare dell’imposta doveva essere di 4.262,13 euro (852,13+ 3.410) con una eccedenza fra quella dovuta e l’applicata quindi di ben 1.681 euro.
«Posto che il titolo in questione genera sia redditi di capitale (interessi) sia redditi diversi (capital gain/minus) occorre risalire ai contenuti rispettivamente delle circolari dell’Agenzia delle Entrate 11/E del 28 marzo 2012 e 19/E del 27 giugno 2014 laddove sono fornite istruzioni circa il cambiamento di aliquota da conteggiarsi separatamente per le due componenti reddituali (interessi e diversi), spiega Renzo Parisotto, consulente fiscale del gruppo Ubi.
In particolare si ricorda che per gli interessi debba applicarsi il meccanismo di cui al Decreto Legislativo 239/96 (vedi addebito/accredito secondo l’aliquota vigente sugli interessi maturati) così come per plusvalenze e minusvalenze rilevate in un regime amministrato si debbano considerare anche i risultati dalla negoziazione di altri titoli presenti nel rapporto.
«In sintesi non può quindi farsi riferimento ad un reddito unitario prodotto durante la detenzione del titolo così come ipotizzato, ma è necessario risalire alla separata quantificazione e tassazione delle due componenti», conclude Parisotto.