Investitori e Borse, idillio alla prova
Preoccupazione per i dati provvisori sull’occupazione americana
I mercati finanziari sono entrati nel 2017 accompagnati dalla propensione al rischio, che ha fatto salire le azioni e lasciato alla deriva le obbligazioni. Ma giovedì un’improvvisa fiammata di volatilità ha ricordato che il clima di fondo resta teso.
Wall Street ha inaugurato l’anno a velocità di crociera, sempre a un soffio da nuovi massimi storici; l’Europa è partita in spolvero, con Piazza Affari e le banche a guidare i recuperi, dopo un 2016 da fanalino di coda; Tokyo ha risposto con entusiasmo alle aspettative di rialzo che gli analisti ripongono negli esportatori giapponesi favoriti dallo yen debole; la Cina si è incanalata nell’ottimismo diffuso anche grazie ai buoni dati della manifattura e dei servizi, e i flussi di capitale hanno beneficiato tutti i mercati emergenti.
Tuttavia, l’idillio tra investitori e le Borse si è incrinato. Il motivo, apparentemente, è stato fornito dalla stima dell’agenzia Adp sull’occupazione americana (il numero ufficiale è giunto ieri, il giorno successivo alla chiusura di Plus24), in calo rispetto alle ultime rilevazioni. Eppure, il dato viene di solito preso con le pinze, perché facile a smentite, sebbene facesse il paio con la componente del lavoro sottotono del settore servizi. Inoltre, la sera precedente era passata inosservata anche la pubblicazione dei verbali della banca centrale Usa, in cui si sottolinea che sono molte le incertezze che gravano sull’economia a stelle e strisce. Probabilmente, gli operatori erano già pronti a monetizzare qualche guadagno, dato che avevano innescato la retromarcia poco prima che la stima Adp fosse rilasciata. Certo è che dall’elezione di Trump la Borsa di New York è tornata a dirigere i parterre mondiali. Gli indici delle Borse europee, ben intonati, hanno invertito la tendenza insieme all’S&P500; gli acquisti, invece, sono tornati ai porti ritenuti più sicuri, come i titoli di Stato americani e tedeschi, a scapito delle obbligazioni degli emittenti ritenuti meno affidabili, come quelle italiane. Il premio di rendimento rispetto al Bund chiesto per comprare il BTp decennale, infatti, è aumentato di nuovo verso l’1,7%. Il dollaro si è adeguato allo scemare dell’euforia e ha ripiegato violentemente contro le principali valute: sull’euro ha perso il 2% in un paio d’ore, passando da 1.04 a 1.06.