Tra i petroliferi scelgo Anadarko Petroleum
È l’unica società che ha generato free cash flow nella fase ribassista del greggio
Cosa ci lascia in eredità il 2016? Quali le sfide nei primi mesi del 2017 e i possibili driver?
Nel 2016 i mercati avevano cercato un nuovo modus operandi, dal momento che l’intervento delle Banche Centrali stava esaurendo la sua efficacia. Attualmente pare che l’orientamento sia quello di una tendenza generalizzata a favore di politiche fiscali più espansive, a partire dagli Stati Uniti. Si sta delineando un nuovo contesto, contrassegnato da inversione di tendenza dei tassi di interesse, apprezzamento delle valute nei paesi che attraggono capitali, rotazione settoriale capillare e geografica sui mercati azionari. Tuttavia questa variazione è guidata da cambiamenti significativi in termini di leadership politica, che potrebbero esercitare nuove pressioni sulla coesione dell’Eurozona.
Che cosa cambia ora che la Fed ha rialzato i tassi?
Mentre l’aumento dei tassi sui Fed Fund a dicembre era stato ampiamente scontato dai mercati, non si può dire lo stesso dell’aumento delle stime per altri tre rialzi dei tassi nel 2017. A nostro avviso verrà adottata una linea dura, in considerazione del continuo aumento dell’inflazione previsto e delle eventuali politiche reflazionistiche del nuovo governo.
Che cosa si aspetta da Trump e quali le implicazioni sui mercati?
Trump ha fatto un passo indietro rispetto ai suoi primi proclami, alimentando fortemente la fiducia tra gli investitori. Considerato il sostegno unanime sugli investimenti in infrastrutture e sulla riforma della tassazione delle imprese, ci aspettiamo un impatto positivo sulla crescita. La questione è in quale misura e con quali tempi. In questo contesto i mercati azionari e i settori sensibili alla crescita dovrebbero continuare a essere favoriti, nonostante convenga aspettare tempi migliori per investire, considerato l’attuale apprezzamento euforico dei mercati. Gli investitori obbligazionari potranno continuare a effettuare rotazioni dei portafogli a favore dei titoli azionari esercitando pressioni sui rendimenti, mentre il credito corporate continuerà a beneficiare di tassi di finanziamento piuttosto bassi.
Come siete posizionati sugli
E per quanto riguarda la Brexit? Cosa ci dobbiamo aspettare?
L’economia del Regno Unito sta risentendo di un aumento dell’inflazione dovuta alle importazioni e da un calo della produzione. Riteniamo che una Brexit difficile avrebbe un impatto di ampia portata su un’economia il cui reddito nazionale dipende fortemente dai servizi e che presenta importazioni significative. L’Eurozona è inoltre vulnerabile nei confronti del rallentamento della crescita britannica e Germania, Paesi Bassi e Francia ne risentirebbero maggiormente. Siamo convinti che sulla Brexit verrà raggiunto un compromesso conciliante.
Quali sono i settori sui quali avete l’esposizione più rilevante?
Le politiche fiscali reflazionistiche alimenteranno un ciclo di investimenti già in miglioramento. Riteniamo che la rotazione a favore dei settori ciclici e a discapito dei mercati obbligazionari, proseguirà. Sui mercati sviluppati privilegiamo quei settori in evoluzione positiva, quali energia e finanziari, così come quelli in espansione sul lungo periodo, come ad esempio vendite online e internet.
Per quanto riguarda il comparto obbligazionario qual è la sua visione?
Il 2017 sarà un altro anno caratterizzato da volatilità, tuttavia riteniamo che esista una vasta gamma di opportunità ora che la politica monetaria avrà un’influenza minore. Gli investitori dovranno coprire il rischio di inflazione e quello di aumento dei tassi nei paesi core tramite strategie sulla duration bassa o negativa e attraverso la gestione attiva. Si possono trovare altre opportunità sul mercato obbligazionario corporate, in particolare nel debito finanziario di emittenti solidi, considerato il protrarsi della fase pluriennale di riduzione della leva finanziaria. In termini opportunistici, con l’estensione del ciclo economico negli Stati Uniti non prevediamo un altro anno di drastici sell-off, come è accaduto nel settore energetico, ma ci aspettiamo di trovare opportunità nell’ambito dei titoli high yield e nel credito strutturato. Gli esportatori di materie prime sui mercati emergenti per il 2017 offrono ancora possibilità di investimenti interessanti nei titoli governativi locali a tassi di interesse reali elevati. Preferiremmo evitare i paesi ancora sensibili all’aumento dei tassi negli Stati Uniti, come la Turchia e il Sudafrica.
E ora potrebbe indicarmi quali sono le aziende che le piacciono di più?