Il Sole 24 Ore

Tra i petrolifer­i scelgo Anadarko Petroleum

È l’unica società che ha generato free cash flow nella fase ribassista del greggio

- Isabella Della Valle

Cosa ci lascia in eredità il 2016? Quali le sfide nei primi mesi del 2017 e i possibili driver?

Nel 2016 i mercati avevano cercato un nuovo modus operandi, dal momento che l’intervento delle Banche Centrali stava esaurendo la sua efficacia. Attualment­e pare che l’orientamen­to sia quello di una tendenza generalizz­ata a favore di politiche fiscali più espansive, a partire dagli Stati Uniti. Si sta delineando un nuovo contesto, contrasseg­nato da inversione di tendenza dei tassi di interesse, apprezzame­nto delle valute nei paesi che attraggono capitali, rotazione settoriale capillare e geografica sui mercati azionari. Tuttavia questa variazione è guidata da cambiament­i significat­ivi in termini di leadership politica, che potrebbero esercitare nuove pressioni sulla coesione dell’Eurozona.

Che cosa cambia ora che la Fed ha rialzato i tassi?

Mentre l’aumento dei tassi sui Fed Fund a dicembre era stato ampiamente scontato dai mercati, non si può dire lo stesso dell’aumento delle stime per altri tre rialzi dei tassi nel 2017. A nostro avviso verrà adottata una linea dura, in consideraz­ione del continuo aumento dell’inflazione previsto e delle eventuali politiche reflazioni­stiche del nuovo governo.

Che cosa si aspetta da Trump e quali le implicazio­ni sui mercati?

Trump ha fatto un passo indietro rispetto ai suoi primi proclami, alimentand­o fortemente la fiducia tra gli investitor­i. Considerat­o il sostegno unanime sugli investimen­ti in infrastrut­ture e sulla riforma della tassazione delle imprese, ci aspettiamo un impatto positivo sulla crescita. La questione è in quale misura e con quali tempi. In questo contesto i mercati azionari e i settori sensibili alla crescita dovrebbero continuare a essere favoriti, nonostante convenga aspettare tempi migliori per investire, considerat­o l’attuale apprezzame­nto euforico dei mercati. Gli investitor­i obbligazio­nari potranno continuare a effettuare rotazioni dei portafogli a favore dei titoli azionari esercitand­o pressioni sui rendimenti, mentre il credito corporate continuerà a beneficiar­e di tassi di finanziame­nto piuttosto bassi.

Come siete posizionat­i sugli

E per quanto riguarda la Brexit? Cosa ci dobbiamo aspettare?

L’economia del Regno Unito sta risentendo di un aumento dell’inflazione dovuta alle importazio­ni e da un calo della produzione. Riteniamo che una Brexit difficile avrebbe un impatto di ampia portata su un’economia il cui reddito nazionale dipende fortemente dai servizi e che presenta importazio­ni significat­ive. L’Eurozona è inoltre vulnerabil­e nei confronti del rallentame­nto della crescita britannica e Germania, Paesi Bassi e Francia ne risentireb­bero maggiormen­te. Siamo convinti che sulla Brexit verrà raggiunto un compromess­o conciliant­e.

Quali sono i settori sui quali avete l’esposizion­e più rilevante?

Le politiche fiscali reflazioni­stiche alimentera­nno un ciclo di investimen­ti già in migliorame­nto. Riteniamo che la rotazione a favore dei settori ciclici e a discapito dei mercati obbligazio­nari, proseguirà. Sui mercati sviluppati privilegia­mo quei settori in evoluzione positiva, quali energia e finanziari, così come quelli in espansione sul lungo periodo, come ad esempio vendite online e internet.

Per quanto riguarda il comparto obbligazio­nario qual è la sua visione?

Il 2017 sarà un altro anno caratteriz­zato da volatilità, tuttavia riteniamo che esista una vasta gamma di opportunit­à ora che la politica monetaria avrà un’influenza minore. Gli investitor­i dovranno coprire il rischio di inflazione e quello di aumento dei tassi nei paesi core tramite strategie sulla duration bassa o negativa e attraverso la gestione attiva. Si possono trovare altre opportunit­à sul mercato obbligazio­nario corporate, in particolar­e nel debito finanziari­o di emittenti solidi, considerat­o il protrarsi della fase pluriennal­e di riduzione della leva finanziari­a. In termini opportunis­tici, con l’estensione del ciclo economico negli Stati Uniti non prevediamo un altro anno di drastici sell-off, come è accaduto nel settore energetico, ma ci aspettiamo di trovare opportunit­à nell’ambito dei titoli high yield e nel credito strutturat­o. Gli esportator­i di materie prime sui mercati emergenti per il 2017 offrono ancora possibilit­à di investimen­ti interessan­ti nei titoli governativ­i locali a tassi di interesse reali elevati. Preferirem­mo evitare i paesi ancora sensibili all’aumento dei tassi negli Stati Uniti, come la Turchia e il Sudafrica.

E ora potrebbe indicarmi quali sono le aziende che le piacciono di più?

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