Fondi comuni, nel 2016 il 78% ha perso la sfida con i mercati
Solo uno su cinque. Nel 2016 sono stati un po’ pochi (22%) i gestori di fondi comuni italiani che hanno superato l’asticella del benchmark, ovvero il parametro scelto dal gestore per dare indicazione su quali mercati investe e consentire al sottoscrittore di valutare ex-ante i rischi/opportunità dell’investimento ed ex-post la qualità del servizio offerto. Non è un gran risultato se si pensa che per affidare i soldi a un gestore professionale si pagano fior di commissioni. Su un campione di 318 fondi che comunicano con puntualità ogni settimana a Plus24 le variazioni a un anno del benchmark prescelto per ogni singolo fondo (in virtù della circolare Assogestioni n°1653 del 2000), soltanto 70 nell’ultimo anno hanno fatto meglio del parametro di riferimento. L’analisi non contempla i dati dei fondi e Sicav domiciliati all’estero (perché non sono obbligati a comunicare con tempestività al mercato il raffronto dei risultati conseguiti con il benchmark) e, più in generale, sono sottratti a questa incombenza tutti i fondi che rientrano nella macro-categoria dei fondi flessibili. E forse anche per questo negli ultimi anni oltre il 90% dei nuovi fondi lanciati sul mercato vengono autoclassificati dalle società di gestione nel gran calderone dei fondi flessibili.
La rilevanza del benchmark in questi giorni è stata sottolineata anche dalla Cassazione, come è possibile leggere nell’analisi pubblicata a pagina 14. Accolto con favore dall’associazione dei gestori nel 2000, l’obbligo di confrontarsi con un benchmark ha via-via trovato sempre minor consenso tra le società di gestione sulla scia della manifesta difficoltà di batterlo. La percentuale di “successo” del 22% è in linea con i risultati conseguiti in media dai gestori in questi 16 anni di confronto: solo nel biennio 2012-13 i gestori avevano toccato la percentuale di “vittorie record” del 45% nella continua sfida contro con i mercati. Negli altri anni, eccetto il 2009 (43%), la percentuale di fondi con performance superiori all’asticella del benchmark è oscillata impietosamente tra un minimo del 10% e un massimo del 25%.
Nel 2016 tra i fondi che si distinguono in posivito vanno segnalati i risultati del fondo Anima Geo Globale Y tra i fondi azionari internazionali che ha chiuso l’anno con un guadagno superiore al 23%, con un +11% rispetto alla performance del benchmark (95% Msci World Net Total Return in Euro + 5% BofA Merrill Lynch Euro Treasury Bill Gross Total Return in Euro) e tra i fondi azionari Italia quelli del fondo UBI Pramerica Azioni Italia che ha messo a segno il 3,8% in un anno in cui il suo benchmark (95% Comit Performance R Index + 5% The BofA Merrill Lynch Euro Treasury Bill Index) ha perso il 2,1 per cento.