Cabina di regìa, la guida a Leonardi
pIl cambio di Governo non ha cancellato l’unità di missione attivata all’inizio del 2016 e affidata alla guida del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini. La “policy unit” voluta da Matteo Renzi per la supervisione della politica economica e fiscale, focalizzata in particolare sulla previdenza e il welfare, il lavoro e l’università resta intatta e il suo coordinamento è stato ora affidato a Marco Leonardi, economista 45enne dell’Università di Milano che risponderà direttamente al premier, Paolo Gentiloni.
Se Tommaso Nannicini ha lasciato il Governo per affiancare il segretario del Pd nella stesura del programma per le prossime elezioni, che secondo gli obiettivi non dovrebbero arrivare oltre il mese di giugno, al gruppo di tecnici confermato da Gentiloni resta il delicatissimo compito di garantire l’attuazione delle principali misure che loro stessi hanno messo a punto sulle pensioni, il lavoro e l’università. A comporre il gruppo è lo stesso nucleo ristretto del debutto: nove economisti e tecnici di diversa estrazione (con provenienze dalla Banca d’Italia, Ragioneria e Inps, oltreché dall’Università) cui si aggiunge un secondo raggruppamento più allargato cui partecipano tecnici di diverse amministrazioni coinvolti in specifici ambiti tematici. «Si tratta di una struttura molto simile a quelle presenti negli Esecutivi dei principali paesi Ocse - spiega Leonardi - e dopo i primi 11 mesi di rodaggio ora siamo più che attrezzati per garantire un servizio alla Presidenza del Consiglio nell’attuazione di diverse parti della legge di Bilancio».
Il lavoro dei prossimi giorni sarà concentrato sui provvedimenti attuativi dell’Ape, l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica, che nelle sue diverse forme debutterà in maggio. Per far partire questo nuovo strumento di natura sperimentale servono tre decreti del presidente del Consiglio (Dpcm) e un paio di decreti ministeriali da adottare con il concerto di Lavoro ed Economia. Atti amministrativi cui si aggiungono gli accordi quadro con Abi e Ania e la convenzione Inps–Mef sul Fondo di garanzia.
La “policy unit”, sempre in tan-
I PRIMI IMPEGNI Attuazione del pacchetto previdenza ma anche il «nodo» Jobs act se la Corte costituzionale giudicherà ammissibili i referendum
dem con i ministeri competenti, lavorerà anche ad altri provvedimenti in queste primissime settimane (si veda l’articolo a fianco) e sarà coinvolta a pieno titolo nel confronto sulle eventuali mosse da adottare se, mercoledì, la Corte costituzionale giudicherà ammissibili i tre quesiti referendari presentati dalla Cgil sui voucher, le regole per i licenziamenti e la responsabilità solidale tra committente e appaltatore. Temi delicatissimi, da un lato perché riguardano la struttura del Jobs act e dall’altro i rapporti con i sindacati, con i quali in materia di previdenza palazzo Chigi aveva saputo tessere una trama dialogante negli ultimi mesi prima del referendum costituzionale.