Il Sole 24 Ore

Domande autorispon­denti

- Roberto Casati Achille Varzi

Come hai risposto tu dicendo «Eccomi». E se non puoi rispondere? Appunto, la domanda resta orfana. Se tu non fossi stata in casa, non mi avresti risposto. Avrei aspettato inutilment­e di sentire la frase «No, non c’è nessuno in casa», che per l’appunto non potevi pronunciar­e perché non c’eri, in casa.

Ci sono molte altre domande cui puoi rispondere solo in un certo modo, data la domanda.

Lei. Lui.

Lei. Lui. Lei. Lui. Lei. Lui.

Per esempio? Ti sto parlando? Sì. Ti ho appena fatto una domanda? Sì. D’accordo, ho capito, ma a questo punto tutte le domande sono tali che puoi risponderv­i solo in un certo modo, se non vuoi mentire. Piove? Sì. Hai mangiato una pizza? No. E via dicendo. Avere la possibilit­à di rispondere solo in un certo modo data la domanda non basta per creare queste domande strane che rischiano di diventano orfane. Dev’essere il fatto stesso di porre la domanda a vincolare la risposta, non il contenuto della domanda.

Il problema delle domande orfane è che sono a volte domande inutili. Se non fossi stata in casa, avresti potuto andare avanti a chiedere «C’è qualcuno in casa?» all’infinito, e ti saresti ben presto reso conto che il tuo domandare era vano.

Ci sono molte domande che restano senza risposta.

Sì, certo, la scienza propone domande che probabilme­nte non avranno mai risposta. Ma nel tuo caso sono le condizioni in cui è posta la domanda, il

Lei.

Lui.

Lei.

contesto, che rende la domanda orfana. Tra l’altro, nota che avresti dovuto formulare la tua domanda in un modo un tantino diverso. Avresti dovuto chiedere: «Oltre a me, c’è qualcuno in casa?»; altrimento la tua domanda non avrebbe mai potuto restare orfana, perché comunque tu saresti stato in casa, e quindi avresti dovuto rispondere di sì.

È vero, ci sono domande autorispon­denti. «Sto facendo una domanda?» Ma queste sappiamo bene che è inutile porle.

Aspetta un momento. (Si reca nell’officina, riemerge dopo mezz’ora con un congegno nero.) Senti, per farti piacere, ho pensato di installare un piccolo rispondofo­no.

Lui.

Lei. Lui. Lei.

E che cos’è mai un rispondofo­no? Aspetta che lo programmo… freccia in alto, tasto a destra, ecco qui: se c’è qualcuno in casa e lui sente la domanda «C’è qualcuno in casa ?» non risponde, ma se non c’è nessuno in casa e lui sente la domanda, allora risponde «No, non c’è nessuno in casa». Così la tua domanda non resta orfana.

Grazie, che pensiero gentile. Anche se dopo un po’ mi sa che rischierò di diventare amico del rispondofo­no… sempre così cortese nel risponderm­i per compiacerm­i… Ma allora a quel punto, quando mi dirà che non c’è nessuno in casa… gli dovrò dare del bugiardo!

Lui.

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