Commissario, un incarico è per sempre (o quasi)
Forse non sarà la poltrona più longeva d’Italia, ma certo è ben posizionata: è l’incarico di commissario straordinario per la ricostruzione post-terremoto in Irpinia del 1980, prolungato fino a dicembre 2017. Correggendo la (frettolosa?) decisione di far cessare l’incarico a fine 2013.
Il commissario straordinario per l’Irpinia non è l’unica poltrona di questo tipo confermata dal decreto milleproroghe: ci sono anche, tra gli altri, quello per la galleria Pavoncelli e quello per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006.
L’Italia è il paese dei commissari. Ci sono quelli sportivi - a cominciare dalla guida della nazionale di calcio -, quelli polizieschi - in auge in questi ultimi anni nella versione televisiva - e quelli di nomina politica. Questi ultimi non solo sono tanti - così numerosi che non si riesce a tenerne il conto o almeno nessuno ci ha mai tentato; non si sbaglia, però, a considerarli centinaia - ma in qualche caso sono anche “eterni”. Attraversano i decenni nonostante l’emergenza sia finita da un pezzo.
Perché è soprattutto quando le cose non vanno che scendono in campo i commissari designati dalle istituzioni. Ed è per questo che si definiscono «straordinari». Così è successo dopo l’ultimo terremoto che ha colpito l’alto Lazio, l’Umbria e le Marche e a gestire la ricostruzione è stato chiamato Vasco Errani. Così accadde quando la terrà tremò il 23 novembre 1980 e rase al suolo l’Irpinia e parte della Basilicata e provocò migliaia di morti. Anche allora si ricorse al commissario, che dopo 36 anni è ancora al suo posto. Non si tratta della stessa persona - il primo a ricoprire l’incarico fu Giuseppe Zamberletti - ma questo poco conta. Quell’ufficio nato più di tre decenni orsono ha ancora da fare.
Lo conferma il decreto legge milleproroghe (Dl 244/2016), che ha concesso un altro anno al commissario ad acta del terremoto dell’Irpinia per portare a termine il proprio lavoro. E non si tratta dell’unico commissario di lungo corso: c’è anche quello per la galleria Pavoncelli, dal 1998 alle prese con la realizzazione di un’ opera idrica che coinvolge le Regioni Campania e Puglia e che deve assicurare il rifornimento d’acqua di quest’ultima e che il milleproroghe ha deciso di tenere in sella ancora fino alla fine di quest’anno. Salvo, ovviamente, ulteriori ripensamenti.
Il destino dei commissari “veterani” è, infatti, indissolubilmente legato alle continue proroghe. Quello dell’Irpinia ha addirittura intravisto la parola “fine”. Il Governo aveva infatti deciso di farne cessare l’attività il 31 dicembre 2013. Salvo, poi, nella primavera del 2014 ritornare sui propri passi e con il decreto legge 73 del 2014 farlo “risorgere” fino al 31 dicembre 2016. Con lo stesso provvedimento si intervenne anche sulla gestione straordinaria della Galleria Pavoncelli, diluendone il termine da fine 2014 al 31 dicembre 2016. Salvo poi, allungare il destino di entrambi fino al 31 dicembre 2017. Lo straordinario che diventa ordinario.
Eppure, che ci si voglia credere o no, anche il commissario dell’Irpinia ha, dopo tutto questo tempo, ancora qualcosa da fare. Ritardi ingiustificabili, conseguenza della politica declinata come voto di scambio e delle sue collusioni con la criminalità organizzata. Tuttavia, ci sono opere da portare a termine e soldi da spendere. Tanto che il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con un decreto dell’ottobre scorso ha istituito un comitato tecnico - formato da esperti, rappresentanti della Regione e degli enti locali - che, a titolo gratuito, devono fare il punto sulle attività ancora in corso connesse al terremoto del 1980 e coordinare gli interventi non conclusi. Inoltre, il neo-comitato ha anche avviato una ricognizione dei fondi destinati alla ricostruzione e che invece giacciono nella casse dei comuni. Si tratta spesso di risorse destinate a opere private di interesse pubblico - come la conservazione del patrimonio culturale, il rinnovo urbano, la messa in sicurezza degli edifici - rimaste bloccate per tutti questi anni. Forse l’opera congiunta di commissario e comitato riusciranno a scrivere la parola fine sul terremoto di 36 anni fa.
Quelli dell’Irpinia e della galleria Pavoncelli non sono, tuttavia, gli unici commissari a rimanere in attività grazie al milleproroghe. C’è anche il commissario liquidatore dell’Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici di Torino 2006, che avrebbe dovuto terminare l’incarico agli inizi del 2011, e invece se ne riparlerà nel dicembre prossimo. Altrettanto dicasi per l’Unità tecnico-amministrativa legata alla gestione commissariale dell’emergenza rifiuti in Campania, alla quale è stato concesso un altro anno. Anche al direttore generale del Grande progetto Pompei (anche questo una sorta di commissario) è stato accordato un anno in più per confluire nella soprintendenza di Pompei. Accadrà a partire dal 1° gennaio 2018 e quello sarà il segnale di un ritorno alla gestione ordinaria. Il commissario dell’Irpinia insegna, però, che per chiudere lo “straordinario” c’è sempre tempo.