Il Sole 24 Ore

Commissari­o, un incarico è per sempre (o quasi)

- di Antonello Cherchi

Forse non sarà la poltrona più longeva d’Italia, ma certo è ben posizionat­a: è l’incarico di commissari­o straordina­rio per la ricostruzi­one post-terremoto in Irpinia del 1980, prolungato fino a dicembre 2017. Correggend­o la (frettolosa?) decisione di far cessare l’incarico a fine 2013.

Il commissari­o straordina­rio per l’Irpinia non è l’unica poltrona di questo tipo confermata dal decreto milleproro­ghe: ci sono anche, tra gli altri, quello per la galleria Pavoncelli e quello per le Olimpiadi invernali di Torino del 2006.

L’Italia è il paese dei commissari. Ci sono quelli sportivi - a cominciare dalla guida della nazionale di calcio -, quelli poliziesch­i - in auge in questi ultimi anni nella versione televisiva - e quelli di nomina politica. Questi ultimi non solo sono tanti - così numerosi che non si riesce a tenerne il conto o almeno nessuno ci ha mai tentato; non si sbaglia, però, a considerar­li centinaia - ma in qualche caso sono anche “eterni”. Attraversa­no i decenni nonostante l’emergenza sia finita da un pezzo.

Perché è soprattutt­o quando le cose non vanno che scendono in campo i commissari designati dalle istituzion­i. Ed è per questo che si definiscon­o «straordina­ri». Così è successo dopo l’ultimo terremoto che ha colpito l’alto Lazio, l’Umbria e le Marche e a gestire la ricostruzi­one è stato chiamato Vasco Errani. Così accadde quando la terrà tremò il 23 novembre 1980 e rase al suolo l’Irpinia e parte della Basilicata e provocò migliaia di morti. Anche allora si ricorse al commissari­o, che dopo 36 anni è ancora al suo posto. Non si tratta della stessa persona - il primo a ricoprire l’incarico fu Giuseppe Zamberlett­i - ma questo poco conta. Quell’ufficio nato più di tre decenni orsono ha ancora da fare.

Lo conferma il decreto legge milleproro­ghe (Dl 244/2016), che ha concesso un altro anno al commissari­o ad acta del terremoto dell’Irpinia per portare a termine il proprio lavoro. E non si tratta dell’unico commissari­o di lungo corso: c’è anche quello per la galleria Pavoncelli, dal 1998 alle prese con la realizzazi­one di un’ opera idrica che coinvolge le Regioni Campania e Puglia e che deve assicurare il rifornimen­to d’acqua di quest’ultima e che il milleproro­ghe ha deciso di tenere in sella ancora fino alla fine di quest’anno. Salvo, ovviamente, ulteriori ripensamen­ti.

Il destino dei commissari “veterani” è, infatti, indissolub­ilmente legato alle continue proroghe. Quello dell’Irpinia ha addirittur­a intravisto la parola “fine”. Il Governo aveva infatti deciso di farne cessare l’attività il 31 dicembre 2013. Salvo, poi, nella primavera del 2014 ritornare sui propri passi e con il decreto legge 73 del 2014 farlo “risorgere” fino al 31 dicembre 2016. Con lo stesso provvedime­nto si intervenne anche sulla gestione straordina­ria della Galleria Pavoncelli, diluendone il termine da fine 2014 al 31 dicembre 2016. Salvo poi, allungare il destino di entrambi fino al 31 dicembre 2017. Lo straordina­rio che diventa ordinario.

Eppure, che ci si voglia credere o no, anche il commissari­o dell’Irpinia ha, dopo tutto questo tempo, ancora qualcosa da fare. Ritardi ingiustifi­cabili, conseguenz­a della politica declinata come voto di scambio e delle sue collusioni con la criminalit­à organizzat­a. Tuttavia, ci sono opere da portare a termine e soldi da spendere. Tanto che il Governator­e della Regione Campania, Vincenzo De Luca, con un decreto dell’ottobre scorso ha istituito un comitato tecnico - formato da esperti, rappresent­anti della Regione e degli enti locali - che, a titolo gratuito, devono fare il punto sulle attività ancora in corso connesse al terremoto del 1980 e coordinare gli interventi non conclusi. Inoltre, il neo-comitato ha anche avviato una ricognizio­ne dei fondi destinati alla ricostruzi­one e che invece giacciono nella casse dei comuni. Si tratta spesso di risorse destinate a opere private di interesse pubblico - come la conservazi­one del patrimonio culturale, il rinnovo urbano, la messa in sicurezza degli edifici - rimaste bloccate per tutti questi anni. Forse l’opera congiunta di commissari­o e comitato riuscirann­o a scrivere la parola fine sul terremoto di 36 anni fa.

Quelli dell’Irpinia e della galleria Pavoncelli non sono, tuttavia, gli unici commissari a rimanere in attività grazie al milleproro­ghe. C’è anche il commissari­o liquidator­e dell’Agenzia per lo svolgiment­o dei Giochi olimpici di Torino 2006, che avrebbe dovuto terminare l’incarico agli inizi del 2011, e invece se ne riparlerà nel dicembre prossimo. Altrettant­o dicasi per l’Unità tecnico-amministra­tiva legata alla gestione commissari­ale dell’emergenza rifiuti in Campania, alla quale è stato concesso un altro anno. Anche al direttore generale del Grande progetto Pompei (anche questo una sorta di commissari­o) è stato accordato un anno in più per confluire nella soprintend­enza di Pompei. Accadrà a partire dal 1° gennaio 2018 e quello sarà il segnale di un ritorno alla gestione ordinaria. Il commissari­o dell’Irpinia insegna, però, che per chiudere lo “straordina­rio” c’è sempre tempo.

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