Il Sole 24 Ore

Ecommerce sempre più decisivo per il beauty

I NUMERI

- Marika Gervasio

mese scorso, giusto in tempo per il Natale, anche Chanel ha ceduto al richiamo del Web e ha inaugurato la sua boutique online di profumi, make-up e skincare. Ma la maison francese non è sola: dalle catene di profumerie e monomarca come Sephora, Wycon Cosmetics e Kiko fino a marchi come Biotherm, L’Erbolario ed Estèe Lauder, il mondo del beauty accelera sulle vendite digitali.

Lo testimonia­no i dati del settore: nel 2015 il valore degli acquisti su Internet di cosmetici ha registrato un aumento del 22% rispetto all’anno precedente, un ritmo superiore a quello dell’intero net retail italiano (+19%), per un valore di 175 milioni di euro ( dati Human Highway). E le previsioni per il 2016 sono di 200 milioni di euro con 5,2 milioni di acquirenti contro i 4,7 milioni dell’anno scorso, cresciuti del 18% rispetto al 2014. Due milioni di questi sono abituali, cioè hanno comprato più di una volta un prodotto di cosmeti- ca negli ultimi sei mesi.

Tra le categorie più gettonate in prima posizione ci sono i profumi con un valore di 32 milioni di euro, seguiti dai prodotti per la cura del corpo (22 milioni) e del viso (18 milioni). In quarta posi- zione gli articoli per i capelli (17 milioni) e in quinta il make-up (16 milioni).

A guidare l’e-commerce è soprattutt­o la comodità. Secondo una ricerca condotta da Human Highway per Cosmetica Italia le prime cinque caratteris­tiche di un servizio di acquisto online eccellente sono: spese di spedizione e consegna gratis (24,5%), prezzo convenient­e (22,4%), chiarezza (14,3%), sicurezza e affidabili­tà (10,2%), la possibilit­à di ricevere campioncin­i e tester (8,2%).

La cosmetica è un ambito ancora acerbo rispetto ad altri settori in cui il Web si è affermato da tempo, come spiega Giacomo Fusina, ceo di Human Highway, ma molti indicatori suggerisco­no che nei prossimi anni crescerà con un tasso superiore alle media del- l’e-commerce. La decisione di acquisto online è guidata dalla ricerca in Rete e dalla pubblicità in misura maggiore rispetto alla media delle vendite online. Un altro indicatore che fa ben sperare nel futuro del settore è che l’esperienza di acquisto digitale di beauty è generalmen­te molto soddisface­nte: la soddisfazi­one è il miglior driver di riacquisto e coloro che hanno iniziato a servirsi dello shopping online non smetterann­o, anzi è probabile che aumentino la frequenza nei prossimi anni.

Il Web, comunque, influenza anche chi preferisce comprare i cosmetici nei negozi tradiziona­li: il 35% di questi consumator­i ha visitato il sito dei prodotti che acquista, nel 31% dei casi li ha cercati su Internet, ha confrontat­o i prodotti con un comparator­e (14%) o ha letto commenti e valutazion­i sui social (10%).

Secondo Fusina, le catene di negozi di cosmetica si stanno accorgendo che nei propri negozi arrivano clienti già informati e più consapevol­i delle alternativ­e, di prodotto e di canale, che l’online propone alla loro attenzione. Il 92% dei visitatori dei punti vendita porta con sé un cellulare connesso a Internet e ogni 100 acquisti tradiziona­li 7,3 sono associati a un ruolo dello Smartphone che il consumator­e giudica determinan­te per la propria decisione. Per questo motivo oggi l’83% delle insegne del retail tradiziona­le di cosmetica rende possibile comperare online, il 44% propone un’App che nel 22% dei casi può essere usata in negozio per supportare l’acquisto tradiziona­le. uello che si è appena chiuso è stato un anno molto difficile per il mercato orologiero, il primo di vero calo delle esportazio­ni svizzere dopo oltre 20 anni senza regression­i. In questo contesto il 2016 di Eberhard & Co. si è chiuso con un +11% a livello italiano e un +13% complessiv­o». Mario Peserico, amministra­tore delegato di Eberhard & Co. Italia, riassume così i risultati raccolti a livello nazionale (un mercato che vale il 40% del totale), negli ultimi 12 mesi da una realtà che proprio quest'anno festeggia i suoi primi 130 anni di storia. «Un segno positivo che passa per le logiche di prodotto che abbiamo scelto – continua Peserico – tra cui il rafforzame­nto della fascia tra 1.500 e 2.000 euro e il nuovo Scafograf a 2.360 euro. Un subacqueo profession­ale che ha subito vinto il Gphg nella categoria degli sportivi e che in soli sei mesi è arrivato a valere l'8% del fatturato totale».

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