Pagamenti tardivi, aumento globale
Bene l’Europa, in difficoltà le Americhe e il Far East
Nel mondo ci si attende un peggioramento dei pagamenti B2B. Le aree più problematiche saranno le Americhe e Far East mentre in Europa dovrebbe continuare il ciclo positivo registrato negli ultimi anni. È quanto rivela il Global insolvency index, indice elaborato da Euler Hermes per misurare le insolvenze nel mondo. Nei primi nove mesi del 2016 c’è stata una crescita a due cifre dei default di imprese medio-grandi.
Dopo un 2016 archiviato con un calo del 2% del Global insolvency index, indice elaborato da Euler Hermes per misurare i mancati pagamenti nel mondo, nel nuovo anno si prospetta un aggravamento del fenomeno con la stima di una crescita pari a un punto percentuale. Tra le concause la ripresa economica che faticherà a trovare una sua stabilità, un clima di generale incertezza scandito dalle tensioni geopolitiche e dalle quotazioni delle materie prime chiave per l’industria come il greggio: Moody’s, prevede nel 2017 un prezzo volatile tra 40 e 60 dollari al barile. Una congiuntura che potrebbe mettere in difficoltà le aziende più vulnerabili che quest’anno si troveranno ad affrontare maggiori costi di produzione. Indirettamente una conferma arriva dall’aumento a due cifre (+45%) nei primi nove mesi del 2016 dei default di imprese medio-grandi.
Questo il quadro che emerge da un report di Euler Hermes, società di assicurazione del credito del gruppo Allianz, che evidenza le difficoltà in cui si sono mossi nel 2016 i paesi dell’Africa che hanno visto crescere del 16% le insolvenze mentre quelli dell’America latina (+18%) sono al quinto consecutivo anno di aumento. Situazione non facile nemmeno nel Far East dove si continua a soffrire per il rallentamento della crescita cinese e per la prospettiva di un aggravamento dei casi d’insolvenza. L’Europa occidentale nel complesso assomiglia a una isola felice alla luce del calo (-5%) dei casi di gravi morosità e la previsione che il trend continui. «Ci attendiamo un ulteriore flessione del 4% - rimarca Ludovic Subran, Chief economist di Euler Hermes -. Il quadro comunque sarà influenzato dal rallentamento del commercio mondiale che dovrebbe essere inferiore al 4%, dai cali di Brasile e Russia, dal riequi- librio della domanda in Cina e delle politiche di deregulation a favore del settore manifatturiero americano di Donald Trump».
Quest’anno il barometro dei gravi ritardi nei pagamenti, secondo Euler Hermes, segna “brutto” in Nord America (+1% dei casi), tempesta nell’America latina (+12%), in Africa e Medio Oriente (+9%) per finire con l’Asia (+6%) con dei particolari warning per Singapore, Cina, Hong Kong e Taiwan. Sull’Europa è previsto il sereno grazie a un calo atteso del 4% dei gravi inadempimenti ma alcuni mercati potrebbero presentare maggiori insidie. È il caso del Regno Unito e della Turchia, entrambe al +5%, di Russia, Polonia, Lussemburgo e Austria dove l’aumento dei sinistri non dovrebbe superare il 3 per cento. Altrove, è il caso delle repubbliche baltiche e nell’Europa centrale, ci si attende invece un ulteriore calo.
Il rischio insolvenza non ri- sparmia chi ha rapporti d’affari con i grandi conglomerati statali che in alcune economie, è il caso di Cina, India e Russia, giocano un ruolo significativo nel sistema paese. All’ombra del Dragone le aziende di Stato operano in tutti i settori ma, secondo l’analisi di Euler Hermes, con risultati inadeguati. L’indebitamento cresce e di molto rispetto ai ricavi e agli eventuali utili. Per questo nei settori a scarsa reddittività o con una sovracapacità il business è a malapena sostenibile. Nell’area del Golfo le imprese statali hanno un ruolo propulsivo perché vengono gestite in maniera economicamente efficiente alla pari con le analoghe realtà private. In Russia invece il forte legame con l’economia nazionale rende le aziende di Stato potenzialmente vulnerabili agli shock interni nonostante, in media, la gestione sia economicamente efficiente.