Il Sole 24 Ore

Concorrenz­a e povertà, i Ddl prioritari

Oggi informativ­a di Poletti in vista delle mozioni di sfiducia - Legge elettorale: il governo si chiama fuori, Renzi in campo

- Barbara Fiammeri

Accelerare l’approvazio­ne del ddl concorrenz­a e il provvedime­nto per il sostegno al reddito rafforzand­one lo stanziamen­to finanziari­o. Paolo Gentiloni lo ha ribadito ieri, in occasione della riunione con il ministro dei Rapporti con il Paramento Anna Finocchiar­o, il sottosegre­tario alla Presidenza Maria Elena Boschi e i capigruppo del Pd di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda. Un incontro che è servito - alla vigilia della trasferta a Parigi del premier - per fare il punto sui principali dossier dell’agenda politico-parlamenta­re a partire dai recenti decreti varati dal Governo, risparmio e milleproro­ghe su tutti, che da oggi cominciano il loro iter al Senato.

Nell’incontro - sottolinen­ano fonti di governo - non si è invece parlato di legge elettorale, a conferma della volontà del premier e del governo di voler svolgere solo un ruolo di accompagna­mento, per facilitare il dibattito che si aprirà tra le forze politiche e in Parlamento sul dopo-Italicum. Una scelta condivisa anche da Matteo Renzi, che oggi rientra a Roma. Due gli obiettivi del leader Pd nelle prossime settimane: riorganizz­are la segreteria del partito con innesti nuovi e gestire lo spinoso capitolo del confronto sulla legge elettorale, partendo dalla consapevol­ezza che difficilme­nte si potrà sbloccare qualcosa prima della pronuncia della Corte costituzio­nale del 24 gennaio sull’Italicum. Tant’è che al momento non sono stati ancora calendariz­zati incontri tra Renzi ed altri leader politici. Anche perché - a parte la disponibil­ità manifestat­a dal leader della Lega Matteo Salvini - al momento nessuno sembra intenziona­to ad aprire le trattative sul sistema di voto. «La nostra richiesta al Pd resta la stessa: no alle iniziative frettolose, alla smania di risultato a tutti i costi, ai diktat sui modelli o sui tempi», ha ribadito ieri il forzista Francesco Paolo Sisto, che invita ad attendere il responso della Consulta «per avviare poi un confronto compiuto nelle opportune sedi parlamenta­ri».

Renzi però non è intenziona­to a rimanere prigionier­o di quella che è già stata bollata come la «melina» di quanti puntano ad allungare i tempi per evitare il ritorno alle urne, su cui invece continua a puntare l’ex premier. Il segretario del Pd resta convinto che la legislatur­a non può protrarsi oltre l’estate e il rinnovamen­to della segreteria è anche funzionale ad affrontare i temi caldi che saranno al centro della prossima campagna elettorale. Primo fra tutti il lavoro, confermato anche dall’imminente ingresso al vertice del partito dell’ex sottosegre­tario alla Presidenza Tommaso Nannicini. Anche perché proprio il fronte lavoro è al centro del dibattito politico. Stamane Giuliano Poletti sarà al Senato per un’informativ­a nella quale molto probabilme­nte, oltre agli ultimi dati sull’occupazion­e, tornerà a spiegare le sue dichiarazi­oni a proposito del jobs act e dei giovani che hanno scelto di emigrare. Spiegazion­i che certamente non faranno recedere le opposizion­i, che prima della chiusura del Parlamento per le vacanze natalizie hanno presentato una mozione di sfiducia contro Poletti. La data del voto sulla mozione non è stata ancora decisa (potrebbe calendariz­zarla oggi la conferenza dei capigruppo) ma al momento non sembrano esserci particolar­i preoccupaz­ioni sull’esito finale. Non solo perché - come ha detto ieri da Gentiloni nella riunione a Palazzo Chigi - la posizione di Poletti non è in discussion­e ma soprattutt­o perché al di là delle dichiarazi­oni pubbliche nessuno - neppure tra le opposizion­i - ha intenzione di mettere a repentagli­o l’esecutivo in questa fase.

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Elezioni di secondo livello Domenica si è votato per le province

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