Concorrenza e povertà, i Ddl prioritari
Oggi informativa di Poletti in vista delle mozioni di sfiducia - Legge elettorale: il governo si chiama fuori, Renzi in campo
Accelerare l’approvazione del ddl concorrenza e il provvedimento per il sostegno al reddito rafforzandone lo stanziamento finanziario. Paolo Gentiloni lo ha ribadito ieri, in occasione della riunione con il ministro dei Rapporti con il Paramento Anna Finocchiaro, il sottosegretario alla Presidenza Maria Elena Boschi e i capigruppo del Pd di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda. Un incontro che è servito - alla vigilia della trasferta a Parigi del premier - per fare il punto sui principali dossier dell’agenda politico-parlamentare a partire dai recenti decreti varati dal Governo, risparmio e milleproroghe su tutti, che da oggi cominciano il loro iter al Senato.
Nell’incontro - sottolinenano fonti di governo - non si è invece parlato di legge elettorale, a conferma della volontà del premier e del governo di voler svolgere solo un ruolo di accompagnamento, per facilitare il dibattito che si aprirà tra le forze politiche e in Parlamento sul dopo-Italicum. Una scelta condivisa anche da Matteo Renzi, che oggi rientra a Roma. Due gli obiettivi del leader Pd nelle prossime settimane: riorganizzare la segreteria del partito con innesti nuovi e gestire lo spinoso capitolo del confronto sulla legge elettorale, partendo dalla consapevolezza che difficilmente si potrà sbloccare qualcosa prima della pronuncia della Corte costituzionale del 24 gennaio sull’Italicum. Tant’è che al momento non sono stati ancora calendarizzati incontri tra Renzi ed altri leader politici. Anche perché - a parte la disponibilità manifestata dal leader della Lega Matteo Salvini - al momento nessuno sembra intenzionato ad aprire le trattative sul sistema di voto. «La nostra richiesta al Pd resta la stessa: no alle iniziative frettolose, alla smania di risultato a tutti i costi, ai diktat sui modelli o sui tempi», ha ribadito ieri il forzista Francesco Paolo Sisto, che invita ad attendere il responso della Consulta «per avviare poi un confronto compiuto nelle opportune sedi parlamentari».
Renzi però non è intenzionato a rimanere prigioniero di quella che è già stata bollata come la «melina» di quanti puntano ad allungare i tempi per evitare il ritorno alle urne, su cui invece continua a puntare l’ex premier. Il segretario del Pd resta convinto che la legislatura non può protrarsi oltre l’estate e il rinnovamento della segreteria è anche funzionale ad affrontare i temi caldi che saranno al centro della prossima campagna elettorale. Primo fra tutti il lavoro, confermato anche dall’imminente ingresso al vertice del partito dell’ex sottosegretario alla Presidenza Tommaso Nannicini. Anche perché proprio il fronte lavoro è al centro del dibattito politico. Stamane Giuliano Poletti sarà al Senato per un’informativa nella quale molto probabilmente, oltre agli ultimi dati sull’occupazione, tornerà a spiegare le sue dichiarazioni a proposito del jobs act e dei giovani che hanno scelto di emigrare. Spiegazioni che certamente non faranno recedere le opposizioni, che prima della chiusura del Parlamento per le vacanze natalizie hanno presentato una mozione di sfiducia contro Poletti. La data del voto sulla mozione non è stata ancora decisa (potrebbe calendarizzarla oggi la conferenza dei capigruppo) ma al momento non sembrano esserci particolari preoccupazioni sull’esito finale. Non solo perché - come ha detto ieri da Gentiloni nella riunione a Palazzo Chigi - la posizione di Poletti non è in discussione ma soprattutto perché al di là delle dichiarazioni pubbliche nessuno - neppure tra le opposizioni - ha intenzione di mettere a repentaglio l’esecutivo in questa fase.