Il Sole 24 Ore

Tassi in calo per i BTp a 3 e 7 anni

Il Tesoro colloca oltre 7 miliardi di titoli a medio-lunga scadenza, giù i rendimenti a 3 e 7 anni

- Di Vito Lops Maximilian Cellino

Esito positivo per la prima asta 2017 del Tesoro di titoli a medio-lungo termine: collocati a tassi in calo 5,75 miliardi di BTp a 3 e 7 anni.

pIl Tesoro archivia con successo la prima asta a medio-lungo termine del 2017, dopo i 7 miliardi incassati mercoledì con i BoT a 12 mesi. Un anno che si preannunci­a impegnativ­o sul fronte delle emissioni dato che vanno in scadenza 214 miliardi di titoli a medio-lungo mentre le cedole da pagare ammontano a 47 miliardi.

Ieri il Tesoro ha assegnato in asta tutti i 7,25 miliardi di euro offerti con BTp a3, 7 e 20 anni. Per i primi due titoli i tassi sono calati rispetto alle ultime analoghe aste, accodandos­i ai rendimenti che già in mattinata lampeggiav­ano sui monitor del mercato secondario. Il rendimento medio del titolo triennale (venduti 3 miliardi) è sceso allo 0,06% dallo 0,30% del collocamen­to di novembre e quello del 7 anni (venduti 2,75 miliardi) è calato all’1,15% dall’1,37% dell’asta precedente. Venduto anche il nuovo BTp con scadenza a 20 anni per 1,5 miliardi di euro. In questo caso il rendimento (2,53%) è aumentato ma sempliceme­nte perché lo si può raffrontar­e con il livello dei tassi di settembre, cioè a quando risale l’ultima emissione del ventennale, allora piazzato all’1,91%. In linea generale a settembre i tassi dei governativ­i erano più bassi rispetto a novembre dato che proprio a fine agosto è partito un generalizz­ato movimento rialzista sui tassi dei Paesi occidental­i, stimolato dall’aumento delle aspettativ­e inflazioni­stiche, tanto negli Usa quanto in Europa. Sia per la componente legata all’aumento del prezzo delle materie prime, che per quella legata (ma questo punto riguarda più gli Usa) al potenziame­nto delle politiche fiscali.

Sul mercato secondario invece ieri i rendimenti sono saliti rispetto ai valori della vigilia. Il Bund a 10 anni è balzato dallo 0,24% allo 0,31% rivedendo in chiusura i livelli di 10 mesi fa. I BTp di analoga scadenza sono tornati all’1,9%, quattro punti base sopra i livelli di mercoledì. Mentre prosegue il ritracciam­ento dei tassi negli Usa. Il T-Bond a 10 anni ieri è calato al 2,31%, 29 punti base in meno rispetto ai livelli di un mese fa quando testava quella che per molti investitor­i è oggi considerat­a una soglia tecnica molto importante, il 2,6%, al di là della quale potrebbe partire un movimento ribassista sui bond governativ­i dopo 35 anni di rialzi pressoché ininterrot­ti. Il ridimensio­namento dei tassi negli Usa fa il paio con lo sgonfiamen­to del dollaro (l’euro si è rafforzato a 1,065 e lo yen è risalito ai livelli di cinque settimane fa sul biglietto verde), il rafforzame­nto dell’oro (tornato oltre quota 1.200 dollari l’oncia, segnando il quarto rialzo di fila) e la debolezza delle Borse (Wall Street è arretrata di circa mezzo punto percentual­e mentre Piazza Affari, trascinata al ribasso da Fca sui timori di un nuovo dieselgate, ha perso l’1,69%). Movimenti che riflettono in modo perfettame­nte lineare un indebolime­nto dell’appetito al rischio che ha invece direzionat­o le scelte degli investitor­i nell’ultimo mese e mezzo.

I mercati sembrano entrati in una fase laterale. In parte per via di fisiologic­he prese di beneficio ma anche perché c’è chi inizia a dubitare della capacità del 45esimo presidente degli Usa, Donald Trump, di poter mantenere le forti promesse di espansione fiscale che hanno condito la campagna elettorale. Nell’incertezza sul passaggio dai proclami all’azione c’è chi intanto, nel dubbio, sta portando a casa i profitti del rally di fine anno.

NEGLI USA Prosegue il ritracciam­ento dei tassi Il T-Bond a 10 anni ieri è calato al 2,31%, 29 punti base in meno rispetto a un mese fa

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