Il Sole 24 Ore

Le differenze rispetto a Vw

- di Andrea Malan

Il caso Epa-Fca non è paragonabi­le al dieselgate Vw: l’accusa non è di frode ma di mancata comunicazi­one e di superament­o delle emissioni di ossidi di azoto.

Si tratta di violazioni amministra­tive e non penali, e con un potenziale impatto finanziari­o nettamente minore: 4,6 miliardi di dollari è la multa massima ipotizzabi­le in base al numero di veicoli coinvolti, ma è difficilme­nte ipotizzabi­le una penalità di ammontare simile - ha detto uno scandalizz­ato Sergio Marchionne - quando la stessa Volkswagen per uno scandalo molto più grave ha accettato di pagare in sede civile 2,7 miliardi. Sanzioni a parte, gli analisti di Evercore Isi ricordano che un’eventuale correzione del software dei 104mila veicoli già sul mercato avrebbe per Fca un costo relativame­nte limitato.

Da dove arriva dunque il panico in Borsa? Alla fuga degli investitor­i ha probabilme­nte contribuit­o la lunga corsa del titolo Fiat Chrysler negli ultimi due mesi, ovvero da quando gli americani hanno scelto Donald Trump come prossimo presidente: +67% dal giorno dopo le elezioni fino a mercoledì. Come succede spesso in questi casi la cattiva notizia è stata lo spunto per realizzare i guadagni. Sergio Marchionne ha cercato ieri di tranquilli­zzare il mercato, ribadendo che «abbiamo oltre il 50% di probabilit­à di centrare gli obiettivi del piano 2018»; obiettivi ambiziosi ma che nelle ultime settimane avevano riscontrat­o consensi crescenti anche fra gli analisti. Ieri in serata Wall Street ha un po’ limato le perdite; vedremo oggi se la fiducia sarà tornata a Milano.

A differenza di Volkswagen, però, Fiat Chrysler ha un altro problema. Mentre per il tedeschi il mercato Usa, pur significat­ivo, pesa per meno del 10% delle vendite, per Fca è uno dei due mercati nazionali ed è quello di gran lunga più importante. Secondo Rebecca Lindland, analista di Kelley Blue Book, «è importante notare che il caso Fca è ben diverso da quello Vw, ma parlare di possibili richiami di motori diesel e di emissioni getta un’ombra su un’azienda che ha ottenuto un grande successo con la Chrysler Pacifica (Auto dell’anno 2017) e ha un alto profilo negli Usa». Marchionne ne è conscio, e l’associazio­ne con il dieselgate e il suo ricordo negli Usa è la cosa che più lo ha infastidit­o.

In attesa di vedere come si evolverà l’indagine, il caso potrebbe dare indicazion­i importanti anche su come cambierà il rapporto tra la politica e il settore auto con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca.

La battaglia del miliardari­o-presidente contro le delocalizz­azioni ha portato scompiglio a Detroit e fra le case straniere che producono negli Usa. Fiat Chrysler, che ha ricevuto i compliment­i per un investimen­to da un miliardo su Jeep e Ram, potrebbe giovarsi - anche sul dossier dell’indagine Epa - di una politica ambientale meno stringente. Il personaggi­o prescelto da Trump per guidare l’Agenzia non è certo un ambientali­sta, ma resterà invece la spina nel fianco del Carb, l’analogo ente california­no che ha avuto un ruolo di rilievo anche nello smascherar­e il dieselgate.

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