Le differenze rispetto a Vw
Il caso Epa-Fca non è paragonabile al dieselgate Vw: l’accusa non è di frode ma di mancata comunicazione e di superamento delle emissioni di ossidi di azoto.
Si tratta di violazioni amministrative e non penali, e con un potenziale impatto finanziario nettamente minore: 4,6 miliardi di dollari è la multa massima ipotizzabile in base al numero di veicoli coinvolti, ma è difficilmente ipotizzabile una penalità di ammontare simile - ha detto uno scandalizzato Sergio Marchionne - quando la stessa Volkswagen per uno scandalo molto più grave ha accettato di pagare in sede civile 2,7 miliardi. Sanzioni a parte, gli analisti di Evercore Isi ricordano che un’eventuale correzione del software dei 104mila veicoli già sul mercato avrebbe per Fca un costo relativamente limitato.
Da dove arriva dunque il panico in Borsa? Alla fuga degli investitori ha probabilmente contribuito la lunga corsa del titolo Fiat Chrysler negli ultimi due mesi, ovvero da quando gli americani hanno scelto Donald Trump come prossimo presidente: +67% dal giorno dopo le elezioni fino a mercoledì. Come succede spesso in questi casi la cattiva notizia è stata lo spunto per realizzare i guadagni. Sergio Marchionne ha cercato ieri di tranquillizzare il mercato, ribadendo che «abbiamo oltre il 50% di probabilità di centrare gli obiettivi del piano 2018»; obiettivi ambiziosi ma che nelle ultime settimane avevano riscontrato consensi crescenti anche fra gli analisti. Ieri in serata Wall Street ha un po’ limato le perdite; vedremo oggi se la fiducia sarà tornata a Milano.
A differenza di Volkswagen, però, Fiat Chrysler ha un altro problema. Mentre per il tedeschi il mercato Usa, pur significativo, pesa per meno del 10% delle vendite, per Fca è uno dei due mercati nazionali ed è quello di gran lunga più importante. Secondo Rebecca Lindland, analista di Kelley Blue Book, «è importante notare che il caso Fca è ben diverso da quello Vw, ma parlare di possibili richiami di motori diesel e di emissioni getta un’ombra su un’azienda che ha ottenuto un grande successo con la Chrysler Pacifica (Auto dell’anno 2017) e ha un alto profilo negli Usa». Marchionne ne è conscio, e l’associazione con il dieselgate e il suo ricordo negli Usa è la cosa che più lo ha infastidito.
In attesa di vedere come si evolverà l’indagine, il caso potrebbe dare indicazioni importanti anche su come cambierà il rapporto tra la politica e il settore auto con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca.
La battaglia del miliardario-presidente contro le delocalizzazioni ha portato scompiglio a Detroit e fra le case straniere che producono negli Usa. Fiat Chrysler, che ha ricevuto i complimenti per un investimento da un miliardo su Jeep e Ram, potrebbe giovarsi - anche sul dossier dell’indagine Epa - di una politica ambientale meno stringente. Il personaggio prescelto da Trump per guidare l’Agenzia non è certo un ambientalista, ma resterà invece la spina nel fianco del Carb, l’analogo ente californiano che ha avuto un ruolo di rilievo anche nello smascherare il dieselgate.