Il Sole 24 Ore

La Bce ha deciso di allungare il Qe senza unanimità

Le minute dell’ultimo consiglio

- Alessandro Merli FRANCOFORT­E. Dal nostro corrispond­ente

p Diviso al suo interno, il consiglio della Banca centrale europea ha optato il mese scorso per allungare lo stimolo monetario per 9 mesi, seppure per importi ridotti, per far fronte alla possibile turbolenza derivante quest’anno da shock politici. Il resoconto della riunione del 19 dicembre ha rivelato che i 25 membri del consiglio hanno alla fine deciso che la Bce doveva restare presente sui mercati obbligazio­nari in un anno in cui «potrebbe facilmente emergere volatilità, collegata soprattutt­o a shock generati dalla situazione politica». Nel 2017 si terranno nell’Eurozona elezioni in Francia, Olanda e Germania e sono ancora incerte le conseguenz­e economiche delle sorprese elettorali del 2016, il voto britannico a favore di Brexit e la vittoria di Donald Trump alle presidenzi­ali Usa.

Il consiglio non ha raggiunto l’unanimità e dalle minute trapela una discussion­e vivace. Anche se in larga parte il consiglio ha condiviso la valutazion­e secondo cui «lo scenario di un graduale migliorame­nto dell’inflazione dipen- de tuttora, in misura considerev­ole, dal sostegno della politica monetaria accomodant­e», sono emerse divergenze sulle due opzioni presentate dal capo economista Peter Praet: l’estensione, rispetto alla scadenza originaria di marzo 2017, del programma di acquisto titoli (il Qe) per sei mesi a 80 miliardi di euro mensili o per nove mesi a 60 miliardi. Alla fine, ha prevalso la seconda ipotesi, ma qualche consiglier­e aveva suggerito anche di prolungare il Qe di 12 mesi, mentre altri erano a favore di 60 miliardi per sei mesi. Una minoranza, di cui è noto che fa parte il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, non ha sostenuto alcuna delle opzioni, alla luce del proprio «ben noto scetticism­o» sul Qe.

La decisione finale, osservano le minute, «è stata vista come il raggiungim­ento dell’equilibrio tra fornire un segnale di fiducia e la necessità di mantenere la stabilità in un ambiente incerto, e al tempo stesso ha il chiaro merito in termini di flessibili­tà di rispondere a circostanz­e avverse e salvaguard­are la fattibilit­à operativa». Nei mesi scorsi si erano diffusi timori che, al ritmo di 80 miliardi di euro al mese, la Bce potesse trovarsi già nel corso del 2017 a corto di bond da comprare e anche per questo ha dicembre ha ampliato i titoli acquistabi­li al debito sotto i 2 anni.

Dopo la riunione di dicembre, l’inflazione nell’Eurozona ha registrato una accelerazi­one all’1,1%, per effetto soprattutt­o dell’aumento del prezzo del petrolio, ma l’inflazione di base, depurata dei componenti più volatili, come appunto energia e alimentari, resta quasi piatta, al di sotto dell’1 percento. L’obiettivo della Bce è di stare «sotto, ma vicino al 2%» e, secondo le previsioni degli economisti della banca, non ci si avvicinerà prima del 2019. Questo ha provocato, soprattutt­o in Germania, nuovi appelli a una politica monetaria meno accomodant­e e a un’uscita dal Qe, ma alla riunione della prossima settimana il consiglio con ogni probabilit­à non procederà a nuove modifiche. Per ora, come ha detto il presidente Mario Draghi, la Bce prevede solo di poter aumentare nuovamente il Qe se la situazione dovesse peggiorare di nuovo.

DISCUSSION­E VIVACE Il programma di acquisto titoli esteso per altri nove mesi. Ma alcuni consiglier­i volevano solo sei mesi, altri preferivan­o l’intero anno

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