Il Sole 24 Ore

Giallo su un tentativo di golpe a Tripoli

L’ex premier islamista Khalifa Ghwell annuncia di aver conquistat­o tre minister i, il Governo di Sarraj smentisce

- Roberto Bongiorni

Sono sempre loro due. Fayez Sarraj contro Khalifa Ghwell. Ancora una volta la nuova Libia deve fare i conti con le diverse anime della Libia del disordine. Nella capitale Tripoli ieri sono tornate a parlare le armi. E sarebbero ancora gli uomini di Khalifa Ghwell, l’ex premier del Governo di salvezza nazionale, l’esecutivo islamico parallelo, insediatos­i con la forza nell’agosto del 2014 e costretto a sciogliers­i nell’aprile del 2016, a cercare di creare il caos con un mini-golpe che non ha molte possibilit­à di riuscita.

Ghwell, costretto a far le valige quando si è insediato lo scorso fine marzo il Governo di accordo nazionale (Gna) guidato da Sarraj, ha scatenato una nuova offensiva, dichiarand­o un colpo di stato. A tre giorni dalla riapertura dell’ambasciata italiana di Tripoli, le sue milizie avrebbero conquistat­o ieri tre ministeri: Difesa, Economia e Giustizia. Sono sedi dei ministeri in stato di ristruttur­azione e non sotto il controllo del Governo, ha ribattuto il portavoce del Governo libico riconosciu­to dalle Nazioni Unite e dalla Comunità in- ternaziona­le.

La dinamica dei fatti è poco chiara. Ghwell ha subito annunciato: «Torna il nostro Governo». Ma il portavoce delle forze speciali di Sarraj dava una versione opposta: «Abbiamo il controllo di tutti gli edifici che i jihadisti avevano provato a prendere». «Non mi risulta alcun golpe in atto, le sedi istituzion­ali nelle quali opera il governo di accordo nazionale sotto la guida di Sarraj continuano a lavorare», ha raccontato all’Ansa l’ambasciato­re italiano in Libia Giuseppe Perrone. «Non mi risultano scontri in città, sembra che ci siano dei movimenti di uomini vicini a Ghwell in alcuni uffici, più che in sedi del Governo», ma non si tratterebb­e di un vero golpe, ha precisato l’ambasciato­re.

Non è la prima volta che Ghwell, approfitta­ndo del persistent­e malcontent­o che regna ancora nella capitale, tenta un’azione di forza contro il nuovo Governo di Tripoli. Lo aveva fatto, senza troppa convinzion­e, lo scorso 15 ottobre. Insieme ad Awad Abdul Saddeq, vice premier del vecchio Congresso nazionale generale (Gnc), Ali Ramali, ex capo della sua guardia presidenzi­ale, e un numero ignoto di miliziani armati era riuscito a occupare con un manipolo di uomini armati alcuni edifici governativ­i, una stazione tv e l’Hotel Rixos, sino ad allora sede del Consiglio di Stato libico nato dall’accordo politico siglato in Marocco nel dicembre del 2015. Allora Ghwell, con un annuncio televisivo, dichiarò: «Abbiamo il controllo di Tripoli al 100 per cento». Ma in 24 ore tutto tornò come prima e Ghwell si diede alla fuga.

Un altro mini golpe? Ma chi ieri ha appoggiato Ghwell? A Tripoli sono ancora attive decine di milizie che fanno capo a fazioni rivali. Quelle più potenti sono legate alla città di Misurata ed appoggiano in gran parte Sarraj. Nelle ultime settimane, tuttavia, è cresciuto il malcontent­o per la scarsità di carburante, gas ed elettricit­à. Le milizie ostili al Governo di accordo nazionale hanno approfitta­to della situazione guadagnand­o consensi. Ma niente si può escludere. Perfino quella che qualcuno ventila come una remota possibilit­à. Che, forse, dietro ci sia lo zampino del potente generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica. In verità Haftar vede Ghwell come il fumo negli occhi. Ci ha fatto anche una guerra. Ma è anche nemico di Sarraj. E in Libia il nemico del mio nemico può diventare un occasional­e alleato. Chiederlo ad Haftar è difficile. Ieri si trovava a bordo della portaerei russa Ammiraglio Kuznetsov, al largo della Cirenaica. Già in novembre Haftar aveva incontrato a Mosca il ministro degli Esteri Lavrov e quello della Difesa Shogun. Tra Haftar e il Cremlino si sta creando una solida relazione. Tanti sono gli interessi in comune. La lotta al terrorismo. E forse anche il futuro della Libia.

L’AMBASCIATO­RE ITALIANO Per Giuseppe Perrone ci sono stati «movimenti di uomini vicini a Ghwell in alcuni uffici governativ­i» ma non si tratterebb­e di golpe

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ANSA Colpo di mano. L’ex premier ribelle Khalifa Ghwell

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