Il Sole 24 Ore

I contribuen­ti snobbano i partiti: il 14% in meno sceglie il 2 per mille

Restano all’erario 16 milioni delle r isorse disponibil­i, assegnati solo 11,7 milioni

- Marco Mobili Mariolina Sesto

I partiti perdono appeal e soldi. I dati del 2 per mille dell’Irpef, il nuovo finanziame­nto per le casse ormai esangui delle forze politiche fanno registrare - secondo i dati 2016 forniti ieri dal Dipartimen­to delle Finanze - una diminuzion­e dei contribuen­ti che hanno versato una parte della propria imposta sul reddito ai partiti. Ben 134mila soggetti in meno rispetto al 2015, un arretramen­to del 14 per cento.

Di più: il decreto del 2013 - che imponeva un decalage dei rimborsi pubblici parallelo a un incremento dei fondi destinati al 2 per mille stanziava per il 2016 un tetto di 27,7 milioni, di cui però sono stati “optati” solo 11,7 milioni. Questo significa che nelle casse dell’erario resteranno 16 milioni. E che i partiti incasseran­no meno della metà di quanto avrebbero potuto incassare se fossero riusciti a “conquistar­e” più contribuen­ti.

Rispetto al 2015, tuttavia, sono stati distribuit­i con questo tipo di finanziame­nto 2,1 milioni in più. Invariata la classifica dei partiti. Con il Pd che si è confermato primo partito nella raccolta dei fondi con il 50,57 per cento, pari a 6,4 milioni di euro.

Se la classifica rimane invariata, si registrano però alcuni scostament­i che vale la pena prendere in consideraz­ione. I Dem, da un lato aumentano l’ammontare degli incassi (600mila euro in più), dall’altro però perdono appeal tra i contribuen­ti in quanto raccolgono oltre il 3% in meno delle donazioni rispetto all’anno precedente, vale a dire circa 100mila opzioni in meno. L’aumento dei fondi è quindi da ricondurre esclusivam­ente alla crescita dei fi- nanziament­i destinati a “foraggiare” i partiti attraverso la donazione del 2xmille dell’imposta sul reddito.

Nessuna novità anche al secondo posto nel quale si conferma la Lega Nord con 1,4 milioni ed un lieve aumento dell’optato dal 12,5 al 13,3 per cento.

Al terzo posto resta Sel con il 7,4% (838mila euro contro gli 881mila del 2015). Al quarto posto Fratelli d’Italia con il 5,25% e al quinto posto Forza Italia con il 4,80 per cento.

Subito dopo Rifondazio­ne comunista, che pur essendo già da vari anni fuori dal Parlamento, continua a drenare il 4,77% del totale delle scel- te e infine il Nuovo Centrodest­ra che ha raddoppiat­o la percentual­e delle opzioni passando dall’1,52% del 2015 al 3,21% del 2016.

Grande assente il Movimento Cinque stelle che non può partecipar­e alla “spartizion­e” non avendo lo statuto di un partito.

A questo punto si apre l’interrogat­ivo per il prossimo anno quando i rimborsi si eclisseran­no definitiva­mente e il 2 per mille potrà contare su un ammontare pari a ben 45,1 milioni.

Soldi da intascare non più direttamen­te ma al prezzo di dover prima convincere i contribuen­ti a “versare” la quota.

CLASSIFICA INVARIATA Il Pd resta al primo posto con il 50% dell’optato ma perde 100mila contribuen­ti. Poi Lega, Sel, Fdi e Forza Italia. Resta anche Rifondazio­ne

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