Cyberspie, faro su società offshore e pc
L’ipotesi degli inquirenti: documenti r iservati girati a speculatori ester i - Forzati anche i sistemi informatici di banche e Alitalia Denunciato anche un carabiniere legato alla massoneria - Al vaglio la posizione della madre degli indagati
La Procura di Roma accelera sulla sospetta rete estera di acquirenti delle «informazioni privilegiate» trafugate dall’ingegnere nucleare Giulio Occhionero e dalla sorella Francesca Maria. L’ipotesi che documenti «riservati» di politici e ministeri siano finiti nelle mani di speculatori è tutt’altro che remota. In ballo ci sono anche informazioni bancarie, come quelle che avrebbero cercato di ottenere intrufolandosi nei sistemi informatici anche di Unicredit e Mediolanum, oltre che di Alitalia. L’indagine del sostituto procuratore Eugenio Albamonte si apre a molteplici scenari investigativi. Gli accertamenti ora puntano a seguire la traccia dei soldi. Gli inquirenti si chiedono come sia possibile che i due fratelli abbiano un tenore di vita comunque elevato pur risultando, formalmente, disoccupati. Gli investigatori hanno avuto la delega a individuare possibili conti correnti esteri, al fine di trovare spunti che confermino l’ipotesi di una illecita compravendita di atti segreti. Ma non solo. Nel mirino è finita la rete di società offshore ideata presumibilmente da Giulio Occhionero, con la presunta complicità della sorella. Lo spunto investigativo lo ha dato un articolo pubblicato sull’edizione online del Sole 24 Ore e acquisito agli atti dell’inchiesta condotta dalla polizia delle Poste e delle Comunicazioni.
Le società estere riferibili ai fratelli Occhionero conducono a Regent Street, nel pieno centro di Londra, dove al terzo piano del numero civico 207 sono domiciliate due società “gemelle”, la Westlands Securities Limited e la Westlands Securities Srl Limited, ora inattive. Ma bisogna partire dall’Italia per ricostruire il puzzle. Giulio Occhionero ha ricoperto incarichi in due società: la Rogest, fallita nel 2015, il cui amministratore unico era Carlo Maria Guarany, incappato nell’inchiesta “Mafia Capitale”, e la Sire (Società di investimento e ricerca europea), anch’essa fallita. In entrambe era presente anche la sorella. Francesca Maria ha ricoperto incarichi in otto società, tra le quali la Westlands Securities Srl, cancellata dal registro delle imprese nel 2015 e trasferita a Londra. Fino ad allora, azionisti della Westlands risultavano la Westlands Securities Limited di Londra con il 49% delle azioni, la Owl Investments (Tci) Limited, domiciliata nelle isole Turks & Caicos, con un altro 49% e Marisa Ferrari, madre di Giulio e Francesca Maria, con una quota del 2%. Ad amministrare l’entità londinese, inoltre, erano un cittadino maltese, John Galea, e una società delle Turks & Caicos, la Carlton Directors Limited. Ma chi controllava la Westlands, che è stata sciolta nel giugno 2014? Se si sale al piano superiore si arriva ancora una volta nelle isole delle Indie occidentali britanniche, fino alla Icsl Trust Corporation. La Westlands Securities Srl Limited, società “gemella” della prima, aveva tre amministratori: uno è Giulio Occhionero, gli altri sono la International Company Services di Malta e la Marashen Corporation del Delaware. Se si sale ancora una volta al livello superiore, si arriva proprio nel Delaware, dove ha sede la Westlands Securities Llc. Impossibile risalire al reale beneficiario e quindi a chi controlla la società. Un altro mistero.
Intanto ieri la Procura ha inol- trato una ulteriore richiesta alle autorità Usa per ottenere in tempi rapidi i server su cui sarebbero custoditi i documenti trafugati a partire almeno dal 2012. L’indagine però sta riservando nuove e ulteriori sorprese. È il caso del coinvolgimento di un altro esponente delle forze dell’ordine. Si tratta di un vice brigadiere dei carabinieri che è stato denunciato all’autorità giudiziaria per aver commissionato ad un suo sottoposto l’accesso al Sistema di indagine (Sdi) per verificare la sussistenza di procedimenti penali dei due fratelli. Un’iniziativa - e qui torna l’appartenenza di Occhionero alla massoneria - legata ad una richiesta di un “fratello” di loggia di Giulio. Il militare, infatti, ha ammesso di aver fatto eseguire l’accesso su richiesta di un suo amico massone, che a sua volta potrebbe finire ora indagato. Sviluppi sono attesi anche per quanto riguarda la madre dei due arrestati, la docente della Sapienza Marisa Ferrari. Al vaglio c’è anche la sua posizione in quanto sospettata di aver tentato di ostacolare le indagini: avrebbe negato di avere la disponibilità di un garage nel quale sono stati trovati, oltre a documenti ora al vaglio della polizia postale, anche computer di nuova generazione.
pI
IL MISTERO DELLA RETE Dalle società gemelle con sede a Londra al Delaware passando per le isole delle Indie occidentali: ma i reali beneficiari restano ignoti