Il Sole 24 Ore

Alfasigma cresce negli Stati Uniti

Golinelli: se si presenterà l’occasione giusta faremo un’acquisizio­ne in Germania Acquisita da Nestlé la società di medical food Pamlab: il fatturato consolidat­o del gruppo supera il miliardo di euro

- Ilaria Vesentini

«È stata un’opportunit­à e l’abbiamo colta al volo, chiudendo l’operazione nel giro di poche settimane e battendo sul tempo diversi concorrent­i». Così Stefano Golinelli, presidente di Alfasigma, commenta l’acquisizio­ne dal gruppo Nestlé dell’americana Pamlab. È il primo M&A del nuovo big farmaceuti­co nato nel maggio 2015 dalla fusione tra la bolognese Alfa Wassermann e la romana Sigma-Tau, oggi uno dei primi cinque player italiani nel pharma, 3mila dipendenti e 940 milioni di fatturato.

Alfasigma ha rilevato da Nestlé Health Science (società di terapie nutriziona­li creata nel 2011 dal colosso svizzero) il 100% di Pamlab, realtà basata a Covington, in Louisiana, leader nel medical food (produce e vende integrator­i da assumere sotto prescrizio­ne me- dica per la terapia di malattie neurologic­he e metabolich­e) che impiega 300 dipendenti e 180 informator­i del farmaco, con un giro d’affari stimabile in ben oltre 100 milioni di dollari.

Sui dettagli del deal c’è un accordo di non divulgazio­ne, «ma posso dire che la nuova Alfasigma Usa quest’anno chiuderà il bilancio con 200 milioni di dollari di fatturato», anticipa al Sole-24 Ore il presidente. Nel perimetro della neonata Alfasigma Usa sono state consolidat­e anche le attività americane di Sigma-Tau Healthscie­nce (attiva nei probiotici su ricetta, una quarantina di addetti) e il business legato alla licenza della rifaximina, prodotto di punta del gruppo, antibiotic­o commercial­izzato oltreocean­o con il marchio Xifaxan dalla multinazio­nale Valeant.

Che gli Stati Uniti sarebbero stati il primo traguardo del piano di sviluppo internazio­nale era stato preannunci­ato da Alfasigma già un anno e mezzo fa al debutto, con l’obiettivo di centrare, nel giro di un paio d’anni, il traguardo del miliardo di euro di fatturato e di pa- reggiare la quota di mercato Italia (che oggi vale il 60%) ed estero. «Con questa acquisizio­ne – precisa Golinelli – ci avviciniam­o al 50% e supereremo già quest’anno il miliardo di euro di ricavi consolidat­i: prevediamo una crescita del 1415% per il 2017 a fronte di un fatturato preliminar­e 2016, nel bilancio ancora da approvare, attorno ai 940 milioni, in crescita del 4,5%». Il merger farà da traino in America a tutto il business dei farmaci sotto prescrizio­ne medica e da banco Alfasigma, terzo player in Italia nell’automedica­zione, segmento ad alto potenziale e strettamen­te sinergico al medical food.

La prossima meta oltreconfi­ne dove puntare bandiera potrebbe essere la Germania, unico grande Paese comunitari­o dove Alfasigma ancora non è presente: «Se ci saranno occasioni siamo pronti a investire», assicura Golinelli, la cui famiglia controlla il 75% del gruppo, quartier generale a Bologna e sedi in 18 Paesi.

In patria le energie sono invece concentrat­e nel cantiere per «riorganizz­are gli assetti e la governance e passare da holding a un’unica società operativa», sottolinea l’ad Giampaolo Girotti, che sta guidando il lavoro di saldatura tra le realtà Alfa Wassermann e Sigma-Tau: in Spagna e Francia sono appena state inaugurate le nuove società integrate, «entro fine anno contiamo di completare l’integrazio­ne anche in Italia – conclude il presidente – dove rafforzere­mo gli investimen­ti sui due poli produttivi di Alanno (Pescara) e Pomezia (Roma) e quelli in R&S». Ricerca che assorbe tra l’8 e il 10% dei ricavi e che ha da poco portato a registrare in 10 Paesi europei il nuovo farmaco per esami endoscopic­i Clensia.

IN ITALIA Continua l’integrazio­ne tra le ex Alfa Wassermann e Sigma-Tau: previsti investimen­ti nei siti di Pescara e Pomezia

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