Gli investimenti ripartono nel 2017
Buia: «Attuare subito le misure previste in bilancio»
Il 2016 è stato l'anno delle occasioni mancate per il settore delle costruzioni. Così l'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) fotografa la brusca inversione delle previsioni per gli investimenti in edilizia, nel corso dell'anno appena chiuso (+0,3% in valori reali il dato a consuntivo), e lo spostamento delle prospettive di inversione del ciclo sul 2017 (+0,8%, comunque modesto).
Dopo otto anni di crisi (-35% in valori reali secondo i calcoli Ance, 600mila posti di lavoro persi su due milioni iniziali), la legge di Stabilità 2016 prevedeva alcune misure giudicate molto positive dal settore (+10% di risorse per le infrastrutture, addio al patto di stabilità per i Comuni, la clausola di flessibilità Ue per gli investimenti), che facevano prevedere all'Ance una crescita del 6% reale degli investimenti in opere pub- bliche (dopo il 48% perso nei sette anni precedenti), tale da trascinare tutto il settore al +1% a fine anno, con l'inversione del ciclo.
Purtroppo - spiega l'Ance - i Comuni non sono riusciti a tradurre gli spazi finanziari in cantieri, la clausola investimenti (pur centrata dall'Italia) non ha prodotto investimenti aggiuntivi, e in più c'è stato un «effetto shock negativo duvuto all'entrata in vigore del nuovo Codice appalti», con bandi di gara calati del 12,6% (in importi) nei primi 11 mesi dell'anno. Il +6% per le opere pubbliche si è dunque trasformato a fine anno, secondo i calcoli Ance, in +0,4%, e il settore è rimasto ancora fermo (+0,3%) anziché crescere dell'1 per cento.
«Chiariamoci - ha detto ieri il nuovo presidente dell'Ance Gabriele Buia - noi non siamo contrari agl obiettivi di fondo del nuovo Codice, avere più qualità nelle imprese, negli enti appaltanti e nella progettazione. Chiediamo solo al governo la disponibilità a introdurre alcuni correttivi per non creare discontinuità nei flussi di nuovi lavori».
I dati Istat sulla produzione in edilizia - osserva l'Ance - segnalano ancora un andamento discontinuo e incerto (-0,2% nei primi 10 mesi 2016), l'occupazione è calata ancora (-4,9%) nei primi nove mesi del 2016, «unico comparto produttivo a segno negativo» e sono ancora chiusi anche i rubinetti del credito, con i flussi di nuovi finanziamenti delle banche alle imprese ancora in calo nei primi nove mesi 2016 (-4,3% nel residenziale e -14,1% nel non residenziale). Negli anni della crisi sono uscite dal settore 100mila imprese, dalle 629mila del 2008.
L'Ance riconosce però la spinta del governo per il rilancio delle infrastrutture, e sposta le previsioni di crescita del comparto al 2017: +1,9% nelle opere pubbliche, conferma del trend di crescita del recupero (+1,4%) e minore calo delle nuove abitazioni (-1,4%, dopo il crollo del 62% dal 2008), con una previsione complessiva per il prossimo anno del +0,8%. «La legge di bilancio 2017 - commenta Buia - prevede molte buone misure: l'aumento del 23% dei fondi per le infrastrutture, il potenziamento dei bonus edilizi, il progetto Casa Italia, i fondi per il post-terremoto. Chiediamo però che le misure vengano attuate rapidamente, perché il problema dell'Italia è la lentezza con cui gli stanziamenti diventano cantieri».
C'è poi il nodo "cessione del credito" per i super-bonus ai condomini (riqualificazione energetica e sicurezza sismica). «Le imprese - afferma Buia - non sono in grado di anticipare lo sconto ai condomini e accollarsi il credito. Se non sarà possibile cederlo alle banche la misura fallirà».