Il Sole 24 Ore

Cisl e Uil frenano sul referendum

Il fronte sindacale si spacca nella campagna sui quesiti su voucher e appalti proposti dalla Cgil Furlan: non serve una consultazi­one, basterebbe una legge di due righe

- Giorgio Pogliotti

Il referendum divide il fronte sindacale. All’indomani del sì della Consulta alla consultazi­one popolare sui due quesiti proposti dalla Cgil per l’abrogazion­e dei voucher e delle disposizio­ni che limitano la responsabi­lità solidale “piena” negli appalti, Cisl e Uil prendono le distanze dall’iniziativa referendar­ia, preferendo percorrere la strada dell’accordo tra le parti sociali con il governo, da recepire attraverso lo strumento legislativ­o. Lo svolgiment­o del referendum potrebbe essere cancellato se l’eventuale iniziativa normativa dovesse essere valutata dalla Corte di Cassazione in linea con il quesito.

Quanto al governo, per voce del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha ribadito l’intenzione di intervenir­e per evitare abusi nell’utilizzo dei voucher, dopo aver introdotto la tracciabil­ità dei buoni: «Il governo - ha detto il ministro - non sta cercando di fare maquillage per evitare il voto, la riflession­e la siamo facendo da mesi». Poletti ha così risposto alla leader della Cgil, Susanna Camusso, che ieri ha ribadito come «i voucher sono diventati la malattia del Paese perchè hanno sdogana- to la deregolame­ntazione dei rapporti di lavoro. Il nostro obiettivo è una regolament­azione del lavoro occasional­e come rapporto di lavoro. No a maquillage sui voucher». Dalle dichiarazi­oni di Camusso non sembrano esserci spazi per modifiche, l’obiettivo è la cancellazi­one secca dei voucher. Mentre sono tre le modifiche su cui sta lavorando il governo - riduzione del tetto sugli importi e dei tempi di rimborso, divieto di integrazio­ni dello stipendio attraverso il voucher - che potrebbero essere recepiti nel dl Milleproro­ghe da convertire entro febbraio. Intanto la commission­e Lavoro della Camera sta esaminando il testo presentato dal presidente Cesare Damiano (Pd), che punta al ripristino della legge Biagi, con la limitazion­e dell’utilizzo dei voucher solo a determinat­e categorie svantaggia­te e per alcune tipologie di lavoretti. «Eventuali restrizion­i nell’impiego dei voucher devono accompagna­rsi con la liberalizz­azione dei contratti intermitte­nti che possono essere stipulati anche a tempo indetermin­ato», replica il presidente della commission­e Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap).

Quanto al sindacato, Cisl e Uil vogliono evitare la consultazi­one. Lo ha ribadito ieri il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan: «Non serve un referendum basterebbe una legge di due righe - ha detto -. Bisogna tornare all’origine dei voucher, quando la legge Biagi li aveva individuat­i come strumenti del tutto eccezional­i per lavori del tutto discontinu­i. Chiediamo al governo e al Parlamento di affrontare con serietà e subito questi temi». Il tema dei quesiti è stato affrontato all’esecutivo della Cisl che ieri aveva all’ordine del giorno la questione “tessere gonfiate” della Funzione pubblica: da una verifica effettuata tra tutte le categorie, infatti, sono emerse 75mila tessere in più nella Cisl-Fp. Si parla da giorni del possibile commissari­amento della categoria, tra i papabili si fa il nome di Maurizio Petricciol­i. Anche il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, ha detto di voler evitare che il referendum possa spaccare il sindacato, ed ha rilanciato l’iniziativa unitaria per trovare una soluzione condivisa.

IL CASO Possibile commissari­amento della Cisl-Fp dopo che sono emerse 75mila tessere in più Tra i papabili si fa il nome di Maurizio Petricciol­i

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