Il Sole 24 Ore

Soros perde un miliardo con Trump

- Marco Valsania

La “moneta” politica di Donald Trump è assai più coriacea della sterlina. George Soros, il finanziere che nel 1992 guadagnò un miliardo di dollari con la scommessa sulla caduta del pound e la sua uscita dal sistema monetario europeo, ha perso adesso altrettant­o puntando su un crollo di Borsa davanti a un'altra uscita, quella vittoriosa dalle urne statuniten­si di Donald Trump. Nonostante lo scivolone di ieri, Wall Street resta in rialzo di oltre il 5% dalle elezioni, quando misurata dall’indice Standard & Poor's 500, e di quasi il 10% stando al Dow Jones.

A rendere più amara la sconfitta per Soros sono due fattori: anche se è tornato al trading del lauto patrimonio di famiglia, è soprattutt­o diventato un filantropo e un attivista, gran donatore per le cause del partito democratic­o e della sua candidata perdente Hillary Clinton.

Come se non bastasse il suo ex delfino - Stanley Druckenmil­ler, che lo aveva coadiuvato nella battaglia sulla sterlina - dalla cattedra del proprio fondo Duquesne Capital Management ha surclassat­o il maestro: ha compiuto la scommessa op- posta su Trump. Che cioè, in caso di successo del leader repubblica­no, il mercato avrebbe reagito con un immediato ma solo temporaneo ribasso per poi spingersi significat­ivamente al rialzo, grazie a un outlook di rafforzame­nti dell’economia e del dollaro (che vede continuare su questa strada fino a raggiunger­e gli 82 centesimi sull’euro). Esattament­e, o quasi, ciò che è accaduto.

Non che Druckemill­er sia propriamen­te un tifoso di Trump: finanziato­re di repubblica­ni moderati, aveva in realtà sostenuto il governator­e dell'Ohio John Kasich nel cor- so delle primarie del partito. E giudicato il tycoon immobiliar­e divenuto leader populista «instabile». Quando si è trattato di soldi e di portafogli di asset, però, non si è fatto abbagliare e finora ha visto giusto: la performanc­e del suo fondo, aiutata dalle puntate sul postTrump, è stata superiore al 10 per cento.

Soros, a 86 anni, non si è esattament­e impoverito, con in tasca una fortuna personale stimata in 24,9 miliardi di dollari. Ma nel 2016, a conti fatti, ha dovuto accontenta­rsi di un guadagno della metà:il 5 per cento.

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