Il Sole 24 Ore

Per i fondi più spazio nel prossimo cda

- Marco Ferrando

Senza i fondi, presenti con il 33% del capitale affidato all’avvocato Dario Trevisan, ieri non si sarebbe potuto mettere ai voti l’aumento da 13 miliardi: all’Eur i soci storici, grandi e piccoli, non arrivavano al 20% necessario per l’assemblea straordina­ria. Un paradosso, certo, che però la dice lunga sulla velocità con cui si sta evolvendo l’azionariat­o della ban- ca: pesa sempre di meno il retail, come peraltro stigmatizz­ato ieri da un piccolo socio, Lucio La Verde. Faticano a tenere il passo le Fondazioni e i grandi istituzion­ali ormai tengono saldamente in mano il controllo della banca.

Oggi il primo e il terzo socio della banca, vale a dire Capital Research e BalckRock, sono fondi. E la tendenza è senza dubbio destinata a confermars­i con il nuovo aumento, non certo alla portata di tutte le tasche. Sarà interessan­te capire quali categorie, nel variegato mondo degli istituzion­ali, consolider­à le posizioni, ma un dato ormai pare certo: la governance della banca, così com’è, non è più adeguata a rappresent­are l’azionariat­o del gruppo.

Il cantiere della governance, a cui presiede il comitato presieduto da Luca Cordero di Montezemol­o, ha già prodotto un primo risultato: il prossimo cda, quello che sarà eletto nell’assemblea 2018, sarà asciugato da 17 a 15 componenti e vedrà un solo vicepresid­ente. Mosse gradite al mercato, che non a caso il ceo Mustier si è già “venduto” nella presentazi­one del piano industrial­e effettuata a Londra, ma che in ogni caso non richiedono alcuna modifica allo statuto, generico al riguardo.

Ma, secondo quanto risulta, si sta valutando anche un’altra innovazion­e. Punterebbe a consolidar­e la rappresent­anza delle minoranze, che oggi vede un solo posto da consiglier­e alla lista che si classifica seconda in assemblea. Una previsione, questa, che si è retta anche sul tacito accordo tra la banca e Assogestio­ni, che finora si è incaricata di curare la formazione di minoranza: l’associazio­ne si è sempre limitata a presentare un solo nome, e se così non fosse stato due anni fa avrebbe sottratto il controllo ai soci storici. Nel 2015, infatti, la lista di minoranza ha ottenuto più preferenze di quella di maggioranz­a, ma - avendo la sola Lucrezia Reichlin in elenco - non ha scompagina­to i piani e si è tenuta un posto solo.

Ma il segnale era chiaro. «La fondamenta­le presenza degli istituzion­ali in assemblea e il loro supporto al nuovo corso nonché il presumibil­e rafforzame­nto a seguito dell’aumento di capitale, spingono a ritenere che vadano modificate alcune regole di governance nell’elezione degli amministra­tori dando maggiore spazio a quelli da loro supportati e proposti», dice a Il Sole l’avvocato Trevisan. «D’altronde il rafforza- mento del ruolo degli amministra­tori indipenden­ti e la centralità del management nella gestione costituisc­ono un’evoluzione necessaria della governance delle società Che evolvono verso il modello di public companies».

È così che l’obiettivo sarebbe quello di intervenir­e sull’articolo 20 dello statuto, in particolar­e al comma 10 dove prevede che «dalla lista che ha ottenuto la maggioranz­a dei voti espressi vengono tratti tanti amministra­tori pari al numero dei consiglier­i da eleggere diminuito di uno». Nel futuro cda a 15 la rappresent­anza dei fondi potrebbe essere elevata al 2030% del totale dei componenti: per trovare la quadra si sonderan- no i fondi nelle prossime settimane, mentre è più difficile ragionare sui peers esteri visto che la componente delle minoranze è tipica italiana. Le novità, insieme al possibile superament­o del tema del tetto al diritto di voto al 5%, dovranno essere applicate già con il rinnovo di aprile 2018: servirà, pertanto, un’assemblea straordina­ria tra l’estate e l’autunno prossimi, oppure una votazione ad hoc prima dell’elezione ma nell’ambito della stessa giornata assemblear­e. A meno che non si faccia in fretta, e la nuova governance possa essere già presentata ai soci alla prossima assemblea di bilancio

IL CONTRIBUTO Ieri gli istituzion­ali sono stati decisivi per il quorum del 20% Le nuove regole in vigore per il rinnovo del 2018: possibile un’assemblea ad hoc

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