Il Sole 24 Ore

La quota Mediobanca e l’italianità di Generali

- L.G.

UniCredit non intende incrementa­re la propria quota in Mediobanca ma ha ben chiaro quello che la partecipat­a deve fare. Lo indica in virtù di un pacchetto che, sulla carta, può definirsi di minoranza, poiché rappresent­a l’8,56% del capitale di Piazzetta Cuccia ma che, nella realtà, garantisce un peso rilevante nel patto che governa l’istituto. E così il ceo di UniCredit Jean Pierre Mustier, in una recente intervista a La Stampa, è stato piuttosto netto nell’esprimere il proprio pensiero rispetto alle priorità che la banca deve avere: è l’entità che controlla le Generali e come tale «ha il compito di preservarn­e l’indipenden­za». Piazzetta Cuccia viene dunque eletta ad argine di ogni possibile ingerenza esterna o interna alla compagnia assicurati­va. Fino ad oggi il muro ha retto ma in futuro? Mediobanca ha in portafogli­o il 13% del Leone di Trieste ed è il primo azionista del gruppo guidato da Philippe Don- net. La prima capitalizz­a in Borsa 6,8 miliardi e la seconda 22 miliardi, meno della metà di quanto vale Axa (58 miliardi) e meno di un terzo di quanto prezza Allianz (73 miliardi). Quella quota, peraltro, da qui al 2019 si ridurrà fino a scendere al 10% come è scritto nel recente piano industrial­e che ha di fatto ribadito una linea guida già presente nel precedente business plan. L’istituto conta di ricavare dalle cessioni circa 1,3 miliardi di euro, di cui 800-900 milioni dalla sola valorizzaz­ione del pacchetto Generali, il che implica che Piazzetta Cuccia non si muoverà almeno fino a quanto il valore di Borsa della partecipat­a non raggiunger­à i 27 miliardi. In quel momento però le vendite scatterann­o, non ci sarà alcun passo indietro rispetto all’obiettivo indicato e per un motivo molto semplice: dal 2019 quando non sarà più in vigore il Danish compromise, la norma per cui gli investimen­ti assicurati­vi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio, l’investimen­to andrà dedotto dal capitale. La soluzione della vendita risponde quindi, oltre che a esigenze di sviluppo lungo altre direttrici, a necessità di gestione equilibrat­a del capitale. La stessa UniCredit si è espressa a favore della cessione nel consiglio Mediobanca che ha assunto la decisione. Il muro dunque perderà il 23% dei suoi mattoni, toccherà a Mediobanca fare in modo che non crolli. E “i puntelli” messi da Mustier con il messaggio chiaro lanciato al mercato sull’importanza dell’italianità del Leone potrebbero aiutare.

IL COMPITO STORICO Piazzetta Cuccia viene eletta ad argine di ogni possibile ingerenza: in borsa vale 6,8 miliardi contro i 57 di Axa e i 73 miliardi di Allianz

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