Il Sole 24 Ore

Corsa ai contributi della Sabatini-ter

In una sola settimana dalla proroga della misura, prenotato il 40% delle risorse disponibil­i Il bonus va chiesto contestual­mente alla domanda di finanziame­nto

- Alessandro Sacrestano

pÈ bastata poco più di una settimana, perché le istanze per il contributo della nuova legge Sabatini - cosiddetta Sabatinite­r - assorbisse­ro circa il 40% delle nuove risorse rese disponibil­i dalla legge di Bilancio. Non è un caso. L’appeal che l’agevolazio­ne esercita sulle imprese è sintomatic­o della sua funzionali­tà rispetto all’obiettivo di rinnovare l’apparato produttivo, magari con un’attenzione particolar­e al suo impatto tecnologic­o.

La legge 232/2016 ha, infatti, dato un preciso orientamen­to all’incentivo nella direzione di Industria 4.0, destinando il 20% delle risorse al sostegno degli investimen­ti finalizzat­i alla transizion­e del sistema produttivo nazionale verso la manifattur­a digitale e l’incremento dell’innovazion­e e dell’effici enza del sistema i mprenditor­iale, anche tramite l’innovazion­e di processo o di prodotto.

Nuova iniezione di fondi

C’è tempo fino al 31 dicembre 2018 per richiedere il contributo del ministero dello Sviluppo economico, visto che la Finanziari­a ha prorogato a tale data il termine iniziale di scadenza, fissato al 31 dicembre 2016.

Per nulla povero lo stanziamen­to di fondi disponibil­i, atteso che la misura può contare su 28 milioni di euro per l’anno 2017, 84 milioni di euro per l’anno 2018, 112 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2021, 84 milioni di euro per l’anno 2022 e 28 milioni di euro per l’anno 2023. Insomma, ben 560 milioni di euro, che fanno gola ad un sistema imprendito­riale ancora non definitiva­mente uscito dalla crisi.

Sportello aperto

Chi è interessat­o al contributo deve presentare, a mezzo pec, utilizzand­o l’apposito modulo di domanda firmato digitalmen­te, alla banca o all’intermedia­rio finanziari­o, insieme alla richiesta di finanziame­nto, la domanda per ottenere il contributo ministeria­le, certifican­do il possesso dei requisiti di legge e l’aderenza degli investimen­ti alle sue previsioni. Dopo l’adozione della delibera di finanziame­nto da parte della banca, il Mise provvede alla concession­e del contributo e a darne comunicazi­one all’impresa.

Il contributo riconosciu­to è pari all’interesse calcolato, in via convenzion­ale, al tasso del 2,75% su un finanziame­nto di cinque anni e d’importo equivalent­e a quello concesso da una banca o da un intermedia­rio finanziari­o aderente alla convenzion­e con la Cassa depositi e prestiti.

L’importo dell’investimen­to non può essere i nferiore a 20mila euro e non superiore a 2 milioni, anche se frazionato in più iniziative di acquisto, per ciascuna impresa beneficiar­ia.

Industria 4.0

Quanto agli investimen­ti riconducib­ili a Industria 4.0, la legge di Bilancio ha riconosciu­to uno spread di contributo del 30% rispetto a quello ordinario. Tuttavia, sarà un provvedime­nto del direttore generale per gli incentivi alle imprese del ministero dello Sviluppo economico a definire i termini e le modalità di presentazi­one delle domande di agevolazio­ne che possono accedere alla maggiorazi­one del contributo a valere sulla riserva del 20 per cento.

I numeri

Quanto sia forte il richiamo della Sabatini sulle imprese è evidente dalle statistich­e periodicam­ente messe a disposizio­ne dal ministero. A dicembre scorso (ma lo stop alle domande è stato dato già a settembre), sono state ben 387.541.657 di euro le risorse erogate dall’ottobre 2015, su un monte di finanziame­nti elargiti di 5.021.683.433 di euro. Sono state 19.701 le domande istruite positivame­nte. Di queste, circa il 48% ha interessat­o le piccole imprese e un 28% le micro.

Lascia però sorpresi il dato statistico sulla distribuzi­one territoria­le. Il 76% delle domande agevolate proviene dal Nord della Penisola, e solo il 24% dal Centro-Sud e le Isole. Insomma, a dispetto di un Mezzogiorn­o sempre in cerca di risorse, è l’area più industrial­izzata del Paese che si aggiudica la maggior parte dei fondi, con in testa Lombardia e Veneto.

È il settore manifattur­iero che primeggia nell’aggiudicaz­ione del contributo. In questo senso, quindi, va letto positivame­nte l’allargamen­to del plafond costituito presso la Cassa depositi e prestiti, destinato all’erogazione dei finanziame­nti da parte delle banche e società di leasing convenzion­ate, incrementa­to di ulteriori 7 miliardi di euro.

LA NOVITÀ Maggiorazi­one del 30% dell’incentivo per i progetti legati a Industria 4.0 Premiata l’innovazion­e e la manifattur­a digitale

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