Il Sole 24 Ore

I commercial­isti confermano: otto giorni di sciopero

- Federica Micardi

p I commercial­isti incroceran­no le braccia dalle ore 24 di domenica 26 febbraio alle ore 24 di lunedì 6 marzo. Lo sciopero riguarda l’invio telematico delle dichiarazi­oni Iva annuali per il 2016 e la rappresent­anza presso le commission­i tributarie. Il dettaglio della prima “astensione di massa” della categoria è stato diffuso ieri attraverso un comunicato congiunto delle sette sigle sindacali: Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico.

Restano garantite le prestazion­i indispensa­bili ex articolo 5 del Codice di autoregola­mentazione dello sciopero. Tra queste ci sono: l’apertura dell’ufficio per almeno due ore, la predisposi­zione e la consegna di buste paga o F24 per pagare tributi e contributi.

I sindacati stanno preparando un vademecum su come aderire. «Lo sciopero non coinvolger­à il cliente che ha dato il mandato al profession­ista di inviare la dichiarazi­one Iva nei termini – spiega Marco Cuchel dell’Anc –. Per il profession­ista, invece, si profilano due possibilit­à: l’Agenzia, visto lo sciopero, decide di procrastin­are le scadenze; oppure il commercial­ista riceve una sanzione contro cui presenta ricorso in autotutela con richiesta di annullamen­to perché ha aderito allo sciopero». L’adesione infatti deve essere comunicata.

I sindacati hanno anche chiesto un incontro al ministero dell’Eco- nomia e all’agenzia delle Entrate per illustrare le modalità di effettuazi­one dell’astensione collettiva . Incontro che potrebbe in teoria creare le condizioni per una “retromarci­a” sulla protesta, una possibilit­à su cui i vertici sindacali scommetton­o poco. Poco ha smosso anche l’apertura al dialogo auspicata dal direttore dell’agenzia delle Entrate Rossella Orlandi intervista­ta ieri sul Sole 24 Ore. «Di parole ne sono state dette tante» chiosa Domenico Posca, presidente di UnICo, che aggiunge «non vogliamo sottrarci ad adempiment­i necessari alla lotta all’evasione, ma mille scadenze nel 2017 sono troppe».

Secondo il presidente dell’Unione (Ungdcec) Fazio Segantini «dall’intervista emerge che non hanno capito qual è il nostro malessere; il problema – spiega – è che manca e continua a mancare il rispetto nei confronti della categoria». La frustrazio­ne è palpabile e la richiesta è sintetizza­ta da Cuchel: «Siamo un ingranaggi­o determinan­te di questo sistema, collettore tra imprese e istituzion­i, dobbiamo essere coinvolti nelle decisioni e ascoltati». Basta quindi tavoli tecnici che non portano a nulla. Segantini ci tiene a sottolinea­re che «questa non è una battaglia dei commercial­isti, è una battaglia per il paese contro una burocrazia oramai invivibile».

Lo sciopero non è per gli otto adempiment­i in più richiesti a regime per le comunicazi­oni Iva che, peraltro spiega Giuseppe Diretto dell’Unagraco «sono otto adempiment­i in più per ogni cliente, attività che richiede tempo e svilisce la nostra categoria»; lo sciopero, conclude Diretto, « è perché bisogna eliminare gli adempiment­i inutili e razionaliz­zare il calendario fiscale e – conclude – questa astensione sarà blanda ma possiamo alzare il tiro».

LA PROTESTA L’astensione riguarda le dichiarazi­oni Iva annuali e la rappresent­anza nelle Commission­i tributarie

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