Bei, nel 2016 fondi per 11,2 miliardi Aiutate 36mila Pmi
«L’Italia si conferma ancora una volta ai primi posti in Europa per nuovi finanziamenti e garanzie riconosciuti dal Gruppo Bei». Così il vice-presidente Bei (la banca dell’Unione europea) nel presentare ieri a Roma, al Ministero dell’Economia insieme al ministro Piercarlo Padoan, i dati complessivi 2016.
Lo scorso anno il sostegno finanziario della Bei all’Italia (enti pubblici e imprese) si conferma per il terzo anno consecutivo oltre gli 11 miliardi di euro, dopo il balzo dai 7 miliardi del 2012 ai 10,9 del 2013, poi saliti a 11,4 nel 2014, 11,7 nel 2015 e 11,2 nel 2016, di cui 9,9 miliardi di prestiti da parte della Bei e 1,3 miliardi di garanzie ed equity del Fei (un ramo della stessa Bei dedicato alle Pmi).
La novità è proprio la maggiore attenzione alle Pmi. L’azione specifica del Fei è salito in Italia da 0,5-0,7 miliardi (nei tre anni precedenti) agli 1,3 miliardi del 2016, e più in generale i fondi alle Pmi hanno coperto 5,4 miliardi su 11,2 totali (il 48%), contro i 4,8 del 2015 (41%). E la platea si è allargata di molto, da 15.480 imprese aiutate nel 2015 a 35.900 nel 2016 (24mila per garanzie e 11.900 per prestiti), «sostenendo - ha detto Scannapieco - 682mila posti di lavoro».
I numeri Bei sono certo piccoli rispetto al mercato del credito alle imprese: 373 miliardi di nuovi prestiti nel 2015 e un 2016 a circa 390. Ma Scannapieco ha sottolineato il valore aggiunto e l’effetto leva della Bei: «Garantiamo tassi più bassi del mercato (perché ci approvigioniamo con rating tripla A), ci assumiamo rischi per operazioni o imprese a cui le banche direbbero di no, diamo mutui con durate lunghe, introvabili sul mercato». Poi l’effetto leva: «Non finanziamo mai al 100%: gli 11,2 miliardi del 2016 hanno attivato investimenti per 37,4 miliardi».
Bene, nell’ambito degli 11,2 miliardi, le operazioni del Piano Juncker, coperte dal fondo di garanzia europeo Efsi: sia sul fronte prestiti (1,3 miliardi Bei per 3 miliardi di finanziamenti) sia su quello delle garanzie (0,7 miliardi per 11 miliardi di investimenti). Nel primo caso investimenti nel settore energia (Toscana Energia, Italgas, Ansaldo), navi (Grimaldi Euromed), terminal trasporti (Lsct La Spezia) nel secondo linee di credito e garanzie a banche italiane per sostenere le Pmi (vedi tutti i dettagli sul quotidiano digitale «Edilizia e Territorio»).
IL VICE-PRESIDENTE Scannapieco: «Italia ancora una volta ai primi posti in Europa. Bene il Piano Juncker ma mancano buoni progetti sulle infrastrutture»