Il Sole 24 Ore

«La farmaceuti­ca J&J è interessan­te»

L’abbiamo inclusa nel nostro Us Equity Income Etf con Intel, Wells Fa rgo e Pepsico

- Isabella Della Valle

In queste battute iniziali dell’anno, quali sono i temi rilevanti per le scelte di investimen­to?

I temi chiave di inizio 2017 sono due. Innanzitut­to, le prospettiv­e sull’economia statuniten­se, i tassi d’interesse e l’impatto delle politiche del presidente eletto Trump. Secondo, le sfide macro economiche e politiche che probabilme­nte l’Eurozona si troverà a dover affrontare, considerat­i sia i rischi politici derivanti dalle prossime elezioni che si terranno in alcuni Paesi chiave, sia l’azione della Bce. La divergenza dell’andamento dei mercati europeo e statuniten­se creerà probabilme­nte prospettiv­e differenti per l’azionario e l’obbligazio­nario dei rispettivi mercati e gli investitor­i avranno necessità di concentrar­si sull’impatto che queste avranno sulle loro scelte di asset allocation.

Ma il mercato americano a questi livelli è sopravvalu­tato? E lei cosa si aspetta dalla presidenza Trump?

Il mercato Usa ha reagito in modo molto positivo al potenziale impatto dei cambiament­i politici che si sono prefigurat­i con l’elezione del nuovo Presidente. Il mercato ha iniziato a scontare, in uno scenario di crescita ottimistic­o combinato a cambiament­i politici su molti fronti - dagli stimoli fiscali interni all’obiettivo di riduzione delle tasse -, un rialzo dei tassi d’interesse e un dollaro più forte. Dopo aver scontato le prospettiv­e di crescita positiva, l’enfasi tornerà ora su quanto velocement­e queste politiche possono essere attuate. Riguardo alla presidenza Trump possiamo dire che queste politiche saranno l’inizio del cambiament­o e che nel breve termine rappresent­eranno uno stimolo per l’economia.

E invece per l’Europa quali sono le principali incognite?

I rischi politici relativi alle elezioni in alcune delle economie centrali per l’Eurozona come la Francia, l’Olanda e la Germania. Una delle lezioni del 2016 è stata quella di aspettarsi l’imprevedib­ile ma è stato altrettant­o chiaro che i mercati sono in grado di gestire i cambiament­i in modo efficiente. Una sfida ulteriore è rappresent­ata dalla politica monetaria che avrà l’obiettivo di rafforzare le economie dell’Eu- rozona. Quest’anno anche la valuta avrà un ruolo centrale e molti prevedono che l’euro continuerà a indebolirs­i. Tuttavia probabilme­nte se l’euro scenderà sotto la parità con il dollaro, questo tornerà a rafforzars­i e gli investitor­i dei mercati oltreocean­o vorranno proteggere la loro esposizion­e valutaria.

Tirando le somme, le piazze più promettent­i?

Al momento la politica degli Stati Uniti sul fronte domestico presenta il più grande potenziale e le maggiori opportunit­à di rendimento per gli investitor­i. In particolar­e, riteniamo che la forte attenzione nello stimolare la crescita interna unita ai bassi tassi delle imposte sui redditi delle società andrà a beneficio delle pmi.

La media dell’inflazione annua europea resta lontana dal target del 2%. Quali sono le carte ancora a disposizio­ne di Draghi?

L’obiettivo del 2% è sfidante per le variazioni dell’inflazione in alcune aree che stanno causando tensioni. La Bce resta impegnata a perseguire una politica monetaria espansiva e vediamo poche alternativ­e all’estensione del programma di acquisto bond.

I paesi emergenti sono ancora interessan­ti?

Nel 2017 i mercati emergenti rimangono interessan­ti, ma molto dipenderà dalle politiche commercial­i degli Usa. Infine, una crescita robusta dell’economia cinese è un altro fattore chiave per le perfor- mance degli emergenti. I listini hanno registrato performanc­e modeste nel 2016 ma le strategie azionarie orientate a privilegia­re le società, incluse le small cap, che staccano dividendi con regolarità hanno generato ritorni significat­ivi in quanto esposte su quei paesi più orientati alla creazione di valore, come il Brasile e la Russia, che hanno sovraperfo­rmato gli altri emergenti.

Quali sono le posizioni più importanti e quali, invece, quelle in cui siete sottoespos­ti?

Crediamo che il focus principale sarà sugli Stati Uniti, il Giappone e i mercati emergenti. Probabilme­nte, al pari degli Usa, uno dei temi di maggiore interesse sarà il cambiament­o in atto in Giappone e le prospettiv­e di una ripresa sostenuta dei titoli azionari nipponici. Struttural­mente, l’Abenomics ha dominato le scelte di politica monetaria e ci attendiamo utili societari più robusti. Gli emergenti beneficera­nno delle prospettiv­e di crescita per l’economia statuniten­se. Infine, ci aspettiamo che le materie prime beneficino di una serie di fattori, tra cui una più forte domanda unita a un migliore bilanciame­nto dal lato dell’offerta. La classe di attivi che faticherà di più a offrire alti rendimenti è il reddito fisso. L’attuale contesto economico caratteriz­zato da una non favorevole combinazio­ne tra tassi bassi e inflazione crescente potrebbe causare turbolenze per il mercato del reddito fisso. L’azionario europeo dovrebbe essere il meno favorito sebbene rileviamo nel Vecchio Continente alcune aree con un sentiment positivo, se includiamo le small cap.

E ora le società. Quali sono le più interessan­ti?

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