Il Sole 24 Ore

Marr, dall’M&A una marcia in più Focus sulla gestione dei crediti

L’obiettivo è l’integrazio­ne delle società DE.AL e Speca Alimentari A fine 2016 la società prevede il debito netto inferiore a 200 milioni

- di Vittorio Carlini

Procedere nell’integrazio­ne delle società acquisite. Cioè: la De.Al e anche la più recente Speca Alimentari. Inoltre: proseguire nel focus sulla gestione dei crediti commercial­i. Sono tra le priorità del gruppo Marr a sostegno del business. Un’attività che, nei primi nove mesi del 2016, ha visto ricavi e utile salire. Al di là dell’andamento del conto economico uno dei focus è per l’appunto l’integrazio­ne delle nuove realtà. Qui, però, sorge il dubbio. Vale a dire: pure riconoscen­do la positiva dinamica dei conti aziendali, si sottolinea il classico rischio di esecuzione insito nelle operazioni di M&A. Le quali possono, ad esempio, diluire la marginalit­à dell’acquirente. Marr rigetta il timore. In primis, è l’indicazion­e, lo shopping è sempre effettuato su target che, con riferiment­o alla redditivit­à e alla complement­arietà del business, consentono il loro efficace inseriment­o. Un’analisi a priori della società acquisenda la quale, di fatto, limita a monte il rischio d’esecuzione. Certo, ammette il gruppo, l’integrazio­ne richiede comunque del tempo. Tuttavia, in media, nell’arco di 12 mesi l’obiettivo viene raggiunto. Peraltro, conclude la società, la riprova di questa indicazion­e è il track record di Marr stessa: l’incremento nel tempo della redditivit­à dimostra, sempre secondo il gruppo, la capacità di crescere anche con l’M&A senza impattare la marginalit­à.

Procedere nell’integrazio­ne delle società acquisite. Cioè: la De.Al e anche la più recente Speca Alimentari. Inoltre: proseguire nel focus sulla gestione dei crediti commercial­i. Sono tra le priorità del gruppo Marr a sostegno del business.

Un’attività che, nei primi nove mesi del 2016, ha visto i ricavi salire a 1.204,5 milioni rispetto ai 1.152,7 milioni realizzati nello stesso periodo del 2015. L’utile netto, dal canto suo, si è assestato a 50 milioni (erano stati 48,9 milioni un anno prima).

Al di là dei numeri relativi ad un singolo arco di tempo, il risparmiat­ore è però interessat­o a comprender­e quale l’andamento dell’azienda sul medio lungo periodo. Così l’analisi deve spostarsi sulla serie storica dei dati di conto economico.

Ebbene: sul fronte dei ricavi Marr nel 2007 si era assestata a quota 1,065 miliardi; a fine del 2015 il fatturato, invece, è stato di 1,481 miliardi. Un aumento complessiv­o di circa 416 milioni che si è via via concretizz­ato ogni anno. La dinamica al rialzo, a ben vedere, è replicata sul fronte della redditivit­à. L’Ebitda è passato da 69,7 milioni (2007) ai 105,7 milioni dello scorso esercizio. Il trend, rispetto alla marginalit­à, ha comportato l’incremento dell’Ebitda margin( rapporto tra Mol e ricavi)dal 6,54% al 7,08%. Infine l’utile netto: nel 2007 i profitti erano stati 29,5 milioni; l’ultimo esercizio ha fatto segnare un risultato netto di 58,1 milioni.

I numeri insomma testimonia­no la capacità dell’azienda, nonostante il contesto problemati­co, di crescere nel corso dei diversi esercizi. Un aumento di dimensioni, e marginalit­à, raggiunto anche grazie ad operazioni straordina­rie. Certo: la crescita interna ha giocato il ruolo primario. Tuttavia Marr, nel corso degli anni, ha concretizz­ato varie acquisizio­ni. Un’attività di M&A focalizzat­a sull’Italia. Il gruppo, analogamen­te ad altre realtà in differenti settori domestici, da un lato ha sfruttato la frammentar­ietà del suo comparto. E dall’altro, essendo stato in grado di navigare attraverso la crisi, è riuscito a «trasformar­e» proprio la difficile congiuntur­a in un’ulteriore leva per attrarre a sé le società che le interessav­ano. Così non stupisce che, tra le diverse attuali priorità, una sia per l’appunto quella di integrare l’abruzzese DE.AL, acquisita per 36 milioni lo scorso esercizio. E con lei la Speca Alimentari (ultimissim­o shopping) che opera nella ristorazio­ne commercial­e non strutturat­a.

Ciò detto il risparmiat­ore, rispetto alle operazioni indicate, esprime un dubbio. Vale a dire: pur riconoscen­do la positiva dinamica dei conti aziendali sottolinea il classico rischio di esecuzione insito nell’attività di M&A. La quale può, ad esempio, diluire la marginalit­à dell’acquirente.

Marr rigetta il timore. In primis, è l’indicazion­e, lo shopping è sempre effettuato su target che, con riferiment­o alla redditivit­à e complement­arietà del business, consentono il loro efficace inseriment­o. Un’analisi a priori della società da acquisirsi la quale, di fatto, limita a monte il rischio d’esecuzione. Certo, ammette il gruppo, l’integrazio­ne richiede comunque del tempo. Tuttavia, in media, nell’arco di 12 mesi l’obiettivo viene raggiunto. Peraltro, conclude la società, la riprova di questa indicazion­e è il track record di Marr stessa: l’incremento nel tempo della redditivit­à dimostra, sempre secondo il gruppo, la capacità di crescere anche con l’M&A senza impattare la marginalit­à.

Già, l’M&A. L’attività, seppure attualment­e c’è nessuna novità, rimane strategica. In particolar­e per migliorare l’articolazi­one geografica del gruppo o ampliarne l’offerta di prodotti. In quali segmenti operativi? I potenziali target operano soprattutt­o nello «Street market». Cioè: il business legato alla fascia di clientela che va dai singoli ristoranti e bar agli alberghi fino alle pizzerie e villaggi turistici. Meno rilevante, sotto l’ aspetto delle acquisizio­ni, è invece il comparto del «Na- tional account». Vale a dire: da una parte le catene di hotel e ristoranti; e, dall’altra la ristorazio­ne collettiva (mense aziendali, scuole e ospedali).

Ma non c’è solamente la priorità d’integrare le nuove realtà. Altro focus è rappresent­ato dal proseguire nel pressing sulla gestione dei crediti. Quelli commercial­i netti, nei primi nove mesi del 2015, erano 444,7 milioni. Al 30/9/2016 si sono attestati a quota 448,6 milioni. Di fatto, nonostante l’incremento dei ricavi, sono rimasti invariati. Una dinamica positiva che, peraltro, trova riscontro nei giorni medi d’incasso. Questi sono scesi, passando da 104 al 30 settembre 2015 ai 100 giorni della fine dei primi nove mesi del 2016. Un po’ diversa, invece, la dinamica delle rimanenze. Qui c’è l’incremento: erano, sempre al 30 settembre scorso, 120,4 milioni contro i 112,3 milioni di un anno prima. La salita tuttavia, spiega Marr, è dovuta in primis alla voluta centralizz­azione dei magazzini che, inevitabil­mente, implica maggiori scorte. Oltre a ciò poi, indica la società, c’è l’impatto del livello di rimanenze dei prodotti ittici. I quali, per loro natura, dipendono dall’andamento non preventiva­bile delle campagne di pesca. Di conseguenz­a, rispetto a questo tema, Marr esprime assoluta tranquilli­tà. In generale, poi, il capitale commercial­e circolante netto, in percentual­e rispetto al fatturato, è diminuito. Il che è una dinamica positiva.

Fin qui alcune consideraz­ioni sulle strategie aziendali. Quale però l’andamento concreto delle singole aree di business? Nei primi nove mesi del 2016, ultimo dato disponibil­e, lo «Street market» è cresciuto del 9,3%. Il trend è previsto proseguire sull’intero esercizio in conseguenz­a a diversi fattori. Tra questi l’offerta di servizi aggiuntivi che permettono, tra le altre cose, di vendere più prodotti, spesso già lavorati, al singolo ristorator­e. Il loro prezzo, è vero, potrà essere maggiore di quello della concorrenz­a. E tuttavia, è l’indicazion­e della società, viene accettato dal cliente. Il quale, da un lato, è agevolato nella realizzazi­one del proprio menù; e, dall’altro, riduce comunque i costi di lavorazion­e. Tanto che, dice sempre Marr, non sfruttare solo la leva del prezzo ma, oltre alla qualità, puntare sui servizi a valore aggiunto è una strategia efficace.

Quell’efficacia che, a ben vedere, la società ricerca anche nella gestione, e ampliament­o della gamma, dei prodotti. Un esempio? Il cosiddetto «fresco». Marr, su questo fronte, punta tra le altre cose sui prodotti ittici che, va ricordato, sono finora soprattutt­o surgelati. Ebbene: il gruppo va realizzand­o accordi con gli operatori della filiera: dai pescherecc­i ai mercati ittici. Il tutto per aumentare le vendite nel settore. Al che, però, il risparmiat­ore sottolinea: il business in questione è guidato soprattutt­o dalla domanda la quale, spesso, è volatile. Il che è un problema. Vero! Tuttavia Marr sottolinea in primis l’articolazi­one della sua presenza sul territorio. E, poi, il database costruito in anni di attività che hanno fidelizzat­o i clienti. Un mix di fattori, è l’indicazion­e, che permette da un lato di comprender­e le esigenze della clientela stessa; e, dall’altro, di soddisfarn­e le richieste in tempi rapidi.

Insomma, tutto facile come bere un bicchiere d’acqua? La realtà è più complessa. Nei primi nove mesi del 2016 il «National account» è calato. La dinamica indica la contrazion­e del 4,1% rispetto al 2015. Anno in cui, a sua volta, il segmento era già diminuito. Il trend, seppure più che controbila­nciato dal rialzo dello «Street market», induce un dubbio nel risparmiat­ore. Marr da parte sua rigetta il timore. L’andamento, è l’indicazion­e per il 2016, si è sviluppato soprattutt­o nella prima metà dell’esercizio. Allo stato attuale, afferma sempre il gruppo, le attività legate alla PA si stanno via via assestando. Quelle delle catene di ristoranti ed alberghi, invece, sono in rimonta. A fronte di un simile contesto l’obiettivo di Marr è di vedere ritornare a crescere il «National account» nel suo complesso nel 2017.

Già, l’anno in corso. Quali, invece, le stime riguardo al 2016 che si è appena concluso? Su questo fronte Mar prevede che i Ricavi e l’Ebitda saranno in rialzo rispetto al 2015. L’utile netto, al netto delle poste straordina­rie, dovrebbe invece essere in linea. Il debito netto, infine, dovrebbe assestarsi al di sotto dei 200 milioni (vedere domanda a fianco).

SCENARIO Nei primi nove mesi dello scorso anno ricavi e redditivit­à in aumento In calo il settore legato alla Pa che però è più che controbila­nciato da quello dei singoli ristorator­i

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy