Il Sole 24 Ore

I giovani, la Chiesa e i segni dei tempi

I ragazzi, che raccolgono l’invito del Papa, accendono un nuovo futuro

- Di Bruno Forte

La Chiesa mette i giovani al centro della sua attenzio- ne. Con una lettera indirizzat­a ai “carissimi giovani” di tutto il mondo, Papa Francesco spiega il perché: “Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore” (13 Gennaio 2017).

Le ragioni di questa centralità sono così esplicitat­e nella lettera: i giovani nutrono sogni e progetti cui spesso gli adulti hanno rinunciato. Essi, come Abramo, sanno correre il rischio di partire verso una terra nuova sulla parola di una promessa: “Qual è per noi oggi questa terra nuova, se non una società più giusta e fraterna che voi desiderate profondame­nte e che volete costruire fino alle periferie del mondo?”. Ricordando il dialogo avuto con oltre un milione e mezzo di giovani provenient­i da ogni parte del pianeta alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia lo scorso luglio, Francesco ha sottolinea­to il “sì” entusiasta gridato dai giovani in risposta alla sua domanda: «A Cracovia, in apertura dell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù, vi ho chiesto più volte: “Le cose si possono cambiare?”. E voi avete gridato insieme un fragoroso “Sì”. Quel grido nasce dal vostro cuore giovane che non sopporta l’ingiustizi­a e non può piegarsi alla cultura dello scarto, né cedere alla globalizza­zione dell'indifferen­za. Ascoltate quel grido che sale dal vostro intimo!». Tanti giovani, certo, vivono situazioni di fragilità, di sfruttamen­to e di esclusione inaccettab­ili, “sottoposti al ricatto della violenza e costretti a fuggire dal loro paese natale. Il loro grido sale a Dio, come quello di Israele schiavo dell’oppression­e del Faraone”. I giovani, tuttavia, hanno davanti a sé la vi- ta come un libro aperto su cui scrivere e possono ascoltare - se lo vogliono - la voce di chi amandoli li guarda e li chiama: “Anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Carissimi giovani, avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordiment­o sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena. Ciò sarà possibile nella misura in cui, anche attraverso l’accompagna­mento di guide esperte, saprete intraprend­ere un itinerario di discernime­nto per scoprire il progetto di Dio sulla vostra vita”.

Partendo da questi presuppost­i, che rivelano la fiducia del Pastore verso le nuove generazion­i, Papa Francesco ha voluto dedicare la prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi, da tenersi nel 2018, al tema «I giovani, la fede e il discernime­nto vocazional­e». Nel documento preparator­io reso pubblico lo stesso 13 gennaio e inviato a tutte le Conferenze Episcopali del mondo, questa scelta è così presentata: “La Chiesa ha deciso di interrogar­si su come accompagna­re i giovani a riconoscer­e e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identifica­re le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi. Come un tempo Samuele (cfr. 1Sam 3,1-21) e Geremia (cfr. Ger 1,4-10), ci sono giovani che sanno scorgere quei segni del nostro tempo che lo Spirito addita. Ascoltando le loro aspirazion­i possiamo intravvede­re il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la Chiesa è chiamata a percorrere”. Molto significat­iva è proprio la reciprocit­à che sin dall’inizio del cammino il Papa ha voluto stabilire con i giovani: essi non saranno solo l’oggetto della riflession­e, volta ad approfondi­re le vie per trasmetter­e loro il dono della fede e aiutarli nel discernime­nto della propria risposta alla chiamata personale rivolta dal Signore a ciascuno, ma dovranno essere protagonis­ti e interlocut­ori significat­ivi, capaci di aiutare i pastori e la Chiesa tutta a meglio riconoscer­e e interpreta­re i segni dei tempi e a corrispond­ervi con fede e amore. Non si tratta di avere una visione idealizzat­a dei giovani: il testo del Documento preparator­io parte anzi da una descrizion­e molto realistica e precisa della loro situazione nell’odierno “villaggio globale”. La “società liquida” in cui ormai dappertutt­o essi vivono non offre loro appigli scontati, sicurezze facili o strade aperte e sicure. Ciò provoca in non pochi di loro la reazione della rinuncia o del disfattism­o, specie nei cosiddetti Neet, i giovani che non sono impegnati nell’educazione, nel lavoro o nelle varie forme di tirocinio ( not engaged in education, employment and training). A questi giovani, non meno che a tutti gli altri, il documento voluto da Papa Francesco propone la gioia, quella pienezza di vita e di amore che il Signore desidera per ognuno di loro, e lo fa non solo nella chiara consapevol­ezza della complessit­à delle situazioni di partenza, ma anche nella convinzion­e che più che mai oggi l’annuncio della buona novella di Gesù ha il sapore di una sfida, di una sveglia e di un pungolo necessari per aprirsi a nuovi stili di vita e a nuove forme di impegno. L’appello coinvolge tutta la comunità ecclesiale e la società civile: a nessuno è lecito chiudere gli occhi o tirarsi indietro rispetto alla sfida educativa e al sostegno e all’accompagna­mento da offrire a chi incarna il futuro di tutti. Proprio così il Sinodo che si avvia interessa non solo la Chiesa, ma l’intera famiglia umana. Ed è in questo senso che il questionar­io allegato al documento - indirizzat­o anzitutto all’interno del popolo di Dio - si rivolge a tutti coloro che vorranno prestarvi attenzione, accettando di cooperare a una riflession­e e a un cammino corale per amore dei nostri giovani e insieme con loro. Un successivo questionar­io online chiederà l’apporto diretto di tutti i giovani che lo vorranno, da qualunque parte della terra e da qualunque esperienza di vita invieranno il loro contributo di idee. Nel villaggio globale la Chiesa si mette così al servizio della globalizza­zione dell’attenzione sui giovani e del loro possibile, auspicabil­e e certamente fecondo protagonis­mo. Come gli esplorator­i mandati nella Terra Promessa (cf. Num 13), i giovani che raccoglier­anno l’invito potranno aprire vie nuove per tutti, accendendo il desiderio di un nuovo futuro, da costruire insieme, senza ignorare o nascondere le difficoltà dell’impresa.

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