Il Sole 24 Ore

Liquidità Mps verso il decreto

- Gianni Trovati

Dopo settimane di discussion­i, entra da domani nella fase operativa il «piano B» per Monte dei Paschi, chiamato a portare la banca sotto la guida temporanea del Tesoro con la ricapitali­zzazione precauzion­ale e il piano industrial­e da discutere con Banca centrale e commission­e europea.

La prima mossa, attesa a giorni, sarà l’emissione di bond da 1,5-2 miliardi, all’interno di un programma complessiv­o fino a 15 miliardi per recuperare la liquidità persa in questi mesi di in- certezza. L’emissione, per facilitare una raccolta che altrimenti rischia di complicars­i, sarà accompagna­ta dalla garanzia dell’intervento dello Stato se Rocca Salimbeni dovesse avere problemi nella restituzio­ne del prestito. Caratteris­tiche e durata dei titoli blindati dalla garanzia, la cui possibilit­à fino a giugno 2017 è appena stata prevista nel decreto banche di Natale e concessa da Bruxelles, sono fissate in un decreto dell’Economia alla firma del ministro Padoan. Il via libera ufficiale era atteso venerdì, quando però le riunioni tecniche che hanno preceduto il verdetto di Drbs hanno impegnato la giornata dei vertici ministeria­li.

Anche le risorse per garantire l’ombrello pubblico sui bond senesi saranno pescate dal fondo da 20 miliardi messo in campo dal decreto di Natale, ma va detto che i costi messi in moto dal decreto ministeria­le in arrivo sono solo potenziali e comunque contenuti entro un orizzonte complessiv­o di 3-400 milioni. La garanzia funziona infatti con un forte effetto leva, e produce costi a carico del bilancio pubblico solo quando viene escussa, cioè nel caso in cui il Monte non dovesse riuscire a restituire un prestito alla scadenza.

Il cda del Monte per far partire la macchina è in calendario giovedì prossimo, 19 gennaio, mentre il giorno prima i vertici di Rocca Salimbeni saranno al Senato per l’audizione in commission­e Finanze sul decreto banche (sempre mercoledì saranno ascoltati i rappresent­anti del comitato di sorveglian­za della Bce, mentre dopodomani sono attese Abi e Bankitalia e giovedì sarà la volta della Consob, dei consumator­i e di Marco Onado, ordinario della Bocconi ed editoriali­sta di questo giornale).

Il consiglio di amministra­zione del 19 sarà soprattutt­o l’occasione per fare il punto sul piano industrial­e, anch’esso atteso da un calendario a tappe forzate che secondo fonti dell’Economia dovrebbe portarlo sui tavoli europei tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Ad accelerare il ritmo c’è il fatto, confermato venerdì scorso dall’ad Marco Morelli nell’incontro con i sindacati, che la base è rappresent­ata dal piano 2016-2019 presentato il 25 ottobre scorso e approvato da Francofort­e. quando si trattava di tentare l’opzione di mercato. Il piano va ovviamente adeguato al nuovo contesto, ma la partita sulle dimensioni della ricapitali­zzazione non sembra chiusa: la vigilanza della Bce ha indicato in 8,8 miliardi il fabbisogno di capitale, ma l’assetto definitivo dell’operazione dipenderà dalle scelte finali sullo smaltiment­o dei crediti deteriorat­i.

A quel punto, i tempi dipenderan­no dall’esame della Bce e della commission­e, ma l’obiettivo è di chiudere i passaggi europei in due-tre mesi per portare il Tesoro alla guida di Mps entro maggio.

TAPPE FORZATE Tra fine mese e inizio febbraio atteso il nuovo piano da presentare in Europa Entro maggio il Tesoro al timone della banca

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