Liquidità Mps verso il decreto
Dopo settimane di discussioni, entra da domani nella fase operativa il «piano B» per Monte dei Paschi, chiamato a portare la banca sotto la guida temporanea del Tesoro con la ricapitalizzazione precauzionale e il piano industriale da discutere con Banca centrale e commissione europea.
La prima mossa, attesa a giorni, sarà l’emissione di bond da 1,5-2 miliardi, all’interno di un programma complessivo fino a 15 miliardi per recuperare la liquidità persa in questi mesi di in- certezza. L’emissione, per facilitare una raccolta che altrimenti rischia di complicarsi, sarà accompagnata dalla garanzia dell’intervento dello Stato se Rocca Salimbeni dovesse avere problemi nella restituzione del prestito. Caratteristiche e durata dei titoli blindati dalla garanzia, la cui possibilità fino a giugno 2017 è appena stata prevista nel decreto banche di Natale e concessa da Bruxelles, sono fissate in un decreto dell’Economia alla firma del ministro Padoan. Il via libera ufficiale era atteso venerdì, quando però le riunioni tecniche che hanno preceduto il verdetto di Drbs hanno impegnato la giornata dei vertici ministeriali.
Anche le risorse per garantire l’ombrello pubblico sui bond senesi saranno pescate dal fondo da 20 miliardi messo in campo dal decreto di Natale, ma va detto che i costi messi in moto dal decreto ministeriale in arrivo sono solo potenziali e comunque contenuti entro un orizzonte complessivo di 3-400 milioni. La garanzia funziona infatti con un forte effetto leva, e produce costi a carico del bilancio pubblico solo quando viene escussa, cioè nel caso in cui il Monte non dovesse riuscire a restituire un prestito alla scadenza.
Il cda del Monte per far partire la macchina è in calendario giovedì prossimo, 19 gennaio, mentre il giorno prima i vertici di Rocca Salimbeni saranno al Senato per l’audizione in commissione Finanze sul decreto banche (sempre mercoledì saranno ascoltati i rappresentanti del comitato di sorveglianza della Bce, mentre dopodomani sono attese Abi e Bankitalia e giovedì sarà la volta della Consob, dei consumatori e di Marco Onado, ordinario della Bocconi ed editorialista di questo giornale).
Il consiglio di amministrazione del 19 sarà soprattutto l’occasione per fare il punto sul piano industriale, anch’esso atteso da un calendario a tappe forzate che secondo fonti dell’Economia dovrebbe portarlo sui tavoli europei tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Ad accelerare il ritmo c’è il fatto, confermato venerdì scorso dall’ad Marco Morelli nell’incontro con i sindacati, che la base è rappresentata dal piano 2016-2019 presentato il 25 ottobre scorso e approvato da Francoforte. quando si trattava di tentare l’opzione di mercato. Il piano va ovviamente adeguato al nuovo contesto, ma la partita sulle dimensioni della ricapitalizzazione non sembra chiusa: la vigilanza della Bce ha indicato in 8,8 miliardi il fabbisogno di capitale, ma l’assetto definitivo dell’operazione dipenderà dalle scelte finali sullo smaltimento dei crediti deteriorati.
A quel punto, i tempi dipenderanno dall’esame della Bce e della commissione, ma l’obiettivo è di chiudere i passaggi europei in due-tre mesi per portare il Tesoro alla guida di Mps entro maggio.
TAPPE FORZATE Tra fine mese e inizio febbraio atteso il nuovo piano da presentare in Europa Entro maggio il Tesoro al timone della banca