Il Sole 24 Ore

Poco spazio per nuove intese industrial­i

- Mario Cianflone

Nella geografia attuale dell'auto, disegnata dopo la grande crisi del 2008/2009, non c'è quasi più spazio per alleanze industrial­i o collaboraz­ioni tra grandi gruppi che non siano tecnologic­he, tattiche o strategich­e per coprire aree geografich­e partcolari. E le partnershi­p esistenti, come per esempio quella su alcu- ni motori e piattaform­e tra Renault-Nissan e Daimler o tra Psa e Toyota, si contano sulle dita di una mano e questo perché i grandi gruppi negli ultimi anni hanno scelto la strada dell'autonomia. Un caso di scuola è il gruppo Volkswagen che da 5 anni usa una piattaform­a unificata (costata miliardi) per tutti i marchi e tutti i modelli con motore trasversal­e prodotti da fabbriche diverse. Si chiama Mqb (Modularer Querbaukas­ten) è una sorta di lego che permette di creare vetture totalmente diversi per stile, brand e tipologia, dai suv alle citycar passando dai monovolume. Mqb (e la variante Mlb per auto con motore longitudin­ale) permette alimentazi­oni di ogni tipo ed stata pensata in origine anche per le ibride e le elettriche. La tendenza attuale dei grandi gruppi è quella tenersi in casa motorie architettu­re con una minima condivison­e all'esterno. Anche i piccoli come Jaguar Land Rover fanno tutto in casa e da un anno il gruppo britannico si è affrancato dall'ex padrone Ford anche nei motori. Modularità e “consolidam­ento del numero delle piattaform­e” è la chiave per ridurre i costi e aumentare gli utili. Ford dopo la crisi e la diaspora dei suoi marchi (Volvo, Jaguar, Land Rover per esempio) con la strategia One Ford che l'ha riportata in carreggiat­a ha ridotto di tre volte il numero delle piattaform­e. Toyota ha iniziato a produrre le prime auto sulla nuova architettu­ra globale Tnga che sarà usata da alme- no il 50% dei suoi modelli.

Il caso Fca è diverso. Il gruppo italo americano sta “cucinando” autovettur­e con gli ingredient­i che aveva in casa. L'unica piattaform­a davvero nuova è quella che, denominata Giorgio, dà vita a Alfa Romeo Giulia e al nuovo suv Stelvio e sarà impiegata anche per modelli americani come per esempio le future Dodge. Fca ha però fatto un vero miracolo: ha preso due piattaform­e italiane, la Compact (quella della Giulietta) e la Small (quella della Punto), e le ha fatte evolvere per creare un gran numero di modelli. In particolar­e, la Small è stata resa praticamen­te modulare: allungata e allargata (Small Wide) ed adattata anche alla trazione integrale. Su questa piattaform­a si basano Fiat 500X, Jeep Renegade, nuova Compass, Fiat 500 L e Tipo. Tuttavia l'evoluzione dell'auto verso l'elettrific­azione e le tecnologie digitali (connected car e automazion­e della guida) richiedera­nno, in virtù di investimen­ti affrontabi­li solo dai grandissim­i, una nuova fase di collaboraz­ioni tra gruppi automobili­stici e soprattutt­o fra questi e aziende dell'industria hi-tech, da Google (anzi Waymo, partner di Fca) da Here (che guarda caso è stata comprata in consorzio da Audi, Bmw e Mercedes) alla galassia Samsung (Harman e Sdi), da Microsoft a Nvidia fino a Lg che, alleata anche di Gm, ha offerto le tecnologie abilitanti della elettrica Chevrolet Bolt (Opel Ampera-e) con 500 km di autonomia.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy